Nude in terrazza a 37°… Gay Pride e la benzina oltre i 2 euro
Dalle pagine del 25 e 26 giugno 2022 nel Diario Intimo di Flavia
L’Autrice
Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København
©La FlaviaMarchetti 2022
Ieri sera, io e Simona, prese dagli spasmi delle nostre fiche. Nonché dal torrido caldo che affligge la Città. Abbiamo deciso di cenare e dormire, nude, in terrazza. Con la presunzione di pensare che molte stelle si sarebbero masturbate con i nostri godimenti.
Questi sono iniziati a tavola con la macedonia di frutta al maraschino. Che tu, Simo… porca più che mai… hai voluto condire facendo gocciolare il liquore nella figa e da qui nell’insalata di frutta.
Un clic che ha scatenato la più porca libidine.
Baci. Abbracci ci hanno accompagnato al giaciglio che avevamo allestito lì accanto:
<Stelle!! – ho gridato con gli occhi al cielo – Guardate come gliela gusto, ora che l’ha insaporita col liquore!>.
<È ancora presto, Amore! Facciamo crescere la voglia lentamente. Inesorabilmente.>
Hai frenato il mio porco slancio. La mia lingua ha invertito la rotta… Si è infilata nella tua saporosa bocca.
Ci siamo strette forte. Tette contro tette. Fica contro fica: ciucciandoci la lingua.
La tua lingua si sposta sul mio collo. Lo ciuccia qua e là. Sotto la gola. Spompina il mento. Sento brividi. Son tutta un fremito.
Sei tu a prendermi la mano, portandola a sentire quanto la tua fregna sia bagnata.
<È il n ostro momento… Amore>.
Un passo a lato e sono sul giaciglio che ci siamo preparate per la notte. Mi lascio cadere trascinandoti. Sei sopra di me. Le dita penetrano all’istante le reciproche fighe. Tu:
<Mmmmmmmm! Così. sì!>.
Spingo forte con la mano. Tu stai molto più leggera ma velocissima nei dentro-fuori. Io ho aggiunto il terzo dito. E ogni cinque affondi, ruoto le dita. Tu:
<Mmmmmmmm! Sto già per venire!>.
<Sei proprio una fighetta tenera!>.
Faccio la figa vissuta. Tu velocizzi il ritmo. Sento che anch’io sto per esplodere… Aumento la pressione della mano. Giro più volte le dita.
Bocca sulla tua…. Mi lascio andare ai tuoi gemiti… ai tuoi mugugni.
Siamo così strette da essere un corpo unico irrigidite all’unisono nel godimento. Siamo tutte un fremito.
<Madonna… Dio… Se è stato grande! È tanto che non me ne facevi uno così!>.
Le fighe sembrano non arrestare le loro sborrature.
Sfinite. Rilassate. Restiamo a goderci la calma dell’orgasmo sotto questo firmamento di stelle, supportate dal chiarore di una mezza luna calante.
Per un buon po’ non abbiam voglia di fare… Di dire alcunché. Mute. A crogiolarci nel proprio piacere, prima che si dissolva completamente.
Stiamo proprio bene.
<Chissà quante son state le stelle che si sono eccitate con il nostro ditalino… Quante l’avranno replicato?>.
Sono io a cercare un’ipotesi di discorso che sia il più evanescente possibile. Che. soprattutto, non tratti il tema che, “da noi non, avevamo mai patito 37° in giugno… Che la benzina ha oltrepassato i 2 euro al litro”.
Tacciamo molto, esprimendoci con baci e carezze. Che rifanno salire in noi la ricerca di prospettive libidinose.
Dalla Città sotto di noi sale una follata di allegria. Simona mi ricorda che si sta svolgendo il Gay Pride con ben 30.000 persone che sull’amore e la sessualità hanno idee molto vicino al nostro modo di stare assieme.
L’informazione di Simona mi invoglia a scendere in strada per immergermi tra questa folla che porta i colori LGBT. Lo dico a Simona che accetta con entusiasmo, intravedendo l’ipotesi di rimorchiare qualche adolescente vogliosa.
La strada è tutta della folla colorata… un po’ discinta… comunque colma di euforia… Voglia di stare assieme.
Io e Simona vogliamo farci riconoscere da questa moltitudine come femmine che condividono i loro stessi ideali. Per cui un plateale lingua in bocca appoggiate a una colonna del portico, ci sembra un valido gesto di adesione.
