Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

ROSS THE PIG, I pappagalli di Marika

GLI AUTORI

FLAVIA MARCHETTIROSS THE PIG

Come già capitato, anche questo siparietto erotico nasce da il racconto di una vicenda piccante di Ross The Pig con Flavia Marchetti in una stretta collaborazione. Per cui si può ben dire che:

Ognuno ci ha messo del suo

Dal 20005 Flavia pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København

Sono da poco arrivato nella nuova clinica slovena. Il tempo di salutare e presentarmi e sono subito al lavoro. Tutti molto gentili, mi mettono a mio agio. Le assistenti oltre a parlare italiano con me, sono molto socievoli e di bell’aspetto. Il che non guasta: tutte hanno tutte gli occhi chiari. Forse sono state selezionate con quel criterio sapendo che poi sarei arrivato io.

Tra i vari medici c’è una dottoressa a cui, lì per lì, non faccio caso. Impegnata com’è con un paziente. È Lei, però, che a metà mattina mi offre un caffè alla macchinetta e, mi invita a una sigaretta all’aperto. Coglie così l’occasione per farmi sapere che lei è Marika. E, anche per farsi ammirare per gli occhi verdi, i lunghi capelli biondi e il bel fisico longilineo. Avrà la mia età ma l’aspetto di una travolgente hippy degli anni 70.

Chiacchiere un po’ scontate, tanto per impiegare il tempo in cui si consumano le sigarette. Da lei stessa confezionate con tabacco e cartine. Saliva e un sensuale tocco di lingua. Ben notato anche dal collega che è con me.

Con ponderata disinvoltura, prima che finisca la sigaretta, dopo avermi squadrato con attenzione, mi dà il suo benvenuto, trasmettendomi, con un largo sorriso, il piacere di aver annoverato… <un collega che ha saputo conservare un aspetto così giovanile>. Pur se preso alla sprovvista le rispondo prontamente anche se con fare impacciato: <vedrai che avremo modo di approfondire la nostra conoscenza> il sorriso si amplia: <ci conto>.

Nei giorni successivi capita spesso che venga nel laboratorio tra un paziente e l’altro. Ho così modo di invitarla a bere qualcosa dopo il lavoro.

Decidiamo per un bar nel centro di Gorizia. Davanti ad uno Spritz mi racconta che vive da sola e che in casa ha due pappagalli che lascia liberi di svolazzare per l’appartamento. Brutta ma scontata la battuta mi esce senza che me ne accorga: <interessante, ti piacciono gli uccelli?>. Sorride: <tutti i volatili, …ma non solo>. Il suo fissarmi con quegli occhi verdi mi eccita ed innervosisce.: “debbo dire qualcosa….”: <sarei proprio curioso di vedere questi volatili girare per casa.> Non se lo fa ripetere: <andiamo>”.

Qui non posso che constatare quanto una donna matura sia affascinante nello sbrigare le proprie decisioni dimenticando età, rughe, e pancetta… quando intravede la concreta prospettiva di portarsi un bel uomo a letto. Per i lui che vengono coinvolti in analoghe situazioni diventa impossibile resistere. Fascino e savoir faire. La perfetta conoscenza dell’arte dell’intorto.

Ma veniamo agli uccelli.

L’ingresso si apre direttamente sul salone, Marika chiama i volatili e questi, immediatamente, gli svolazzano incontro. Impressionante. Sembrano due cagnolini. Gli dà da mangiare. ci accomodiamo sul divano.

Lei si toglie le scarpe….. due piedini curati e sottili, coperti da calze in nylon nere. Prende una bottiglia di vino. Me ne offre un bicchiere.

La vista dei suoi piedi mi eccita. Propongo di massaggiarglieli.

Accetta.

Allunga le gambe verso di me. Si rilassa.

Li trovo lisci e morbidi. Sento che mi sto eccitando. Ho il bacino in faccia ai piedi. In quel dei miei pantaloni qualcosa succede. Forse si nota già il conseguente rigonfiamento.

Allungando le sue gambe prende a toccarmi con la pianta del piede la protuberanza. Si toglie il maglioncino. Resta in reggiseno.

Mi sembra evidente l’indirizzo che sta prendendo ogni movimento.

Le prendo con le mani i piedi e li stringo forte sul cazzo. Glielo faccio sentire in tutta la sua volumetria. Porto un suo piede in bocca. Lo bacio. Lo lecco. Con l’altro piede continua a massaggiarmi il cazzo. Le sfilo i pantaloni. Resta con le sole autoreggenti. Ci pensa un attimo, poi si libera anche di quelli.

Il sesso dilaga tra di noi in maniera, non usuale. L’approccio è avvenuto tramite i suoi piedi e lei insiste per farne i protagonisti dei nostri godimenti. Tant’è che sono in ginocchio sul divano con l’uccello in mano, innanzi a questi. Lei, sdraiata, muove sensualmente il bacino… le affusolate gambe, finché i piedi non raggiungono l’uccello. Lo prendono in consegna sapendo ben come dargli godimento.

Mi piace da morire!

Porto alla bocca quei piedi.

Li bacio. Li lecco.

Mi sposto sulle caviglie. Da qui all’interno coscia per arrivare agli slip di pizzo nero. Ne sposto un lembo per poterne leccare la figa.

Ha lasciato un ciuffo di lucidi peli. Tra le labbra fa capolino una clitoride ben pronunciata. La punta della mia lingua le danza tutta d’intorno.

Sposto ancora gli slip e allargo le palpitanti labbra per un ditalino.

Due dita la penetrano. La bacio. Lingua su lingua. Mi spinge all’indietro. Mi fa stendere e si avvinghia sul cazzo sbocchinandolo con sapienza.

