Le Tre Grazie
L’Autrice
Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København
©La FlaviaMarchetti 2022
Questa storia me l’ha accennata Lucia. Una buona amica di chat che voglio ringraziare pubblicamente. Alle sue informazioni ho voluto aggiungere qualcosa del mio vissuto
I coniugi Vivarelli nel giro di tre anni avevano messo in circolazione Alba, Rosa e Rosalba. 22, 21 e 20 anni. l’ultima nel 2002. Ora, tre fior di figliuole: belle, simpatiche… Piene di vita.
Questa storia mi è stata raccontata da Rosalba… La più piccola delle tre.
Assieme stavano veramente bene, sviluppando una complicità per ogni occasione, difficilmente espugnabile.
Le tre sorelle, conseguito un diploma, avevano aperto, sempre assieme, un bar, a cui avevano dato un nome che rifletteva la loro quotidianità: Le Tre Grazie.
Ben presto questo era divenuto uno degli ambienti più frequentati della città. Le ragazze offrivano un’ottima pasticceria e una vasta scelta di cocktail, imparati frequentando l’Istituto per le attività alberghiere. Il tutto condito dall’elegante dolcezza dei loro caratteri.
Molto del tempo che avevano vissuto lo avevano trascorso assieme…. La stanza in cui dormivano, le vacanze, gli studi superiori nello stesso istituto.
E, soprattutto quando, più o meno assieme, si erano affacciate all’adolescenza, avevano socializzato quei piacevoli prudori che ognuna di loro avvertiva tra le cosce. Ne avevano parlato e si erano consigliate con le amiche
.Avevano accolto il consiglio di accarezzarsi proprio lì, quando questo succedeva. Consiglio molto gradito e ben praticato. Avevano così imparato cos’era il piacere e il godimento. Parlarne e condividere tra di loro quelle emozioni, era stato più che naturale.
Era iniziato un periodo in cui i ditalini incrociati riempivano le loro notti.
Questo le proteggeva dal rischio di cedere alle concupiscenti proposte di loro coetanei che non mancavano di frequentare.
Così quando Alba, la primogenita, allora nei suoi 13 anni, aveva avuto da un’amica le confidenze sul suo primo bacio, non aveva fatto altro che sperimentare con le sorelle le gioie che suscitava: quella notte, lingua in bocca fino alle ore piccole. Tanta emozione e piacere.
Divenuto anche godimento in abbinamento con gli abituali ditalini:
<E se… Visto che riceverla in bocca produce sensazioni così belle… Perché non utilizzare la lingua al posto delle dita nei ditalini.>
Aveva proposto Rosa, sollevando la veste… mostrando la fighetta già nuda e vogliosa. … Quella notte scoprirono quanto fosse bello leccarsela.
Il mondo di Saffo
Da mamma… Con molta discrezione… Alba venne ad imparare che il godimento con femmine lo ricercavano le lesbiche:
<Mamma dice che ce ne sono tante ma che stanno in camuffa assai. Perché la gente le prende in giro. Soprattutto i maschietti che le chiamano con l‘epiteto, ‘lecca-pippe’.>
<Adesso sì… Questo mi ha convinta che d’ora in poi vivrò da lecca-pippa.>
Aveva reagito la piccola Rosalba.
<’Lecca-pippa’ è bello. Mi piace! Da adesso ve la leccherò con orgoglio.>
Aveva aggiunto Rosa.
Da quella sera nelle loro bocche passò esclusivamente figa.
Delle tre,. Quella che più si diede da fare in questo senso, Fu Rosalba: un volto gentile, non molto alta, con le curve tutte al posto giusto. Bella figa, già quando aveva solo 15 anni.
Faceva girare la testa ai ragazzi e anche gli uomini adulti.
Uno zio porcelloso spianò innanzi a lei, il proprio uccello di quarantenne dicendole:
<A questo cosa faresti?>
Dovette ricorrere al pronto soccorso. La ginocchiata della ragazzina gli aveva quasi spiattellato un testicolo.
Non cazzo, solo figa!
L’entusiastico suo raccontare in giro che a lei i maschietti non interessavano, raggiunse le orecchie di un gruppo di signore della buona società che avevano gli stessi gusti sessuali: non cazzo, solo figa! Possibilmente vergine e ancora imberbe.