Simona. Fanatica del lingua in bocca, è eccitatissima nel farlo in mezzo a tanta gente. Và oltre… Scende con le labbra sul collo: bacia, mordicchia, succhia. L‘eccitazione prende anche me e lascio che slacci un paio di bottoni alla camicetta per baciarmi le tette.
Dopo, queste restano in parte in vista, dal momento che ne io, ne Simona, siamo interessate a riabbottonare la camicetta. Ci prendiamo per mano e ci facciamo trascinare dalla folla.
Nel corteo c’è musica. Attorno a noi si balla, si canta, ci si scambia inequivocabili segnali di affetto e desiderio.
<Siete una coppia, vero?>
Mi domanda una ragazzina, indicando Simona che s’è messa a ballare con un’altra adolescente.
Annuisco. La musica è assordante.
La ragazzina avrebbe voglia di dirmi qualcosa ma il rumore ci impedisce di sentirci. A malapena riesco ad intuire che lei è Silvia. Il resto me lo vuol dire non appena troveremo un posto meno assordato.
Sarà un bar che si fa notare sotto al portico di destra. A gesti, io e Silvia lo comunichiamo a Simona e alla Lei di Silvia.
Ci sganciamo dal corteo.
Silvia, che si fa chiamare. Sylvie, alla francese, è una moretta, minutina, senza esuberanza di attributi sensuali. Ha, comunque, gambe dritte e un viso delizioso, con occhi che vogliono conoscere tutto e di più. Procace, invece, è la sua Lei, Mery (scritto proprio così). Con tette e culo ridondanti. 18 anni un volto con lineamenti marcati. Espressione furba. Intelligente. È la stessa ragazza con cui ballava Simona nel corteo.
Siylvie:
<Scusate se abbiam attaccato discorso ma quando vi abbiam viste baciarvi, vi abbiam proprio invidiate. Siamo una copia anche io e Mery ma prima di baciarci, dobbiamo sempre guardarci attorno. Viviamo in un piccolo paese e se si sapesse che anche ce la lecchiamo… Qui a Bologna, invece… quando vi tira… lingua in bocca… e via… Anche se c’è gente.>.
Aggiusto il tiro.. Alla discussione si aggiunge Mery.
<Quando ho poi visto lei che ti slacciava la camicetta e ti baciava le tette. Ho sentito la figa bagnarsi… Vedi. Noi abbiamo aperto l’unico negozio da parrucchiera e anche barbiere, del paese… Ci va bene… Vendendo anche qualche prodotto portiamo a casa un bel gruzzolo ma se anche un solo paesano ci vedesse scambiarci una qualsiasi effusione. Finiremmo in miseria nel giro di poco.>.
Sylvie di rincalzo.
<Abbiamo il negozio nella piazza della chiesa che è ben arredato ma tutto una vetrina. Non abbiamo un angolo di privacy. Fortuna che c’è lo sgabuzzino con la scansia dei prodotti. Quando si mette a tirarci, dobbiamo rifugiarci lì a smorzarle. Non molto comodo. Solo in piedi e più o meno vestite. Il festivo facciamo turismo: ognuna per conto proprio. Partiamo a visitare una città. Ci troviamo là e visitiamo una stanza d’albergo… È dura. Ma ci vogliamo troppo bene… Per voi l’orgasmo è sicuramente più comodo.>
Simo, inizia subito a tessere la tela.
<Noi, abbiamo fatto coming out con le famiglie e da tre anni viviamo assieme e tutti sanno che ce la lecchiamo.>.
Mery:
<Confesso che mi piacerebbe proprio vedere come vive una coppia come noi>.
Simona:
<Se volete possiamo farvi provare l’emozione stanotte>.
Loro, quasi in coro:
<Se non siamo di disturbo>.
Io:
<Scherzate. Siete così simpatiche che ci fate solo piacere… È bello farsi nuove amiche senza una ragione precisa… Ecco, abitiamo lì, in quel palazzo d’angolo… Venite>.
Così come avevamo lasciato la terrazza, non ci voleva molto a capire come era stata vissuta prima.
Mery:
<Ci avete dato… eh?>.
<Eh, sì… E ci è anche venuto bene. Mi ha fatto urlare… la troia. Tanto qui, nessuno può vederci… nessuno, sentirci>.
Con un affettuoso bacio, Sylvie a Mery:
<Sai che mi piacerebbe tanto guardarle mentre scopano>.
