Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

L’ultimo giorno di scuola

la Musa

GABY\\

L’Autrice

FLAVIA MARCHETTI

Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København

©La FlaviaMarchetti 2022

Quel giorno mamma con l’automobile mi era venuta a prendermi alla scuola. In segreteria aveva potuto vedere che ero stata promossa a pieni voti. Era l’ultimo giorno di scuola. Avrei ricominciato in ottobre. Ma in terza media.

<Sei stata troppo brava. Se vuoi oggi potresti organizzare una festicciola per le tue amiche più care. Potresti fare gli inviti adesso così nel tornare ci fermiamo alla pasticceria e prendiamo i dolcetti che più ti piacciono.>

Mamma non mi ha mai viziato, ma quando ho fatto le cose ben fatte, ha sempre tenuto a farlo sapere al mondo.

La campanella è appena suonata. Le compagne di classe sono ancora tutte qui attorno. Ne invito cinque. Due delle quali mi dicono che verranno con il loro fidanzatino. Io non ce l’ho, non tanto perche non abbia spasimanti che mi corteggiano, ma perché mamma mi ha insegnato che ogni cosa va scelta al momento giusto.

<Tu – dice mamma – sei ancora troppo bimba per l’amore.>

E io a mamma non posso che dar retta.

Lei è molto contenta di avere una figlia come me. Me lo dimostra sempre con piccoli regali e tante altre sue gentilezze.

Mamma è bellissima: giovane… sempre elegante. Non perde occasione per dirmi che vive soprattutto per me. Ci vogliamo molto bene.

Io poi cerco di assomigliarle il più possibile.

A tutte ho detto che la festicciola avrà inizio dalle 16. Prima ho provveduto a farmi bella come dovessi concupire qualche corteggiatore. Mamma mi ha voluta sotto la doccia con lei. Mi ha massaggiata per tutto il corpo dandomi anche piacevoli sensazioni. Dopo la doccia mi h applicato un leggero trucco che forse mi ha messo in conto un paio d’anni in più. Non avrebbe alcun senso ma:

<… sembrare di qualche anno in più si finisce sempre per essere più ascoltate e prese in considerazione.>

Alle 16 c’è solo Grazia, la compagna del banco accanto al mio. L’unica a cui faccio copiare i compiti. Quella che avendo una sorella fidanzata mi racconta le performance erotiche che la sorellona si attribuisce.

<Chissà a me quando capiterà?>.

Ho esclamato l’ultima volta che mi ha raccontato qualcosa. Lei con fare consolatorio mi ha abbracciata e stretta con passione, accarezzandomi i capelli. Stranamente, ho sentito come un volo di farfalle volteggiare sotto le mie acerbe tettine. Regalandomi una piacevole sensazione.

Alle 16:30 dopo un giro di telefonate dico sconsolatamente a Grazia che alla mia festa parteciperemo solo io e lei. I cabaret di paste, le bibite, e anche la bottiglia di spumante sono tutte per noi.

<Non è poi così male. Ho delle più belle storie eccitanti di Miriam da raccontarti. Vedrai che, alla fine, ci divertiremo di più.>.

Solo che quelle storie non ce le potevamo raccontare con mamma sempre in giro per la casa.

Poi mamma, dopo aver parlato al telefono con nonna, se ne va. Sale da lei.

<Ieri, Miriam… lasorella… non mi ha raccontato la solita trombata che ha fatto con Ferdinando. Mi ha chiesto invece se sapevo di qualche femmina che faceva l’amore con altre femmine. Le ho detto che mi sembrava impossibile. Lei invece mi ha detto che non era proprio così. Dice che non son poche le ragazze che rifiutano di farsi infilare un cazzo nella figa. Mi ha detto anche come si fanno chiamare ma poi me lo sono dimenticata.>

E mi racconta storie dolcissime di amori nati tra ragazze.

