Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

Parking Sex

Flà beve un sorso di caffè e con l’altra mano va su, sotto la veste di Dana.

<Non hai messo né slip, né perizoma?> le accarezza la figa. Dana ha un fremito. Riceve un bacio. Nella saletta delle colazioni sono solo loro. Il telefono di Flà si fa sentire. È Oscar:

<In stazione a Stresa all’una.>
<Visto, che il maschietto ce l’ho in pugno.>

<E me lo passeresti senza gelosia?>

<Per lui non tengo gelosia. È pur sempre un cazzo! Ma se mi tocchi Simona, la mia figa… potrei anche ucciderti.>

<Dopo quello che c’è stato tra di noi?> Dana le sorride serena. Le labbra di Flà sono già sulle sue.

Rapida ricerca sull’ iPhone del resort. Prenotazione. Via…

Per Stresa occorrono più o meno un’ora e mezzo di viaggio. Ognuna sulla propria auto le ragazze si tengono in contatto tra di loro chattando mentre guidano.

Un dialogo tanto per passarsi il tempo ma anche per riattizzare quell’ardore che dovrebbe tornare a divampare sulle rive del Lago Maggiore. La chat è l’ideale per svolgere questa funzione.

<Hai rimesso le mutande? Porca.> Flà

<No Cara, così toccandomela avrò qualcosa da fare durante il viaggio.>

<Alla prima area di parcheggio fermati. Me le tolgo anch’io. Hai avuto un’ottima idea.>

Un gruppo di alberi ombreggiano, un piccolo spiazzo attrezzato in quella valletta. Nell’area non c’è anima viva e allora perché non dare sfogo al recupero di quell’angosciante mezzora in cui il viaggio le ha tenute distanti.

Le bocche non parlano. Le lingue saettano tra di loro. Il desiderio è pregnante e si scatena. Unica parola tra loro due è l’invito di Flà: <Prendimi!> Fulminea si sdraia di traverso sui sedili dell’auto. Cosce aperte. Gonna sollevata.

Per Dana non c’è miglior invito di quel ciuffo che spunta tra le polpose cosce, incorniciato dai pizzi e dai ganci del reggicalze. Sussulta alcune volte il bacino di Flà. A quell’inconfutabile invito, Dana non può certo sottrarsi. Si distende su di lei in modo da poter lavorarla con una mano tra le cosce.

Umida e palpitante è la figa di Flà. La mano di Dana gliel’accarezza delicatamente.

La mano di Flà compie lo stesso percorso anche se è un percorso più difficoltoso: Dana veste jeans. Flà ci mette un po’ad avere a disposizione pelo e figa dell’amica: tutto è fradicio tra le loro cosce. Non si parlano. Sanno quello che vogliono. Le labbra si incastrano. Le salive si fondono, le dita si intrecciano ai peli. È tutto un mugugno in quel ristretto abitacolo.

<Scopami, Dana!> sono le uniche parole. I corpi provano a fondersi più che possono.

<Ci sono… Dai… Ancora… Dai…>

Di rimando… <Sì… così… così… Anch’io…> Sono sussulti. Baci. Strette appassionate, frasi incerte, molto sospirate.

Semplici ditalini che mantengono alta l’eccitazione in vista di traguardi ben più intensi.

Una buona dose di coccole le rimette in carreggiata. Nel vero senso della parola.

Le auto macinano chilometri verso il lago.

©Flavia Marchetti 2021

Flavia dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard, del dr.Hans Stortoghårdt – København

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