<Non sarai mica così sfacciata da chiederglielo?>.
<No ma per noi ci sarebbe sicuramente da imparare qualcosa>.
Vedo che la strategia messa in atto da Simona sta portando le ragazzine a fare proprio quello che Simona ha pianificato.
Anch’io voglio dare il mio contributo: mi tolgo la camicia: imponenti le mie tette risplendono ancora una volta, sotto quel cielo stellato.
Sylvie:
<Quanta abbondanza! Io sono messa molto peggio. Guarda qui che cesso di tette mi porto dietro?… – Con un gesto si sfila la t-shirt, mostrando due tettine adolescenziali molto più acerbe di quanto prevedono i suoi 16 anni – Mery è molto più fortunata… Fai vedere che belle poppe puoi esibire con i tuoi 18 anni>.
E spuntano le poppe un po’ giunoniche di Mery
Simona sta vedendo realizzarsi il suo piano. Così anche lei si pone con le tette al vento.
Dalla cucina torna con una vaschetta di buon gelato che ci invita a gustarlo con lei.
A me non sfugge la primizia che è rappresentata dalle acerbe tetterelline di. Sylvie:
<Posso baciartele?>
<Io no?>
Replica lei.
<Quando vuoi>.
E gliele schiaccio con le mie.
<Stai facendo quanto fa sempre Mery per farmi perdere il lume della ragione.>
<Ci sto riuscendo?>.
<Forse. Sei già avanti un pezzo. Continua!>.
S’invola il primo lingua in bocca con lei: lungo e generoso. Le carezze delle sue mani non danno tregua alle mie tette… Delle due, quella che ora rischia di perdere il lume della ragione, sono io.
Concluse le evoluzioni con la mia lingua, le sue labbra impazzano sul collo… nel sottogola.. Mi succhia il mento come fosse un cazzo.
Sbiello
Lecco con foga le aureole che circondano i suoi piccoli capezzoli… In bocca li avvolgo nella saliva… li stuzzico. Li ciuccio.
La ragazzina si irrigidisce… si contrae per il piacere… la mia figa secerne ambrosia.
Cosa farei a questa piccoletta, anche se so che così giovane, per me sarebbe sempre un reato… Ma chi può resistere a quella sua vocetta che mi dice.
<Fammi sognare. Flà>
È un, incitamento che mi eccita al massimo.
<Togli i leggings>.
Se li sfila.
Ha belle gambe. Affusolate. Ha cosce non polpose, ma coinvolgenti… Stimolanti ad essere leccate.
“Sto veramente perdendo la testa?”… “Sto veramente pensando di approfittare del suo desiderio anche in presenza della sua innamorata?”
<Sìì, -rispondo a me stessa nell’orecchio di lei… a cui sto già leccando l’ombelico – ti voglio Sylvie!>
<Non ti fermare!>
… e Le abbasso i dozzinali slip che esibisce.
Tutto il mondo che ci circonda, con i suoi rumori: la festa che sempre impazza in strada, sono scomparsi.
Ho solo, me innanzi, il suo protruso monte di Venere con un po’ di quella leggera peluria che tanto rende affascinanti le fighe delle ragazzine.
Con la mano glielo accarezzo. Lei freme tutta… Sulla mia mano scendono alcune gocce dei suoi umori. Porto la mano alla bocca. Me la lecco. Lei mi bacia.
<Sì. Adesso. Ti prego!>.
Mi accarezza i capelli spingendomi a scendere in basso. Mi genufletto. Lei divarica le gambe. Mi siedo a terra. Apro la bocca. La sua fighetta si appoggia sul mio viso. È odorosa e ben bagnata. Lecco con passione con le dita artigliate alle sue chiappette.
Ha fatto il fiato pesante Sylvie. Tiene pressato il mio capo contro la sua figa e si agita contorcendosi.
Riesco ad esprimermi solo con 4-5 affondi di lingua sulla clitoride, poi ho il volto centrato da alcuni schizzi della sua figa.
È quanto più mi eccita.
Prendo a masturbarmi. Aumento il vigore delle leccate. Con le coscette stringe il mio volto. Sbrodola:
<Non ce la faccio più… Flàaa… Vengooo!>
È un grido che si propaga per tutta la terrazza. Che, inaspettatamente suscita un eco:
<Sììì… Quanto è bello! Madonna… Se sei brava!>.
Sono i gemiti di Mery che sta lodando a squarciagola la lingua di. Simona per il piacere che le ha procurato.