<Scusa ma se non c’è di mezzo il cazzo come fanno a trasmettersi il piacere?>

Domando ingenuamente

<Con le dita della mano. Quando vogliono di più, mettono in campo la lingua. Miriam ha voluto provare con me. La lingua ce l’ha messa lei. E’ stata veramente una gran cosa!>

Lo sguardo di Grazia è mutato. S’è fatto magnetico. Mi punta come una fiera punta la sua preda. Non posso che avvicinarmi a lei. Praticamente le finisco tra le braccia. Mi stringe forte. Mi succhia il collo, sotto la gola e mi ciuccia il mento. “Devo convenire che è gradevole”.

Le solite farfalle prendono a svolazzare attorno ai miei capezzoli.

Non so perché ma mi viene di sdraiarmi sul divano. Grazia è sopra di me. Una sua mano solleva la veste. S’infila fra le cosce che mi viene di allargare.

La mano accarezza lo slip. Sotto, il fighino, pulsa come il mio cuore che sento palpitare a tutto spiano. Il volto di Grazia è appiccicato al mio e mi sta baciando gli occhi… Le palpebre che tengo socchiuse per vivere questo sogno come vanno vissuti i sogni.

Grazia ha il respiro pesante. Sento che il suo corpo è bollente. Sempre mi accarezza lo slip sopra lo spacchetto del fighino. Le sue labbra percorrono il mio viso poi si appoggiano alle mie che si aprono. La sua lingua è in me.

Finalmente so cos’è un lingua in bocca.

Attorno alle mie tette e nel mio ventre sento milioni di farfalle svolazzare.

Lo dico a Grazia che mi risponde:

<Lasciati spogliare. Te ne farò sentire di più>.

Non vedo perché non lo devo fare.

Mi lascio andare. Lei provvede in tutto per tutto. Sempre baciandomi. Sempre accarezzandomi il fighino. Che nudo rilascia tutta un’altra sensazione.

Si è spogliata anche Grazia. Con le sue belle tette già formate si stringe forte a me. Torna il lingua in bocca, mentre il suo fighino spinge forte sul mio.

Le farfalle sbattono molto forte le loro ali. Vado fuori di testa

Grazia si lecca a lungo l’anulare e il medio e me li porge:

< Se vuoi aggiungere un po’ della tua saliva. Sarà quasi come godere assieme>

La giornata si è fatta un po’ turbolenta per me. Sto andando fuori di testa. Con decisione le prendo quella mano e le succhio avidamente le dita fornicatrici.

È un desiderio nuovo quello che mi sta prendendo:

<Se sono davvero la tua migliore amica, come dici sempre, quelle dita le metti nel mio fighino. Dopo le lecchiamo assieme.>.

Lei mi bacia a lungo

Già sento quelle dita armeggiare nel mio spacchetto.

Lì sta già succedendo qualcosa:.

<Ce l’hai già bagnata e ben lubrificata.>

<Sì ho avuto l’impressione che mentre me l’accarezzavi mi fosse sfuggito uno schizzo di pipì.>.

<Non è pipì Gaby, sono le lacrime di gioia del tuo fighino, ben contento di essere presso in considerazione. Succede anche a me… Ti conviene tenere un asciugamano sotto le chiappe.>

<Ti ha proprio insegnato tanto, Miriam!>.

<È veramente esperta. Siamo state sveglie fino a notte fonda. Mi ha detto e fatto tante cose>.

<Che puoi dire anche a me?>.

<Con te le faccio!>.

Senza aggiunger altro spinge le dita oltre il mio spacchetto. Una vampata di piacevole calore mi compenetra assieme alla sensazione del volo di farfalle.

Sa bene quello che fa!

Spinge decisa le dita più che può e le gira 3…4…5 volte.

Ognuna delle quali è per me un piacere sublime. Penso di aver capito cosa vuol dir godere.

Ho le sue poppe sul volto… Calde. Profumano da femmina adulta.

M’infilo un capezzolo in bocca: lo ciuccio

Sento che a lei piace tanto:

<Che brava vuoi farmi godere anche tu!>.

Sussurra. D’acchito dà velocità alle dita in un progressivo dentro-fuori.

Il godimento che genera è immenso.

<Graziaaa – quasi grido – non so cosa mi stia succedendo. Ma secondo te, sono sempre la stessa?>.