Rosalba aveva tutti questi requisiti.
Si ritrovavano a casa di una di loro non molto distante da dove abitava Rosalba.
Un pomeriggio l’invitarono a un loro ritrovarsi per tante chiacchiere, pettegolezzi e una buona cioccolata in tazza. Rosalba aveva accettato di andare…
Si era ritrovata al centro di un gruppetto di vogliose lesbiche ormai cinquantenni.
Furono gentilissime con lei.… La adularono, la vezzeggiarono e con lusinghe l’avevano convinta a spogliarsi.
A quelle signore della buona borghesia cittadina non parve vero di avere tra le mani una ninfetta ancora imberbe tra le cosce.
Andò a finire che il suo corpo venne ricoperto dalle loro salive. Sette lingue gliela leccarono.
Inizialmente Rosalba non era molto contenta di quella esperienza. Non le piaceva essere, palpata e leccata da femmine così attempate. Ma tre intensi orgasmi, uno dopo l’altro, come non aveva mai provato le avevano fatto cambiare idea.
Si era rilassata e aveva incitato quelle gentili signore ad impossessarsi ancora del suo giovane corpo. In sette avevano impazzato con la lingua nella sua fighetta.
Qualcuna le aveva anche leccato il buco del culo, facendole provare tanto godimento. Non se l’aspettava proprio.
Il gran finale di quel pomeriggio lesbico
Dopo la cena con tutta la propria famiglia al completo, si era rinchiusa in camera con Alba, la più vecchia delle tre… Rosa se n’era andata a uno dei tanti corsi artistici che sempre frequentava:
<Oggi, sorellona ho provato l’emozione di quello che provano le lesbiche di tutto il mondo. Una meraviglia, Tesoro!>
Raccontandole dettagliatamente ogni momento di quel pomeriggio così trasgressivo.
Dilungandosi nella cronaca della leccata al culo che tanto l’aveva entusiasmata.
<Non credevo si potesse godere tanto sentendo una lingua arzigogolare sul bordo del proprio buco del culo. Brividi, fremiti, si sono scatenati in me. Calda, tosta, quella lingua mi ha fatto sognare. La figa ha cominciato a colare prendendosi lei tutto il godimento. Ho cominciato ad agitarmi. Scalciavo. Mi sono contratta spasmodicamente. Sono venuta benedicendo quella vecchia troia.>
Replay
Alba è affascinata dall’esperienza della sorellina. Sinceramente piacerebbe anche a lei provare i piaceri di una bella leccata al buco del culo. La voglia gliela si legge nello sguardo…
La piccola Rosalba afferra il desiderio:
<Vuoi provarlo?>
Alba non se l’aspettava. È confusa:
<Mi piacerebbe davvero… Sai, un attimo prima che tu rientrassi mi sono fatta il bidet.… Ho ancora il culo pulito pulito e profumato.>
<Con te non è importante. Basta tu mi dica che ne hai voglia.>
<Non aspetto altro!>
Aveva confessato Alba, vergognandosi un po’.
La bocca di Rosalba si era appoggiata sulla sua per un lungo bacio. Una mano intanto si era infilata sotto la veste. Si era messa ad accarezzare la prugna della figa. Aveva continuato fintanto che non aveva sentito la mutandina bagnarsi.
A quel punto aveva suggerito alla sorella di togliersela. La mutandina era caduta sul pavimento seguita dal resto dell’abbigliamento che ricopriva la ragazza.
<Girati! Tesoro.>
Alba si era girata mettendo in primo piano il suo pronunciato culo, sodo e avvincente.
Rosalba non aveva lasciato passare tempo. Le sue dita subito, si erano messe ad accarezzare i glutei, prima e ad allargare il solco che li divide, poi.
Ed ecco, con un sorriso sincero, il buchetto del culo le si era parato innanzi con tutto il suo fascino. Rosalba aveva insalivato per bene la lingua, mettendola in uso a partire da qualche leccata all’osso sacro. Alba lo ha ben pronunciato. Da qui, la lingua, aveva disceso quella china carnosa, arrivando a lambire il bocchello del culo che si era socchiuso.