La tensione che manifestava Sylvie subito dopo essersi beata nell’orgasmo è scomparsa in lei.
Mi bacia e mi spiega.
<Meno male che l’ha data. Se no finiva che la troia sono solo io>
Le faccio qualche ragionamento a scapito della gelosia che lei ben comprende.
<Se vivesti in un paese dove una che te la lecca volentieri ce l’hai solo tu… finisci per difenderla con le unghie – stiamo mangiando il gelato proposto da Simo. Sul lettone della terrazza Mery e Simo stanno sforbiciando con un corollario di gemiti. Sylvie è serena. Sorride e chiede – Ti andrebbe di incrociare un ditalino con me?>.
Siamo su un divanetto da esterno… non è il massimo del comfort… La mano della Cucciola mi fa subito passar sopra a questi piccoli inconvenienti dimostrandomi che lei con le dita ci sa veramente fare.
<Sei l’angelo del ditalino>
Le sussurro, contraendomi per il godimento.
<Tu, invece, sei un tornado. Sditalini come Mery: carezzevole all’inizio… poi, via via, sempre più veloce fino a… Come adesso… Dio che bello! Mi stai già facendo schizzare.>.
La mia mano è avvolta dalla sua sborrata. Lei emette un grido da sirena.
Trainata dagli eventi, vengo anch’io.
Sul lettone, Simo e Mery stanno cercando di riprendersi dalla sforbiciata che tanto le ha fatte gemere.
Il mio orgasmo l’ho attraversato con tanta discrezione. Eppure, mi ha sfinita anch’esso: non riesco a smuovermi da questo divano. Complice una leggera arietta che spira dalla collina.
L’eros che è in me vorrebbe ora un corpo a corpo con una femmina. Che non può essere che con Mery. Visto che, quella puttanella di Sylvie ha convinto Simona a fare la doccia con lei e le sta aprendo il suo fighino innanzi agli occhi.
Sulla terrazza, quel bravo architetto di papà fece installare una spartana doccia:
“Anche senza avere l’acqua calda, può sempre venir buona”.
Eccome! Soprattutto, come ora che sotto il suo getto, Sylvie s’è piegata ad angolo retto per permettere a Simona di leccarle culo e figa.
Spettacolo di grande erotismo!
Gli orgasmi dell’intensa serata mi hanno caricato di inerzia. Sto bene a fare la guardona innanzi la doccia e a farmi coccolare dalla fantasia, sotto quel bel cielo di stelle.
Senonché, da dietro, una mano mi sposta i capelli… Labbra si mettono a succhiarmi il collo.
<Anche quella troietta della mia Sylvie ti ha piantata in asso. È solo gelosia. Se vede che un’altra femmina ha qualche interesse per me… lei ne pretende un po’. È fatta così! O la si ama o la si odia. Io l’amo e occasioni come quella di stasera sarà difficile ritrovarne. Siete una coppia eccezionale!>.
Si è sporta in avanti per mettermi la lingua in bocca. Ha le gote arrossate. È calda di eccitazione. Mi ciuccia la lingua con sincera passione.
Vieni da questa parte. Siediti sulle mie ginocchia. Staremo più comode… Hai belle tette – mentre si siede le accarezzo la figa… Ha mantenuto un esteso vello ben curato. Controlla un fremito. – Vorrei assaporarti>.
<Vorrei tu lo facessi… Fino a farmi venire>.
Sento di nuovo la figa risvegliarsi… Palpitare. La prendo per mano e mi dirigo al lettone. Ora inutilizzato. Si blocca:
<No, non posso. Non va bene>.
Cerco di capire.
<In amore sono molto superstiziosa. Non posso fare l’amore in un letto dove ho appena scopato. Penso che porterebbe veramente male>
Mi rivolge un malinconico sguardo pieno di languore.
<Non è un problema>.
Cambio meta. La porto nella stanza da letto. Appena vede il vasto giaciglio, le torna il sorriso, sdraiandosi a gambe aperte sulle coltri.
Sotto le stelle sono rimaste Simona e Sylvie che… quando le eravamo passate vicino, la cucciolotta stava incitando la mia Lei.
<Ancora… Dai… Che mi piace… Aggiungi un dito… Sfondamiii!>.
<È molto presa da Simona, la piccola se l’incita a sfondarla…. A me non l’ha mai chiesto… – Confessa Mery con tristezza. – Voglio solo sperare che con le luci dell’alba la cotta… se cotta è… si dissolva>.