<Sei di più.  L’eccitazione ti ha reso molto più bella di quanto sempre tu sia. Credimi. Sei un  Amore! – prende fiato per aggiungere – ti va se finche stiamo su questo divano posso chiamarti così… Amore?>.

<Sììì. Così. Di più. Ancora. Sei tu l’amore!>.

L’orgasmo che ancora non conoscevo, stava centrifugandomi.

Felice come una Pasqua mi lascio andare sfinita.

Grazia è sopra di me e, come d’accordo, mi restituisce le sue dita da leccare con il buon sapore della mia figa.

L’eccitazione ha preso anche lei che ora sta leccando con foga il mio immaturo seno.

Dopo quanto ha combinato tra le cosce con le dita, ora che ha messo in moto la lingua, sono sicura che avrà qualcosa da in segnarmi anche per l’uso di questa.

Non faccio in tempo a fare questo ragionamento che una scarica di piacere investe ogni centimetro delle mie fanciullesche tette. M’invita a sfregarle sulle sue. Anche questo genera in me sensazioni mai provate.

È in questo eccitato contesto che mi sfugge la battuta:

<Ah, se mi vedesse mamma!>.

<Sarebbe contenta. No?>.

<Penso di no. Lei ci tiene molto che io diventi una bella ragazza. Che mi sposi e che la faccia nonna>.

<Ma scusa. Non è lesbica pure lei>.

<Non credo. Con papà non litigano mai e ogni sera vanno a letto assieme>.

<Ma scopano?>.

L’argomento mi turba, così le dico come mi comporterò con mamma e cosa le dirò di noi due, oggi.

<Chissà se vorrai raccontarle di come te la leccherò>

Un rapido movimento ed è con la bocca sul Monte di Venere. In punta di lingua schiude lo spacchetto. La immerge tutta per darmi un piacere smisurato. Quello che mi auguro mi accompagni per tutta la vita.

Proprio così… è questa leccata a segnare il mio futuro e… in questo momento lo immagino assieme a Grazia.

A una cert’ora Grazia se ne va ed io resto ad aspettare mamma. A lei racconterò la mutazione che quel giorno è avvenuta in me.

Mamma:

<Chissà quante cose vi sarete dette oggi con Grazia.>

<Si tante. Vorrei raccontartele. Vieni a dormire con me?>.

Finita la cena, mi ritiro nella mia stanza. Qualche minuto e mamma è già lì.

Con mia meraviglia Mamy si spoglia:

<Fa tanto caldo. E io a letto ci vado sempre nuda. Ti dispiace?>.

Via la camicetta. Via il reggiseno. Via la mini. Le calze non le porta. È qui che noto la catenina alla caviglia. Per la quale, Grazia sospetta che sia un messaggio LSB.

Mamma resta con uno striminzito slip color carne e trasparente. Che lascia intuire un bello spacco di figa ben depilato. Mamma è una bella donna che eccita per la dolcezza dei suoi attributi corporei… Un seno ben sodo. Le natiche che vien voglia di sculacciare con libidine.

Mi rendo conto che verso la propria madre, sono pensieracci. Ma l’avventura, appena vissuta con Grazia, ha meso in eccitazione pure me. Mi spoglio completamente. Tolgo anche gli slip.

Mamma mi sorride. Mi accarezza i capelli. Mi stringe a sé.

Così nude, è un abbraccio che percepisco in maniera totalmente diversa… La sua figa che bacia e combacia con la mia, la sento un po’ bagnata. Umida è pure la mia.

Provoco… Un mezzo giro del bacino e le due nature si strusciano.

Mamma reagisce d’istinto ripetendo la mia stessa mossa. Un fremito ci attraversa entrambe.

“Quindi l’ipotesi di Grazia non è del tutta campata in aria…”.

Noto che ha caricato un’espressione sognante e gli zigomi le si sono arrossati

“Madonna… mamy gode con me!”.

Ma questo non mi dispiace. Vorrà dire che sarà più indulgente quando le dirò con chi vorrei gestire il mio sesso.