Le linguate erano diventate sempre più veloci. Alba sentiva, come non mai, di essere invasa da brividi e fremiti che non aveva ancora conosciuto. La figa, soprattutto, beneficiava di questa scorribanda erotica e rigurgitava linfe e umori. Rosalba non le avevo dato tregua. Finché non l’aveva sentita orgasmare, balbettando parole d’amore.
Dal culo alla figa il tragitto è breve. Per cui la sua bocca si era spostata lì, continuando a sfogare la propria eccitazione.
Bis
Erano ancora avvinte in un 69 che aveva seguito la leccata di culo, quando era tornata la terza sorella… Rosy.
Grande euforia nella stanza:
Rosy:
<Posso inserirmi anch’io>
Alba:
<Caschi bene, la nostra piccola ha imparato la leccata di culo. Ha appena terminato una dimostrazione pratica sul mio. È stata fantastica.>
Rosalba:
<Se ci organizziamo potremmo dar vita a una diversa versione dell’abituale trenino.>
Le due sorelle maggiori:
<Sei fantasiosa oggi ragazzina. Cosa intendi?>
Rosalba:
<Tu, Alba, dovresti venire con la bocca sopra la mia figa e leccarmela alacremente. Tu Rosy, invece, verrai a gambe aperte sul mio volto, facendo corrispondere il tuo buchetto del culo alla mia bocca.>
In due e due quattro il trenino si era composto. Si era subito avviato con tutti i suoi rumori di sospiri… Gemiti… Ansimi.
Dopo che la lingua di Rosalba aveva preso la giusta confidenza con il buchetto del culo di Rosy, questa era esplosa in tutto il suo godimento:
<Dio… Mi fai impazzire… Quanto sei troia, bambina! – Ripeteva queste poche parole sussurrandole con il respiro pesante. Intanto si contorceva, stando ben attenta a non spostare le sue chiappe dalla bocca della sorella. Si era poi messa ad incitarla perché andasse ben oltre alla struggente leccata con cui stava deliziandola. – Madonna se mi piace… Dai… Sfondami il culo…>
Rosalba pensò bene di infilarle un dito nel culo che, essendo ben gradito, non fu un problema farlo seguire da un secondo dito. L’orgasmo della bella Rosy fu veramente eclatante.
Sfinita ed appagata si lasciò andare ad un profondo sonno.
L’indole erotica delle tre sorelle
Aver preso quel trenino, per le tre sorelle che allora avevano 17, 16 e 15 anni, volle dire dedicarsi completamente a una vita saffica, senza cedimenti verso ammiratori e spasimanti dell’altro sesso.
Rosalba, la più giovane è anche la più smaliziata. Divorava uno dopo l’altro le opere di narratrici con le sue stesse tendenze sessuali.
Frequentatrice di tutti i ritrovi in cui si riunivano le femmine con i suoi stessi desideri. Nacquero amicizie, flirt, passioni, struggimenti amorosi.
Le altre due sorelle… Di carattere ben più pacato… Non amavano sbandierare la loro diversità. Tranquillamente le bastava il reciproco affetto… Quella serena intimità che ritrovavano nella casa dei genitori. Avevano una mondanità molto intellettuale: molte letture, conferenze, mostre, lirica e teatro. Sempre assieme.
Finalmente giungeva la notte nella loro cameretta. Con un sottofondo musicale adeguato…
Vivaldi, se avevano scelto di addormentarsi con un semplice ditalino incrociato.
Chopin per il 69.
Oppure, la bella Fantastica di Berlioz, quando volevano sfinirsi galoppando in un’irruenta sforbiciata.… Con il sorriso complice sulle labbra una spogliava l’altra. Tra baci e carezze finivano sempre nude ad ammirarsi innanzi alla grande specchiera dell’armadio:
<Siamo delle gran fighe. Che ne dici Alba? Chissà cosa darebbero tutti quei maschietti che ci conoscono, per avere una di noi accanto, così come siamo adesso io e te.>
<Potrebbero offrire tutto il loro patrimonio. Io stasera ho voglia solo di te.>
Partivano gli abbracci… Le bocche si mettevano in moto: collo, mento. Lingua sulle tette, lingua sotto le ascelle. Sui capezzoli.