È assatanata!

Mi succhia i testicoli. Vuole che alzi le gambe per leccarmi il buco del culo. Dal foro al perineo, la lingua mette in subbuglio ogni millimetro del cazzo. Scroto, prepuzio, glande, sono coinvolti in quell’onda di piacere in tutta la lunghezza del cazzo, fino ad arrivare alla sua punta, per poi inghiottirlo tutto. Agita la testa. Immagazzina aria, se lo aggiusta bene in bocca, riprende fiato. Una leggera bava le esce dalla bocca. Io sono tutto un fremito… Non smetto più di sborrare. Lei deglutisce tutto.

Seduto, sto riprendendomi dalla fotonica pompa. Lei non accetta tregua. Mi si avvicina, sposta gli slip, si siede sopra al cazzo.

Sento la figa calda e avvolgente. Muove e rotea il bacino. I ritmi del suo sali-scendi si velocizza. Rallenta con estrema grazia. Mi spinge la testa contro il seno. È abilissima. Esperta. Fa sì che io non venga subito. Si ferma un attimo prima.

Si alza in piedi sul divano per mettermi la figa sulla bocca. Spinge la mia testa tra le cosce. Mi soffoca quasi. Mi strofina tutta la figa sul viso… il naso tra le grandi labbra. Reclama giochi di lingua. È scatenata! Mi sta chiavando. È lei la dominante. Si libera completamente degli slip. Si allarga la figa, mettendomi il clitoride in bocca. Lo lecco accuratamente e le metto un dito in culo e lo muovo velocemente. Il suo orgasmo lo sfoga tutto in bocca. Me la strofina su tutto il volto. Ho la faccia inzuppata dei suoi umori.

Evidentemente le manca ancora qualcosa… si mette ad angolo retto e mi porge il culo:

<adesso mettimelo tutto dentro.> le allargo le chiappe. Sputo sul buco del culo. Ficco tutto il cazzo dentro.

È inginocchiata sul divano. Prendo in mano i piedini che trovo estremamente eccitanti, mentre continuo ad incularla. Urla che sta godendo. Si masturba velocemente. Sto per venire anch’io. Lo estraggo dal culo, lo strofino sui piedi.

Si gira. Inizia a masturbarmi con i piedi. Li stringo al cazzo. Le sue dita si allargano per poterlo massaggiare meglio. I piedi lo accolgono tra di loro. Visualmente è una scena buffa: il cazzo tra le piante dei piedi fa la figura del salsicciotto nell’hotdog.

Ancora pochi movimenti e inondo quei piedini di sperma. Come una crema rilassante glielo spargo su tutto il piede. Lei, invece, si china sul cazzo assaporandone le ultime gocce e pulendo il tutto con la lingua. Riprendiamo a sorseggiare i nostri calici di vino, stesi, abbracciati sul divano.: lei ancora con tracce di sperma qua e là.

Io nudo, con il cazzo floscio e gocciolante.

Mi invita a fare una doccia insieme. In bagno, io piscio. Lei si libera di quanto ha ancora addosso per farsi una doccia.

Sulla mensola del lavandino c’è lo specchietto dei dentisti, lo prendo in mano e…: <ti porti il lavoro a casa?> Lei sorride

<si, per controllare meglio come stanno i miei denti.>

Giocherellando con lo specchietto glielo avvicino alla figa e..: <…e questa bocca edentula come sta? Fammi un po’ vedere.:_. Le bocche edentule sono la mia specializzazione.>

Inizio a toccarle figa e clitoride con lo specchietto.

<Maiale! – ma poi sorride – … Sìì dottore, mi faccia una bella visita.>

<Certamente, ma questa non è una posizione comoda per visionare bene. Appoggi il piede sul bidè, mia cara.> ficco lo specchietto in figa e lo faccio ruotare delicatamente: <Mmmmm, Non avevo mai pensato a questo utilizzo.> La rotondità dello specchietto unita ai movimenti che faccio, scatenano in noi una nuova voglia irrefrenabile.

La metto in piedi di fronte al lavandino e questa volta inizio da dietro. Dove mi ero fermato prima di venirgli sui piedi. Lei giocherella con lo specchietto, io le penetro il culo. Tira fuori un piccolo vibratore, che si ficca nella figa. Sento il cazzo che si scontra con quel fallo artificiale. Ma le vibrazioni che rilascia incidono sulla mia eccitazione. Il vibrare sul cazzo me lo godo lasciandolo immobile nella figa. Mi piace! Lei geme e gode. Gli stringo forte le tette. Sento le note acute del suo piacere. Squirta. Un getto di fluido ci bagna tutti e due. Continuo imperterrito nei mie andirivieni, sempre più incisivi. Sarei pronto a venire una seconda volta. Mi fermo. La giro. Lei si inginocchia. Apre la bocca e se lo ficca dentro. Appena il cazzo avverte il calore della bocca, esplode. Lei, ingoia tutto con piacere. Lo succhia, pulisce, lecca e bacia. Appoggia la testa sul cazzo abbracciandomi forte mentre ancora è inginocchiata.

Marika vuole dimostrarmi che non è solo una femminaD da letto e che tra le tante virtù c’è anche quella di saper cucinare bene. Non mi molla e prepara una cosuccia, giusto per far compagnia alla cena degli uccelli. Si fanno chiacchiere. Lei, qualche pettegolezzo sui nuovi colleghi. Tutto molto tranquillo. In grande serenità. Qualche bacio fa parte della sceneggiatura ma non l’ultimo, molto appassionato……. Ne le ultime cose che ci diciamo.

L’auto mi fa volare verso casa. L’autoradio e un vecchio best-seller di Frank Sinatra ne sono complici: Fly me to the Moon.

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