Cerco di rincuorarla.
<A Simona dirò qualcosa io. Anzi vado ora. Vedrai che non verrà a mancarti niente.>
Torno in terrazza. Simona mi si fa incontro. Mi dice che:
<… Sylvie ha voluto tre dita in culo che le hanno provocato dolore e qualche goccia di sangue. Il dramma è che non vuol più mostrarmi il culo e farsi dare una crema lenitiva. Se per caso lo spacchetto dovesse mai fare infezione e va a un pronto soccorso e racconta dove, come e con chi è successo. Data l’età della ragazza… posso salutare la mia carriera ospedaliera e mettere in conto uno scandalo famigliare, probabile radiazione dall’Ordine dei medici, danni da pagare e sopportare un imbarazzante processo con nessi e connessi. Fors’anche la galera… Se riuscisti a convincerla che se posso medicarla… nel giro di un’ora le rimetto il culo a nuovo senza farle provare dolore>.
<Provo a convincerla io>.
<Vedi…. Si è messa a piangere, lì in quell’angolo>.
Per un gioco di controluce, la sua esile figura si staglia contro l’immagine della Torre. Asinelli. Le metto le mani sui fianchi. Lei si abbandona piangendo fra le mie braccia. Le bacio gli occhi lacrimosi. Di seguito, lingua in bocca: una panacea!
Riemerge più serena e un tantino eccitata:
<Fatti baciare le tette>.
Tra una slinguata e l’altra mi racconta il dolore che ha provato e che non vuole farsi medicare… <da quell’energumena spacca-culi. Quando mi scopa il culo Mery provo solo piacere>.
Il problema è superato… Sarà Mery a cospargerle di crema il buco del culo.
Sylvie, aggiunge una richiesta:
<Noi domani staremo ancora qui a Bologna. Non è che ci fate dormire con voi? Chissà, se riusciremo a vedervi scopare?>.
Mery sta sempre a gambe aperte sul letto. Ha dischiuso la figa. Noto che qualche lacrima dei sui umori sono sgocciolati sul copriletto.
Le bacio le tette. Mi accarezza dolcemente io capelli. Dal suo corpo… quel buon odore di femmina eccitata… La divorerei!
Ha un corpo sinuoso. Gradevole da accarezzare. Palpare. Le accartoccio le tette. Lei si contrae. Gode. Una mano fra le cosce… Cerco il passaggio fra le chiappe. Le accarezzo il buco del culo… Qualche sobbalzo:
<Fammi venire, Flà! È tanto che non vengo su di un vero letto, come si deve venire nell’amore… Perché noi faremo all’amore. Vero?>.
Tante sue farneticazioni che mi portano l’eccitazione alle stelle:
<69, ti va?>.
Sono fra le sue cosce col volto. Queste se lo stringono con dolcezza… La punta della lingua stuzzica l’inguine:
<Mi stai facendo impazzire!>
Ruoto il corpo sul suo. La mia figa ora combacia con la sua bocca. Fra le mie grandi labbra si scatena la sua lingua. Lecca, che lecca, che lecca… E stralecca la clitoride. Impazzisco. Divento una furia nella sua figa.
Lecco. Ciuccio. Rilecco!
<Così. Così. Dai. Amore ci sonoooo.>.
Le sollevo il bacino. Allargo le chiappe. Sul palpitante buco del culo che si mostra, infierisco con precisi colpi di lingua.
<AAAhhhhhhhhhhh!!>.
All’urlo liberatorio d Mery, si aggancia anche il mio orgasmo.
Ci stringiamo forte. Ha una figa larga, la ragazza. Anche guarnita da un folto manto di pelo. Non resisto a questo fascino e, più volte sfrego il viso su questa parte del suo giovane corpo.
Appagata mi giro per assumere la posizione bocca a bocca. Ci sono ancora tante cose da dirci. Baci da darci.
Fra le sue accoglienti tette la informo che dormiremo tutte su questo letto e che dovrà essere lei a ripristinare il culo della sua compagna:
<Dovrei lasciarla dissanguare, la puttana. – Mi racconta con voce che lascia intuire una certa tristezza – Nel giurarci eterno amore, la prima volta che ci siamo prese, un anno fa, mi disse di avere figa e culo ancora vergini e che avendo legato il suo al mio amore, sarebbero divenute le primizie che riservava a me. Che stasera, prima occasione di tradimento l’ha voluta consumare fino all’estremo… Una vera puttana!!>
… E la puttana si materializza… mano nella mano con la sua carnefice: Simona: <Posso stendermi qui, anch’io? So che Mery deve farmi un piccolo trattamento al buco del culo.>
Simo porge a. Mery il tubetto con la crema lenitiva.
