Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

Natale a casa di Flavia


Con Simo si è pensato di celebrare il Natale nella maniera più consona al nostro stile di vita: godendo.

Io e lei lo riusciamo fare benissimo, il Natale sarebbe superfluo, ma vogliamo qualcosa che percorra ogni forma di godimento sessuale: dal niples-lick alla sodomia più profonda.

Chi, se non Oscar e Milly possono accompagnarci in un siffatto tragitto?

L’invito è accolto con gioia.

Arrivano in anticipo. È ancora giorno.

Sto riordinando appunti e non mi andrebbe molto interrompere. Oltretutto sono solo le cinque e il progetto prevede lo stare assieme fino alla mattina del Giorno Santo.

Così li sbologno a Simo.

Continuo a scrivere.

Attorno alle sette scendo. Tutti sono innanzi al maxischermo a guardare porno, portati da Oscar.

Sghignazzano ad ogni scena al grido di: <Sapremo fare di meglio> lì coniato da Milly.

Fanno un casino della Madonna.

Io ho voglia di alcool e mi preparo un Martini. Lo faccio anche per loro.

Applausi!

C’è ancora tempo per la cena e vado a farmi la doccia.

Sono già nuda in bagno e Milly bussa: vorrebbe parlarmi. Apro.

Vuole sapere se ho idee per l’ultimo d’anno. Lo scorso lo passammo qui, assieme, con una sua amica molto porca.

Sarò sola anche quest’anno: Simo è a casa oggi. Lavora il 31 notte.

Vado sotto la doccia, lei si spoglia e mi segue. Mi vuole raccontare della cotta che ha per una ragazzina di sedici anni – lei ne ha 18 -. Un pelo novello che la fa accartocciare di godimenti. La sfotto: <Ma non sbavavi per le tarde sui 30 come me e Simo?>

<Quelle le ho già acquisite. Le cinne [bambine] è tutta frutta fresca> mi prende la mano e la porta tra le sue cosce. Ce la lascio e stuzzico le grandi labbra.

Quello che mi disturba è quel ‘acquisite’ riferite a me e Simo. Ne nasce una scherzosa baruffa che, visto lo stato in cui ci troviamo, riempie il box di una sottile sensualità.

Finisce a lingua in bocca, in un vivace ditalino.

L’ultimo d’anno saremo io, lei e Oscar. Non ci potrà essere la ninfetta che la sta sconvolgendo: <Oscar – che ha da poco guadagnato la maggiore età – è assolutamente contrario a rapporti sex, con minorenni>.

Mi scappa da ridere <Senti chi parla…> ma aggiungo che la penso così anch’io.

Ci rivestiamo e siamo pronte per la cena.

Ma non sarà così.

Usciti dal bagno, troviamo sul divano della sala Oscar e Simo che hanno appena finito di trombarsi. Sul ventre di Simo, la pozza di sperma che Oscar le ha lasciato.

A quel punto, Milly reclama il godimento che le spetta. Spendendo pure una parola per me. Oscar accetta ma con me si esprime solo con la lingua.

Lo compenserò con un immediato bocchino, tanto per seccargli le ultime gocce di sborra ancora nei testicoli.

Ad avere a che fare con certe femmine si può arrivare ad essere spompati anche a 19 anni.

Simo è eccitatissima. Per tutto il pranzo tormenta sia me, alla sua sinistra, che Oscar, il più prossimo dall’altra parte: cerca di condividere, bocca a bocca, i cibi, che, orgogliosamente, ha lei stessa preparato. Sono tutti lunghi lingue in bocca a fronte di piccoli assaggi. Ma il coup de theatre, Simo lo mette in pratica a fine cena, quando tre bottiglie di champagne hanno ben riscaldato gli animi:

Milly si è offerta di portare in cucina i ruderi rimasti della cena e lo sta facendo. A tavolo sgombero, Simo si sfila gli slip e me li sfrega sul volto – Sono fradici! – Me li lascia in mano. Fa che la gonna cada e, a culo nudo, si sdraia a cosce aperte sulla settecentesca tavola. Il suo grido è: <Leccamela>.

Capisca chi deve capire.

Quel suo odore forte, accentuato dalla bramosia, mi dà un’inesauribile carica di libidine.

Lecco con prolungati scivolamenti della lingua sulla clitoride, avviandola a un paio di rumorosi orgasmi. Uno, subito dietro l’altro.

Spompata, mi è grata e promette riconoscenza: <Quando vorrai, ti farò piangere con la lingua nel culo.> Sa che l’apprezzo tanto!

Milly, con la bocca ha ridato vigore al cazzo di Oscar e lo sta testando, in pecora, appoggiata al lavello.

È solo un primo giro. Un bel sorso di champagne, a collo, dalla bottiglia e la festa prosegue nell’ambiente più appropriato: il lettone.

Milly incastra subito Simona in un 69 natalizio. A me resta il cazzo un po’ provato di Oscar. Niente paura!

Ho mani e labbra ben istruite alla rianimazione. Non sarà cosa semplice ma anche con l’aiuto di una favola, glielo metto in tiro per la sua quarta eiaculazione. Milly, appena smontata da Simo, insiste per recuperare dalla mia figa, quanto depositato dal suo fidanzato. <Sarebbe tutta roba mia!>

Succhia con entusiasmo come può fare solo una bongustaia golosa che rinnova in me l’orgasmo.

Confabuliamo, ci scambiamo un po’ di coccole ma, una dopo l’altra, ci si lascia prendere dal sonno.

