l’INGEGNERE GIUSEPPE: Oltre le nuvole
l’INGEGNERE è un amico di Flavia anche lui cultore dell’erotismo delle cose con un suo particolare e intenso guizzo nel descrivere momenti d’amore.
Flavia ci tiene a farvi conoscere le sue Opere
Flavia dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard, del dr.Hans Stortoghårdt – København
….se non fosse Castelferro ma Milano Torino o Genova,forse Lucia non sarebbe sola in quella casa, la mattina ad aspettar la sera e la sera ad aspettar mattina… ….se non fosse Castelferro ma Milano…forse Lucia avrebbe scelto altri studi
…se non fosse Castelferro ora Lucia non sarebbe una semplice moglie delusa di un marito deluso.
…sarebbe una donna in carriera con l’orgoglio, il carattere e la grinta
…ma forse dentro lei quel desiderio insaziato di sentirsi fisicamente e mentalmente sedotta sarebbe comunque il life motive che alimenta i suoi pensieri, nutre i suoi desideri e tormenta la sua fantasia…
… È mattina… le cinque… la sveglia suona…, Il tailleur e la camicetta bianca sono appesi di fianco al letto…
si sveglia decisa, si alza… lascia il marito nel sonno si veste… In 20 minuti è in taxi verso l’aeroporto…in partenza per Monaco…
Due giorni di riunione…si sente pronta ad affrontare il cliente…
Al gate presenta il suo biglietto di business class…
Si avvia verso i controlli di sicurezza con la sua piccola valigia di pelle nera…
In coda davanti a lei e dietro di lei solo uomini…a quell’ora in aeroporto le donne son davvero poche e si sente orgogliosa di essere una di queste…
Mentre guarda i metal detector affollati, davanti a lei un uomo alto si gira la guarda fissa… Un sorriso imperscrutabile si nasconde in quel viso… Le piace ma la insospettisce e l’attrae… Decide di fingere di non notarlo e forza il suo sguardo nel vuoto… Lui non se ne cura e continua guardarla fissa senza parlare fino a che arriva il suo turno.
Passati i controlli Lucia si guarda intorno, l’uomo alto è sparito… ma le ha lasciato una vocina dentro… lei cammina verso il gate. È ancora frastornata dal sonno… Si siede in attesa che chiamino il volo. Sfoglia una rivista…
Quando sente l’annuncio del volo, chiude il giornale e si accorge che quel uomo, in silenzio, si è seduto al suo fianco e nuovamente la fissava con quello sguardo beffardo… che non si capisce se la sta spogliando con gli occhi o se la sta prendendo in giro…
Lucia è indecisa… potrebbe fingere di non vederlo… o potrebbe dirgli qualcosa… o potrebbe cercare di allontanarsi… ma non ha la forza di interrompere quel gioco che lui le ha imposto con lo sguardo… La gente è già in coda e lei si alza per andare al controllo biglietti e salire in autobus e lui nuovamente non c’è più…
Nell’autobus stipati per arrivare all’aereo la gente si sostiene appoggiandosi…e ancora lui di nuovo è lì… dietro a lei e questa volta le è così vicino da strusciare il suo corpo su di lei… Lei non sa dire se quello che prova sia fastidio o piacere o forse desiderio e curiosità di capire dove la porterà quella situazione.
L’autobus è arrivato e tutti scendono… di nuovo il gioco è interrotto.
Lucia… la scaletta e sale…
L’uomo resta indietro e lei, ora se ne rende conto, vorrebbe che lui la seguisse ancora.