Rosy si faceva esigente:
<Dammi la figa, Porca>
Le fighe palpitavano… Via di corsa in uno dei tre letti. Strette una all’altra. Con qualche stilla che già faceva capolino su ognuno dei loro Monti di Venere
Per evitare che a mamma e papà venissero sospetti su come avevano deciso di condurre la loro vita, di tanto in tanto invitavano a casa qualche maschietto che intrattenevano, innanzi a una tazza di tè con discussioni sulle arti e gli spettacoli in voga in quei tempi.
Rosalba, invece era più distaccata dalla famiglia. Le sue notti erano un vagare nei locali trasgressivi a fare nuove conoscenze… Nuove esperienze. Sempre alla ricerca di emozioni.
Bologna e Il Cassero
Bologna è sempre stata una grande mamma per i propri figli. Non si è mai dimenticata neppure di quelli trasgressivi. A loro aveva lasciato la possibilità di un ambiente riservato a coloro che avevano particolari tendenze. Era sorto un locale che poteva definirsi l’ombelico del mondo gay della città e non solo. Tutte le ragazze che volevano avere frequentazioni esclusivamente del proprio sesso passavano dal Cassero… Un circolo associativo che ha questo nome… Rosalba era una delle frequentatrici più assidue. Lì, faceva conoscenze. Seduceva… Si faceva sedurre.
Coming-out
Al contrario delle sorelle, dopo poco tempo che aveva scelto come voler vivere, aveva fatto coming-out con i propri genitori che erano rimasti tramortiti da questa verità.
Più volte mamma Carmen aveva provato inutilmente di farla tornare sui suoi passi:
<Guarda le tue sorelle che non hanno bisogno di complicarsi la vita come stai facendo tu. Frequentano ragazzi di bell’aspetto e di buona famiglia. Siamo sicuri che prima o poi ci presenteranno quello che le avrà rapito il cuore. Sono anche certa che poi in tutta serenità ci regaleranno anche qualche bel nipotino. Tutto senza le stranezze che tu ricerchi, chissà perché.>
Il bilocale in via Nazario Sauro
I signori Vivarelli sono persone di grande fede democratica. Non praticano imposizioni. Tolleranti anche verso i modi di vita che a loro non appartengono. Non avevano certo cambiato atteggiamento verso la più piccola delle figlie. Anzi, a richiesta di lei, le avevano dato le chiavi di uno dei tre appartamenti che avevano acquistato quale investimento da lasciare alle ragazze per organizzarsi una loro vita. Quando si sarebbero stancate della comunità famigliare.
<Sai mamma, se troverò mai una ragazza che mi piace e mi vuole bene, voglio avere un posto dove possa almeno darle un bacio. Mica posso darglielo tra la gente suscitando uno scandalo.>
Mamma Carmen, aveva capito… L’aveva abbracciata… Da quel giorno l’appartamentino di via Nazario Sauro era diventato di sua pertinenza.
<Mi dispiace per papà e mamma – aveva raccontato alle sorelle – che ci sono rimasti male. Non troppo, perché hanno sempre per consolazione che voi tra non molto gli darete la gioia di qualche nipotino.> Risata generale. Rosalba chiarisce di aver assecondato le loro speranze.
Ovviamente non vi ho sputtanate dicendo che anche voi siete due Plocca pépp, come dice papà.
Passano gli anni e arriviamo ai giorni nostri
Passano gli anni e arriviamo ai giorni nostri. Alba, Rosy e Rosalba sono cresciute nel migliore dei modi. Si sono diplomate all’Istituto per le attività alberghiere e Carmen e Arturo Vivarelli… Mamma e papà… Hanno raccolto tutti i loro risparmi per acquistare un bar, che da tanto le loro figlie anelavano di poter gestire. Loro tutte assieme.
Il locale è nel centro storico e ben presto si crea la fama di avere un’ottima pasticceria e una vasta scelta di cocktail e aperitivi. Il successo è garantito soprattutto dalla presenza delle tre ragazze… Una più florida e bella delle altre. Giovani, ne sposate, né fidanzate. Almeno così sembra al chiassoso popolo della movida che ogni sera li si raduna per le loro chiacchiere e libagioni.