Mi sento appagata eppure il sonno è agitato. Un sogno mi proietta Simo che interpretando Biancaneve in una pièce teatrale, viene inculata dai sette nani. Quattro, hanno già goduto delle sue sinuose natiche. Gli altri tre sono in attesa e si gingillano, tra le mani, falli, grandissimi, dalle sembianze mostruose. Simo, nel sogno mi evoca chiamando disperatamente il mio nome. È questo che mi sveglia.

È notte fonda. Ma sento, pure, un paio di mani interessate ai miei glutei. Me li accarezzano, direi: amorevolmente.

<Cazzo, i nani sodomiti!> grido.

Qualcuno accende la luce.

Uno scroscio di risate. Labbra mi baciano l’osso sacro.

<Ti ce ne vuole per svegliarti, bambina! – la voce è quella di Simona. Labbra e mani, di Oscar. Simo, chiarisce la situazione – Lui, incula Milly che fa sospiri di godimento che assomigliano ad uragani… Mi sveglio. Mi si accende la voglia… Tu dormi beata… Se voglio mai tirar su qualcosa debbo fermare questa sciamannata che vorrebbe stremarlo con un bocchino…>

Si giustifica Milly: <Nella tradizione bolognese è d’uso… Mamma lo dice sempre, “un buchén al natta incosa!” [un bocchino pulisce tutto!]>

Continua Simona: <Strappo, quasi, dalla bocca di Milly l’uccello… è in ottime condizioni. Nel suo bel color vermiglio, la cappella mi pare che si aspetti ben altro che l’anestesia di un bocchino, sia pure, alla bolognese. Lo coccolo tra le tette dove la mia spagnola gli ridà quell’elegante arroganza che tutte noi sappiamo apprezzare. La figa pulsa. Oscar è un ottimo conduttore e con meno di una decina di consistenti fondate mi fa venire… Lo sfila. Socchiudo gli occhi e apro la bocca. Mi aspetto in gola il suo fiotto. Immagino che voglia concluderla così. Sento, invece le sue mani che mi guidano a sollevare il bacino. Intuisco gli intenti: apro. Lui è già lì. Entra spavaldo. Qualche affondo e si svuota nelle mie  più recondite carni. Godo anch’io: è bello sentirselo vivido e ben caldo, lì in fondo… e ho pensato a te, amore mio. A quel che ti stavi perdendo… Oscar ha condiviso questo mio pensiero e ha lasciato che io e Milly applicassimo tutte le nostre conoscenze per farlo rivivere…Debbo dire che, con un goccio di buon rhum nel finale, ci siamo riuscite… Guarda come te lo offriamo: bello e aitante. Brave, no?> Lo stringe in pugno e me lo scappella innanzi agli occhi per poi mettermelo in mano.

Parole e gesti che mi commuovono. Sono tornata nella realtà che assieme avevamo costruito. La mia figa dà eloquenti segnali ad accogliere in lei quel genleroso cazzo – quasi eroico! -Ma il trend suggerisce un turismo diverso. Verifico: <Dite che ci dovrei mettere il culo anch’io?>

<Si pensava che potesse avere un senso concludere alla stessa maniera la nostra veglia natalizia.> È la vocetta di Milly a dare la spiegazione ma è il severo sguardo di Simo a sostenerla. Mi convince.

Mi posiziono a carponi sulla sponda del letto aspettando Oscar.

Sempre delicato il ragazzo si annuncia percorrendo con la lingua la colonna vertebrale, suscitando un marcato fremito. Mi bagno. Mi gira un paio di dita nella figa. Mi bagno di più. Vi infila un terzo del cazzo per carpirne la viscosità. Dalla figa alcune sensazioni si sono trasferite al buco del culo: pulsa. Lo apro più che posso. Sento il piacevole calore della verga che spinge. Mi piace! <Vai Oscar!> Non c’era assolutamente bisogno di incitamento. È già in fondo e scopa a tutto spiano. Sono eccitatissima. Accompagno i movimenti di lui roteando il bacino. Stringo e apro le natiche facendolo, prepotentemente, mio. Me la sto proprio godendo. La figa cola.

<Flà, ci sono… ci sono! Vengo!> s’accascia a peso morto sulla schiena. Per tutto il tempo che lo sento spruzzare in me mi mordicchia il collo. Ma è tanto delicato. Vengo anch’io. Sono tutta un fremito: <Baciami Oscar!>

Attorno alle dieci di questa mattina, vengo svegliata amorevolmente da Simo che mi ricorda di avere un debito verso di me. Sono assonnata ma mi sovviene <Già, la lingua in culo… Io però – e noto che siamo sole – adesso debbo fare una gran pisciata.>

<Vieni>. Mi prende per mano ed è con me in bagno. Vuole che siano le sue dita a farmi il bidet che si conclude quando le squirto sulla mano. Al suo ditalino non so trattenermi e colo.

Sarà il candido divano a meravigliarsi di come quella lingua mi fa dimenare e piangere di gioia.

Innanzi al caffè bollente tiriamo le somme della strenna natalizia.

Io:2 ditalini (Milly – Simo). 1 leccata di figa (Oscar) 1 scopata (Oscar) 2 leccata di culo (Simo – Milly). 1 inculata (Oscar)

Simo: 2 scopate (Oscar). 1 leccata di figa (Flà). 1 69 (Milly). 1 inculata (Oscar)

Ne conveniamo che io ho beneficiato maggiormente della festività

Non è un problema: dopo la colazione, un 69 sul fianco destra compenserà le differenze.

That is the love!

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