Lucia arriva al posto 3A vicino alla finestra… toglie il cappotto, si siede… e ancora, di nuovo lui in piedi di fianco a lei la guarda… si sta spogliando… leva il cappotto e la giacca e li pone nella cappelliera… “Vuole che sistemi la sua borsetta“… Lucia si gira… che voce calda e bassa… lo guarda e non può che notare lui vistosamente eccitato… che mette in evidenza per lei quel gonfiore sporgente nei pantaloni…. Lucia arrossisce… si vergogna di essere attratta da una manifestazione così volgare… ma è così… le piace che lui le parli e che sia eccitato mentre le rivolge la parola… “Mi dia anche la sciarpa, la metto qui su”… Lei gliela porge e lui… lui prende la sciarpa di lei e curandosi che lei lo veda e si preme la sciarpa sui pantaloni… mentre la guarda negli occhi. Si siede…e la guarda…la guarda ancora con quel sorriso strano… ma non ha messo a posto la sciarpa… se la tiene lì… tra le gambe…. E lei si chiede cosa fare. Se lasciare lì la sciarpa mentre lui si trastulla nell’imbarazzarla o se riprendersela con la conseguenza inevitabile di toccarlo. Lui la guarda divertito perché le ha letto dentro che lei vorrebbe toccarlo e sentire quel membro eccitato… L’aereo accende i motori, le luci si spengono. In quel momento lui non ha esitazioni…le afferra il polso…e guida la mano di Lucia a prender la sciarpa. Gliela preme forte contro il membro duro. Si avvicina a lei e le sussurra: “Lo senti come è duro? Quando saremo in volo…ti porterò nella toilette…e lì ti farò quello che voglio“
Lucia vorrebbe reagire… dirgli che è sposata e che non si deve permettere quella confidenza e che se non la smette chiamerà il comandante…. Forse sarebbe anche riuscita a dire per intero quella frase… ma la sua mano la tradisce e quando sente nel centro del suo palmo… la carne di quello sconosciuto sotto la sciarpa… beh lei stringe… stringe forte fino a che lui chiude gli occhi…. Poi ritrae di colpo la mano. È rossa rossa in viso… Perché ha perso il controllo? Lui ora tace di nuovo.
L’aereo raggiunge la pista…. un attimo ancora nel buio… il pilota da potenza e la pista scorre veloce, l’eccitazione e l’accelerazione del decollo fanno pulsare forte il cuore nella gola a Lucia… Lui ora nuovamente la ignora… lei non resiste e continua a guardare il gonfiore di lui…ora glielo dirà…gli dirà di smetterla…è rossa in viso e ha il coraggio di parlare…”Senta….la deve smettere…io….“
Lui nuovamente le prende la mano e le fa sentire la carne che freme dietro la seta della sciarpa. Lei ammutolisce…. Aammutolisce e stringe di nuovo…
Ora è lui a parlare: “Sta zitta. Quando saremo in quota, andrai alla toilette…e per tutto il volo ti farò quello che voglio“. Lucia si rende conto di non aver potere verso quell’individuo…zitta…impaurita e vogliosa…guarda nel vuoto rossa in viso. L’aereo ha completato la sua salita, è un volo lowcost, le hostess non passeranno col carrello.
L’uomo le si avvicina… per la terza volta le prende la mano nella penombra spingendosela forte sul sesso….
“Come ti chiami?”
“Mi chiamo Lucia”
“Bene Lucia ora tu ti alzi e vai alla toilette”
“Ma io..io…io…”
“Smettila di perder tempo alzati e va”
Quell’uomo si alza per farla passare… Lucia si sente un automa…. la sua volontà è disattivata… si alza e cammina giù per il corridoio…apre la porta della toilette… e la socchiude senza serrare la serratura… la porta si riapre… lui è lì… e chiude la porta a chiave. Lui non parla… le fa segno di sedersi… le mette le mani tra i capelli… e le spinge dritto il sesso in bocca senza darle il tempo di parlare… lei tenta solo un attimo di divincolarsi… ma quella volontà superiore… e l’odore e il sapore del maschio hanno la meglio sulla sua indebolita… la sua testa comincia ad oscillare… le sue labbra a succhiare…e la sua lingua guizza come volesse sfamarsi di quel membro.
“Brava, sapevo che non mi avresti deluso”
Lui le tiene le mani tra i capelli e le scopa letteralmente la bocca… Lucia senza volontà si lascia usare o forse semplicemente la sua volontà è di esser presa in quel modo… Vuole essere assoggettata a fare quelle cose…
Lei vuole quelle cose…
Lui ha voluto per lei quello che lei non si osava desiderare…. né prendere…
“Alzati, sollevati la gonna e sta piegata in avanti”
Sente le mani di lui che le abbassano i collant e le mutandine e senza toglierle… sente le dita di quello sconosciuto violare il suo sesso… e poi… ahhh… anche dietro…. e poi poi sente quel blocco di carne lacerarle le membra ed entrarle dentro… e pompare… pompare… pompare….lento e senza cambiamenti di ritmo
Lucia sente il respiro accelerare, sente il calore avvampare…. e comincia essa stessa a far oscillare il bacino per farsi pompare più forte….
DRRRRRIIIIIIIIIIIINNNNN…..
“Lucia…. ma che fai? Di nuovo al computer… ma cosa fai tutto il giorno lì… sei tutta rossa… a legger sempre quello schermo ti rovini gli occhi… ma perché non andiamo un po’ in città che ci sono i saldi… dai se ti va dopo pranzo andiamo ad Acqui”
“Sì mamma potrebbe essere un’idea, qui a Castelferro non succede mai nulla… qui si può vivere solo la vita degli altri”