Mery, però, ha idee tutte sue su come guarire certe ferite. Appoggia il medicinale sul comodino e torna da Sylvie che, intanto si è messa prona, chiappe rivolte all’alto.
Mery le si avvicina e con decisione le allarga le natiche. In tutta rapidità, prende visione dello scempio che si è compiuto fra questi glutei. Si abbassa col volto in questo solco. Mettendo in moto la lingua.
Una luce diversa prende a brillare negli occhi di Sylvie… Mery si stacca, va a baciare la sua paziente. Torna fra queste natiche con più spinta. Più passione.
Lecca come una forsennata. Con le mani s’insinua sotto al bacino e le trastulla la figa. Gemiti cominciano a farsi sentire.
<Dio… Mi stai facendo impazzire. Questa sì che è una buona cura!>.
Sylvie si scioglie da ogni contatto con la sua Mery gridando:
<Sono guarita. Il culo non mi duole più… Sei un angelo Mery! Perdonami se ti ho tradito così volgarmente. Sono sempre Tua.>.
Si dà daffare per dimostrarle che è proprio così, leccandole con determinazione figa e dintorni.
Io e la Simo ci entusiasmiamo e finiamo a leccarcele anche tra di noi… È così che ci viene in mente che in altra occasione, trovandoci in quattro vogliose, costruimmo una catena per godere tutte assieme.
Lanciamo la proposta: la mia bocca sulla figa di Mery… Sulla sua bocca la figa di Sylvie che si abbevera a quella di Simona. A lei, la solita mia passeretta.
Tutte entusiaste. Il cerchio si forma in un attimo.
Sento subito la lingua della Simo con la sua inconfondibile connotazione che mi stimola la clitoride. Lascio partire uno schizzo. La stessa cosa fà Sylvie sul mio volto. In breve la stanza si riempie di gemiti: “il piacere che si manifesta…”
È poi il momento dei mugugni: “quando il piacere ci lascia al godimento.” Seguono gli incitamenti: “Ancora”. “Di più, di più”. “Daaiii. Così. Sì!”. Rivolti alla partner che vogliamo stretta a noi nel turbinio dell’orgasmo. Che, invece, viene da tutte raggiunto nello stesso momento e… si esprime con un corale grido di liberazione. Di poi… si sprecano promesse e giuramenti d’amore.
La Simo mi vuole ancora… È golosa più che mai: si sdraia a figa spalancata. Alla vista di tanta grazia: “Golosa, lo divento pure io”.
Mi distendo sopra di lei a rovescio… in, perfetto stile 71: (69 + due dita in culo). Un intenso fremito mi erige tosto i capezzoli.
Le nostre ospiti seguono attentamente ogni nostro gesto e mentre le lingue ci fanno volare, si sditalinano con rinnovata passione.
In lontananza, l’orologio di Palazzo d’Accursio batte due tocchi e noi, sempre assieme, liberiamo la nostra gioia per essere, ancora una volta venute all’unisono.
Un segno del destino!
Il sole è già caldo, quando ci ritroviamo nel box doccia. Non perdiamo l’occasione di pisciarci l’un l’altra contro. Sarà il fresco getto dell’acqua a rigenerarci.
La Simo non era con noi in doccia ma ci ha preparato una sostanziosa colazione che viene esibita come brindisi a questa nuova amicizia.
La Simo:
<Tornerete a trovarci. Vero?>.
<Non so se sia educato chiedervelo ma ci farebbe comodo venire da voi anziché fingere un turismo solitario che poi non si realizza.>.
Io:
<Se ci evitate quando siete imbrattate dal ciclo sarete le benvenute.>.
Sylvie:.
<Io avrei ancora voglia di voi. Ma non smetterò più di averne. Avervi viste nell’esercizio del vostro amore, mi rende difficile il distacco>.
Simona:.
<Se è perché volete ripetervi ancora con noi… Vi teniamo finche vorrete>.
Simo sale un attimo in camera. Torna indossando lo strap-on che si è comprata e che non ho mai voluto che usasse con me.