“Che bello. Abbiamo gli stessi vizi!”.

Entusiasmo assieme ad eccitazione. Per mano l’avvicino al letto. Mi sdraio. Mamma mi è di fianco.

”Nuda nel letto con mamma nuda”

”Sto perdendo il lume della ragione. Quasi non ricordo cosa debba succedere ora…”.

<Ti vedo agitata. Piccola. Io sono felice di essere qui con te in questo modo splendido. Cosa volevi dirmi?>.

Mi butto fra le sue braccia. Il suo corpo è molto caldo. Sento che sprigiona lo stesso profumo che ho sentito da Grazia, qualche ora fa, nel momento del suo massimo desiderio.

Il racconto della mia giornata con Grazia può attendere:

<Volevo dirti… che ti voglio bene>

<Anch’io. Tesoro. E mi sembra che ce lo stiamo dicendo nel migliore dei modi>.

Mamma mi ha preso il volto tra le mani e mi sta baciando ovunque: le gote. Gli zigomi accalorati. La punta del naso…

Innanzi alle mie labbra, ferma l’entusiasmo.

Un attimo e me le sfiora. Le socchiudo. Sento un po’ della sua lingua che me le sfiora.

Apro la bocca. La sua lingua si infila. Il bacio si completa.

E che bacio!

Il bacio scatena Mamy. La lingua impazza nella mia bocca. Accomuniamo le salive. Contro il mio Monte di Venere sento premere la sua figa

<Piccola mia… Stai già diventando grande!>

<E tu sempre più bella.>.

Ormai per me il ghiaccio è rotto… scendo con la bocca sulle tette di mamma che la ventata di piacere ha rassodato. Gliele lecco in ogni dove. Con le labbra stringo i capezzoli.

La mano di mamma mi accarezza la figa. Per quel po’ che posso sapere, mi sembra che ci sappia fare.

Faccio altrettanto sulla sua figa.

Si mette a mugugnare, esibendo tutta la sua voglia. Un po’ vergognandosi chiede di più. Da figlia ubbidiente la prendo in parola. Infilo il medio e mi introduco nel canale dell’amore. La scopo con dei prolungati dentro-fuori.

Mi bacia accarezzandomi i capelli. C’è qualcosa che vorrebbe dirmi… Poi trova lo slancio per sussurrarmi:.

Ho la figa larga, io. Di qui sei passata anche tu. Se non metti almeno tre dita non me ne accorgo. A mamma non si deve mai dire di no. L’accontento. Lascio fuori solo il pollice.

Mamy gioisce a tutto spiano.

Baciami, Tesoro, che mi vien da gemere. Se lo faccio sveglio papà. Allora sì che sarebbero guai.

Lingua in bocca e torna il suo bel mugugnare.

Dentro-Fuori

Dentro-Fuori.

Ancora.

<Sì. Dai. Così>

Inarca la schiena… vibra tutta. Viene!

<Aaaahhhh, che brava sei!>.

Sfilo le dita, intrise dei suoi umori che lecco con un certo sussiego. Quindi le passo a lei.

<Sei brava. Cucciola. Da chi hai imparato?>.

<Tutto oggi pomeriggio. È di questo che ti volevo raccontare.>.

<Grazia?>.

<Sì. Mamy… mi è piaciuto tanto. Un mondo nuovo. Tutto da scoprire.!>.

<Oggi, mamma tua te ne farà scoprire un altro po’. Ti va?>.

<Wow!>.

Grido, dimenticando che nell’altra stanza dorme papà,… uomo tutto d’un pezzo. Nemico giurato di ogni pur piccola trasgressione…

“Lui a mamma non l’ha mai leccata”.

Mamy mi fa gli occhiacci:

<Zitta! Se dovesse mai sorprenderci così. finirebbe in tragedia. E, ora che ci siamo rivelate, distruggerebbe un bel sogno.>.

Il bacio che ne segue è polidimensionale. Con la lingua che parte dalla bocca per scendere inesorabilmente a far vibrare i capezzoli e lacrimare il mio fighino.