Ci sono anche tante plocca pépp che Rosalba ha rimorchiato da altri ritrovi.
Un frutto proibito di 16 anni
E c’è Mary, un’affascinante sedicenne che Rosalba vorrebbe concupire… Portarsela a letto, nell’appartamentino che le ha messo a disposizione mamma. Che lei ha saputo trasformare in un’accogliente garçonnière.
Se Alba e Rosy sfornano cocktail uno dopo l’altro, Rosalba, batte scontrini a non finire, sempre con attenta precisione.
Mary sta, ormai da due ore, appoggiata alla cassa per scambiare, nelle rare pause, qualche parola con questa sua nuova amica che tanto la attrae.
<Tieni botta, Tesoro… Tra mezz’ora il locale chiude e noi possiamo dedicarci a noi stesse e alle nostre follie. Ho messo a punto per te, un programma che mi ha fatto lavorare tanto, questa mattina. Vedrai ti piacerà.>
Mary da Portogruaro
Mary è una giovanissima lesbica di Portogruaro. Ha appena compiuto 18 anni.
A Bologna c’è in quanto, due dei suoi cugini hanno tentato di violentarla. Si è salvata urlando dalla finestra. L’episodio è divenuto patrimonio di tutto il paese. E lei lo zimbello. La sua vita: un inferno.
Abbandonata la famiglia, si è rifugiata da una zia, qui a Bologna. Notoriamente lesbica pure lei.
La zia… una bella quarantenni… se l’è spupazzata per un giorno intero e alla sera ha voluto farle conoscere il suo mondo. L’ha portata al Cassero.
Qui ha conosciuto Rosalba. Lì per rilassarsi dalla dura giornata lavorativa. Visto con chi era in compagnia, Rosalba ha subito intuito che quella ragazzina che sembra tanto più giovane di lei, ha già le idee ben chiare sui propri gusti sessuali. Così già nell’approccio non ha remore e va giù pari, interloquendo con la zia che già conosce anche intimamente:
<Quanto è carina! Posso concupirla? Così le spiego anche le regole della casa.>
Avuto il placet dalla zia si rivolge alla ragazza:
<Sei così bella che ti darei un bacio. Qui però i baci non si possono dare nelle sale del locale. Si può solo nell’antibagno…. Se vuoi io ti aspetto là.>
Si avviata in quella direzione. Non ci pensa due volte, la fanciulla veneta a mettersi subito a rimorchio.
I baci diventano due: vissuti e appassionati. Non si sarebbero più staccate, le ragazze:
<Mmmm… Fiocchi da Dio, Tesoro!>
Mary:
<Posso averne un altro?>
Tornano ad attaccarsi.
Mary, però, ha altre richieste:
<Non è che tiri fuori le tette che mi piacerebbe baciare pure quelle?>
Se qualcuno avesse visto tette in gioco… E li porte non c’erano… Le avrebbero sicuramente cacciate dal circolo. Rosalba non voleva assolutamente che succedesse. Per lei Il Cassero era un rifugio troppo importante…. Gliele nega:
<Se però domani vieni al bar dove lavoro… Quando chiudo andiamo a cena a casa mia…”Sono un’ottima cuoca… Lì tutto quello che vuoi baciare è a tua disposizione”>
Mary, arrossendo:
<Anche la Figa?>
Bar delle Tre Grazie
Rosalba se la vede arrivare già attorno alle 19. Due ore prima della chiusura:
<Così ti faccio un po’ di compagnia mentre lavori… Mi piace guardarti… Sei così bella!>
Si piazza di fianco alla cassa… Un po’ la guarda… aspettando le poche pause per scambiarsi qualche parola. Dal bancone di mescita le altre due sorelle fanno tutte le loro congetture su quell’insolita scena: <Da dove avrà tirato fuori quel fiorellino?>…
<Chissà se ce la presenta?>…
<Se fa l’ingorda e vuol tenersela tutta per sé, giuro che gliela cucco e gliela succhio dalla bocca all’osso sacro. Tu mi dai una mano. Vero Alba?>
<Sicuro… Perché tra Le Tre Grazie, come siamo noi, tutto si deve condividere. Io e te, non abbiamo avuto, certo, tentennamenti… a condividere le nostre Fighe con lei.>
<Stiamo a vedere come si comporta quando tiriamo giù la saracinesca.>
Le nove precise Rosalba preme il tasto che fa scendere la saracinesca. Gli ultimi avventori lasciano il locale.… Restano solo le tre sorelle e l’amica di Rosalba.
