VALERIA VITOBELLI – Mi appago, lasciando le mie gambe tremanti…

Io e Valeria Vitobelli ci siam solo scambiate qualche frase in chat per avere il suo consenso a pubblicare questo intenso ditalino, scritto da Lei, tra le mie Porkeriole.

Mi ha particolarmente colpito. Non ho potuto che replicare i medesimi gesti per godermi le stesse sensazioni.

Leggete e succederà anche a voi…..

Nel buio della notte sento di voler sviscerare la mia passione, lasciandola scivolare tra le dita.

Le sento tremanti, ma decisamente vogliose.

Odo gemiti che preludono una soave eccitazione farsi varco tra le mie gambe.

Desiderio inequivocabile si sta facendo strada sul mio corpo, fino ad accarezzare la mia pelle, fino a penetrare tra la mia carne.

Esalo così l’ultima cognizione che ho dello spazio e del tempo.

Mi lascio trascinare in un vortice di lussuria.

Mi sento, mi annuso nell’aria.

Il mio respiro aumenta velocemente.

La mia smania. Non si placa.

Così mi lascio sbocciare sotto le mie dita.

La mia carne ha fame.

Cerco, frugo tra i miei angoli più intimi.

Le mie dita umide risalgono fino a trovare la mia bocca, che ne cerca il sapore con assaggi lenti.

La mia lingua famelica, con frenesia, vuole assaporare le mie voglie.

sentirne l’odore

gustarne gli umori, leccarne la passione.

Sento sfogliare i miei pensieri, come se pagina dopo pagina seguissero un copione.

Mi sento spogliare dentro.

Mi sento mordere dentro.

Sento impazzire la mia carne.

Sento fluttuare il mio respiro tra Anima e Cuore.

Amplessi di pura vertigine mi pervadono. Il mio respiro graffia, unghia istinti decisi.

Tutti i desideri che celava la mia pelle esondano con morbosi stati di eccitazione.

Inalo dolcezza selvaggia che mi sazia. Sento le mie dita muoversi in una danza febbricitante.

Non conoscevo quello che l’intimo mi chiedeva. Ma sapevo di voler affondare in quello stato.

Desideravo bruciare.

Lasciavo le mie dita muoversi con audacia in un volo libero. Le volevo maleducate. Mi sentivo viva, anche se il mio corpo desiderava di più.

Persa in una tempesta plasmavo la mia carne di stati sublimi.

Avevo la smania di possedermi in un assolo assordante.

Cercavo piacere assoluto.

La mia mente era quasi delirante. Mescolava il piacere di pelle, carne, dita e bocca in una ballata di pensieri indecenti.

Provavo passione senza limiti.

Volevo varcare l’assoluto.

Mi stavo regalando emozioni che erano distratte.

Mi stavo preparando a raggiungere l’estasi.

Il mio respiro percepiva le intenzioni. Sprofondavo in una burrascosa inquietudine, mentre le mie voglie si modellavano sempre più decise su di me.

mi appago, lasciando le mie gambe tremanti…