Non posso che sussurrarle:.

<Mamy, ti adoro!>.

E Mamy contraccambia con:.

 <Pur se hai un’insegnante che sa il fatto suo, voglio lasciarti qualcosa anch’io… Vieni con il fighino sulla mia bocca che voglio parlarle.>.

Calde e vibranti sono le sue labbra quando le calo dall’alto il mio rigonfio spacchetto.

Innanzi ai miei occhi, le sue tette con i capezzoli in piena eccitazione. Un po’ sotto il suo spacco tutto aperto e voglioso.

La lingua mi penetra, stuzzicando delicatamente in ogni dove. Ventate di fremiti. Brividi a non finire. Il mio fighino distilla umori. Mamy li ciuccia golosamente. Io posso solo godere e strizzarle le tette che vedo a portata di mano. Le piace tanto.

Più sotto… le cosce irrequiete con al centro il suo bel figone gonfio di desiderio.

Se spingo il mio tronco innanzi calerei con la bocca sulle sue grandi labbra, senza distogliere il fighino dalla sua bocca.

L’eccitazione è tanta.

Lo faccio. La   Mamy-Figa   si spalanca.

Lecco… rilecco… stralecco.

Ciuccio. Bevo ogni suo schizzo.

Dal canto mio… Vivo la stessa situazione. Con la variante che Mamy mi stimola, in punta di lingua, il bordo del buco del culo.

Sussulto.

Vengo.

Nello stesso momento viene pure Mamy.

Assieme, unite dalle lingue che volteggiano nelle reciproche fighe, ognuna raggiunge il proprio Nirvana.

<Madonna, piccola mia! Mica mi avevi detto che il tuo pezzo forte è il 69. Era troppo che non ne vivevo uno. Questo poi, con te, ha unito la passione all’affetto: il vero amore!>.

<Mamy, è stata una cosa del tutto spontanea. Sapevo che il 69 esisteva, non avevo idea di che fosse. Anche Grazia, oggi, non l’ha neppure accennato>

<Piccola mia, Lo rifaremo tante volte. Perché tu lo vuoi rifare. Vero?>

<Si Mamy. È piaciuto tanto anche a me. Mi è piaciuto tanto anche farti godere con le dita… e quando me la leccavi semplicemente…. – ci penso un po’… poi – adesso possiamo dirci, amanti?>

<Io e te te? Senza dubbio, però non lo deve sapere assolutamente nessuno. Quando lo rifaremo dobbiamo essere sicure che nessuno, proprio nessuno, potrà venirlo a sapere. Posso fidarmi?>

<Certamente Mamy. Ti ho mai delusa?>

<No piccola. Hai sempre fatto le cose come dovevano essere fatte. Per questo mi sono fidata stasera a lasciarmi andare. A dire il vero ti vedevo così bella che non avrei saputo trattenermi.>.

Raccoglie i suoi vestiti. Si riveste. Se ne va.

Resto con tanti nuovi pensieri. E anche con un bel po’ di voglia di riavere quanto mi ha appena finito di dare Mamy.

Forse  un virtuale con Grazia e un buon ditalino potrebbero placare le voglie.

Chiamo al telefono Grazia.

< Sono ancora eccitata dal nostro pomeriggio. Mi son già sgrllettata tre volte e ne avrei ancora voglia. >.

Mal comune, mezzo gaudio:

<Sono messa così anch’io>

E optiamo per un 69 in virtuale con la chat. Tanto per dare dignità alle nostre lingue.

Grazia si stupisce per la carica con cui gestisco l’amplesso.

<Con chi l’hai fatto per davvero l’ultima volta?>.

Resto abbottonata.

<Per davvero con nessuna>.

<Con me lo faresti?>.

<Come no. Così imparerò qualcosa di nuovo.>.

<Se domani riesci a sgomberare la casa da mamma per un paio d’ore, passo da te.>.

<Sulle 2 del pomeriggio che sale da nonna>

<Sarò lì da te più porca che mai. Hai già raccontato a mamma di noi oggi?>.

