Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

Samy – Ricordati che è questa la tua parrocchia

Le Autrici

Samy Roma

FLAVIA MARCHETTI


Samy Roma, di tanto in tanto va a trovare Flà per raccontarle qualcuna delle sue. Questa volta le ha voluto presentare il suo parroco: un vero sant’uomo!

Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København

©FlaviaMarchetti 2021

Nella chiesa di fronte a casa di Samy, è arrivato un giovane parroco: un sano 40enne.

Samy non frequenta la parrocchia ma ha avuto modo di incrociare questo prete nel rientrare dal lavoro. Non ha dubbi che lui abbia lanciato lubrici sguardi prolungati alle sua gambe, sempre abbondantemente scoperte nelle mini cortissime.

Se ci si aggiunge quanto sente dire dalla madre: che il nuovo prete sembra molto sensibile alla componente femminile della parrocchia, tanto da voler costituire un gruppo di preghiera permanente per donne separate o fallite nell’amore. Non è un caso che Samy odori dove trovare trippa per la sua ingorda micia.

Vuole e va a verificare…

È una tranquilla sera autunnale, sì. Anche se il freddo deve ancora venire.

Nel dopo cena, quando le strade si son fatte deserte e la canonica sembra ancora più austera e distaccata, da quanto nel Paese potrebbe esserci di mondano. Samy, con intenti spudoratamente provocatori e un assillante pensiero: “Vediamo se l’anima e la carne del Don, sono forti?”, si presenta alla canonica.

Indossa una mini-vertiginosa da baldracca. Ovviamente sotto non ha il perizoma. Un top senza spalline, niente reggiseno.

La porta la apre il parroco stesso. La  guarda incredulo: “Questa chi me la manda? Satana o il Signore? – Dubbioso, tenta darsi una risposta – Sarà un test per la mia anima o un dono di Dio?” non facile da capirne la provenienza.

A Don Guerrino le battaglie affascinano. Sta al gioco.

<Padre ho urgente bisogno di confessarmi>.

<Signorina, adesso la chiesa è chiusa. Torni domattina e potrò confessarla>.

Senza troppa convinzione tenta un primo respingimento.

<Domattina potrei non esserci più… Ho commesso un peccato troppo grave. Devo assolutamente liberarmi la coscienza.>

Il prete è perplesso. Si guarda intorno. Vede che non c’è nessuno in giro. Tra sé dà una giustificazione alla sua accondiscendenza: “Forse è proprio un dono di Dio. Per aver accettato di condurre al pascolo i fedeli di questo grigio Paese… assolutamente incapace di suscitare emozioni.”… La fa entrare.

<La chiesa è chiusa. Non possiamo usare il confessionale. Siediti su questa sedia vicino a me e raccontami>.

Samy si siede con le gambe leggermente aperte. La mini risale. Qualche scorcio di figa si mostra.

Il sacerdote se ne accorge. Deglutisce. Rimane imperturbabile.

La giovane racconta come è andata col fratello, dilungandosi nei particolari. Parla e porta una mano tra le gambe. Distrattamente, prende a toccarsi.

Il parroco è rosso in volto, visibilmente eccitato. Sotto la patta dei pantaloni lascia intravedere il membro irrigidito.

<Mi può dare la penitenza per il peccato che ho fatto?>

<Figliola, l’incesto è un peccato gravissimo, la penitenza dovrà essere adeguata.>

<Credo che una punizione corporale sia quello che mi merito. Non crede?>

Così dicendo Samy mette una mano sulla patta dei calzoni del sacerdote. La sbottona. Estrae il membro. Al prete non è dato il tempo di protestare.

O meglio. Ha una rivelazione:

È sicuramente un dono di Dio”. Da convinto ostenitore della genuina tradizione della sua terra, lo ringrazia nella sua lingua di famiglia: <Sgnåur a v aringrâzi>

Samy si sente ben accetta. Gli carpisce il cazzo con la bocca. Comincia a succhiarglielo con la consueta perizia.

<Figliuola… sei la puttanella della provvidenza! Non puoi, però, fermarti al pompino. Sono convinto che l’angelo ti abbia affidato compiti ben più importanti da trasmettermi>.

Samy comprende. Si alza. Appoggia i palmi delle mani sul tavolo… la schiena girata verso di lui… Lui sa già che può sollevarle la gonna. Introdurre il naso tra le natiche. Pe r accertarsi che quel culo odori di santità.

Il naso del prete conferma, allora… un suo dito può penetrarle il buco del culo.

<Che bel culetto vergine! – Ha un moto di gioia il Servus Dei – Provvederò a tutto quanto la Divina Provvidenza ha previsto per lui.>

Sputa sulla cappella. L’appoggia al bordo del buco. Lo penetra.

Nonostante tutte le scopate ricevute, la giovane non era mai stata inculata e non si aspettava certo che lo facesse il prete.

Non l’aveva messo in conto ma non può che assecondare la penetrazione: una voce si era insinuata tra i suoi pensieri per dirle che ogni sua malefatta o peccato le sarebbe stato rimesso. Incesto compreso.

Il prete è molto preso da questa penitenza. Spinge forte nella penetrazione. Accompagnandola con devote giaculatorie nella lingua latina: <Ego te absolvo…> che fa un tutt’uno con una classica inculata: cazzo, dentro/fuori dal culetto.

<Toccati la figa figliuola! Che dovrò mondare soprattutto lei dai tanti peccati in cui l’hai portata. Vedo che ti piace prenderlo nel culo?>

<Si, Padre, mi sto già toccando. Sei un porco prete che vedo che svolgi bene il tuo apostolato! Quante ne hai già inculate?”

<Tutte quelle che sono venute a confessarsi con me, hanno offerto bocca, figa e culo. Tu devi ancora metterci la Figa… Che, stando alla tua confessione, è la più compromessa con il peccato e Satana.>

<Sì, Don Guerrino. Sia fatta la tua volontà!>.

Samy non è praticante ma dimostra che mamma sua le ha ben trasmesso valori e principi della religione cristiana. Rotea il bacini, mugugna e sospira lasciando intendere che sta esultando sia nell’anima che nel corpo.

Don Guerrino gridando tre volte “Ti benedico”, rilascia un fiotto di sborra che riempie l’intestino di Samy.

Lei infila tre dita nella figa e si masturba velocemente.

L’inculata ha stremato l’uccello del prelato che, spompato dall’inculata, rinuncia ad incassare l’ultima tranche della penitenza.

<Se ti porti a godere così, troietta, io resto a guardarti … Non smettere di masturbarti. Fatti vedere mentre vieni… che mi piace tanto! Dopo ti assolverò da tutto.>

La ragazza gode. Si rialza. Da una strizzata al cazzo molle del prete:

<Grazie per la penitenza, tornerò quando avrò commesso altri peccati.>

<Ricordati, sempre, che questa è la tua parrocchia>

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