<No. Ma ho pensato ce non le dirò niente. Sono cose così nostre che è bene restino solo fra me e te>.

Piccola menzogna ma la situazione la richiede.

<Brava. Così non arrossirò quado l’incontrerò.>.

Grazia ha caricato le labbra di un rossetto che più rosso di così non potrebbe essere.

<Lo voglio lasciar tutto attorno ai tuoi capezzoli e sulle tue grandi labbra rigonfie>

Visto che mamma è già uscita di casa, si mette subito nuda e mi incita perché lo faccia anch’io.

<Ci facciamo un po’ di godimenti prima del 69. Tanto da arrivarci già in calore?>

Decisamente non sono quella di ieri.

Mi sono un po’ pentita di avere questo rendez vous. Quando avrei potuto avere mamma lì, con me… bella, premurosa, piena di coccole per me e il mio corpo. Sarebbe anche da escludere l’irruzione di papà che sta a Roma per lavoro.

La riprovazione per quanto sto per accingermi a fare con Grazia avrei potuto farlo con Mamy

Tutta un’altra musica!

In parole povere, oggi Grazi a, mi sta abbondante.

Sbrigo in fretta e furia il 69 che ci siamo promesse e con la scusa che mamma potrebbe accorciare la visita giornaliera a nonna… mi libero di lei.

Mamma rientra e per prima cosa ha uno struggente lingua in bocca per me.

Vado sotto al leggero vestito che indossa. Le stringo forte la figa.

Mugugna con un sospiro:

<Fino a ieri mi sentivo un po’ vedova. Da ieri, grazie a te… quasi troia – Per chiedermi di seguito – è poi venuta Grazia? Ehh… avete coronato il vostro…?>

A mamma non ho mai nascosto nulla:

<Una cosa molto modesta. Ma tutto per colpa mia. Pensavo continuamente a quello che avevo provato col nostro>.

<Vuoi recuperare?>.

<Oh sì. Mamy! Quando vedrai che sto per venire, dovresti mettermi due dita in culo e fare un po’ di dentro-fuori. Grazia ci ha provato ma ha rovinato tutto. Tu, però, sei molto più brava!>.

<Come mai queste raffinatezze erotiche?>.

<Le descrive Flavia Marchetti nei suoi 69 Racconti, che sto leggendo. Flavia scrive che ormai Simona, la sua. Lei, vuole sempre venire così. Dev’essere uno sballo!>.

<Dai Cocca. Vai in camera tua che piscio e arrivo. Oggi che siamo sicure che in casa siamo solo io e te… potremo godercela a squarciagola>.

<Ti amo. Mamy. Grazie per avermi voluta come tua amante.>

Sono ancora una pivella ma mi sento di poter dire che la classe di Mamy nel leccare non abbia eguali. Languida o infuocata che sia, mi regala godimenti sensazionali. Lei dice che sono una bomba anch’io ma credo che abbia ancor tanto da imparare.

Comunque tre orgasmi ce li siamo goduti urlando tutto il piacere che provavamo. Ed è stato veramente tanto.

Sfinite ci siamo abbracciate e abbiamo mixato le salive dei lingua in bocca, con il sudore di questa torrida estate, raccontandoci di noi e delle nostre fighe. Imparo così che Mamy la dà pochissimo a papà e quando capita finge di godere. Poi corre a sfogarsi da Milena, l’amica lesbica che abita di fronte.

<Se sarai indulgente con la tua Mamy non andrò più da Milena. Sarò solo tua>

<Sì Mamy. Non avrai più una figlia ma vivrai con un’amante vogliosa.>.

Detto questo si rituffa fra le mie cosce… le mani sotto alle natiche… solleva il bacino… il buco del culo è alla mercè della sua lingua. Strepitosa negli affondi. Il piacere non tarda a rivelarsi:

“È un piacere intenso che dilaga alla figa”

Colo senza ritegno. Mi ciuccia la clitoride con sapiente maestria. Vengo con un ruggito.

<Vieni che ci facciamo una doccia. Ci facciamo belle e andiamo in qualche ristorantino romantico come fanno le coppie innamorate.>

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