Finalmente la bella cassiera può dedicarsi all’amica che pazientemente le è rimasta a fianco ad aspettarla. Supponendo che si aspettasse qualcosa, la prende per mano… La spinge dentro lo spogliatoio. Non accende neppure la luce… Contro la parete… Lingua in bocca… Di seguito… sul collo. Mary non può che gemere di piacere. Sicuramente Rosalba non si sarebbe fermata lì… La porta si apre, e:
<Bhè, così all’impazzata! Ciao, io sono Alba. La sorella più vecchia…>
<E io Rosy. Quella di mezzo.> arriva anche lei.
Le due flirtanti, ancora coinvolte nel loro abbraccio, per poco non si mordono le lingue. Comunque, le presentazioni sono fatte.
Il bisticcio
Alba:
<Non è che stasera andiamo tutte assieme da qualche parte?>
<A dire il vero abbiamo già un succulento programma che ci aspetta. Per la serata. preferiamo restare noi due.>
Rosy:
<Come sempre ti dimostri associale e ingorda>
Rosalba:
<Questo te lo potevi risparmiare. Stronza!>
Rosy:
<Ancora non ti sono spuntati i peli attorno alla figa e fai già la troietta presuntuosa.>
<No. Non è troietta. Stasera è mia… Me l’ha promesso.>
aveva gridato Mary.
Rosalba l’aveva presa per mano. Se n’erano andate.
Non dar tempo al tempo
Non si sarebbe capito se tutto il lavoro di abbellimento che aveva impegnato Rosalba nella mattinata avrebbe avuto un merito nell’operazione di intortamento della cucciola Mary…
Questa, appena entrata nel miniappartamento di Rosalba, accertatasi che non ci fosse in casa nessun altro…
in gran velocità fa sparire dal proprio corpo ogni traccia di indumento: offrendo il suo corpo completamente nudo.
È, sicuramente, un buon inizio
<Cazzo! Ne hai proprio una gran voglia.>
<Stare più di due ore a guardarti senza neppure farti una carezza o darti un bacio, mi ha fatto accumulare un gran desiderio. Non farmi aspettare… Ti voglio!>
<Ti accontento subito.>
L’abbraccia e la fa subito entrare nella stanza da letto. Mary non vede l’ora di tuffarsi col volto tra le procaci tette di Rosalba. Si scusa con lei di poter contraccambiare solo ,con tettine minuscole, quasi efebiche:
<Così minuscole, le adoro… Vieni. Sfregale sulle mie che mi piace tanto!>
Lingue in bocca mani fra le cosce, la conquista del piacere comincia.
Mary:
<Sei fidanzata?>
<Non ho nessuna fidanzata. Sono ancora vergine>
<È così anche per me. In paese me la son fatta un po’ leccare ma l’imene è ancora sano. Se vuoi farlo con le tue dita stasera?>
<Potremmo fidanzarci io e te… Che ne dici? … Vediamo dopo stasera se ci piacciamo così tanto>
<Ce la lecchiamo subito o hai bisogno di preliminari?>
<Mi piace farlo progressivamente.… Far crescere il desiderio… Conoscere bene il corpo con cui godere… Ti va, così?>
Mary le ha già infilato due dita nella figa. La sditalina con tanta passione. Lente, delicate le sue dita affondano nel canale dell’amore. Rosalba gode! Si contrae… Stringe le chiappe… Stringe le cosce intorno a quella mano che la fa impazzire di piacere.
<Madonna, quanto sei brava!>
<È come me li faccio io… Stessa cosa, me lo ha detto anche zia Mafalda, ieri sera.>
Rosalba trassale… Cessa di ascoltare i fremiti che le da il ditalino. È seria nel dire a Mary:
<Sia chiara una cosa: se stasera oltre alla figa, ci doniamo anche il cuore, tu a letto con la zia non ci vai più. Sono molto gelosa, io.>
<Io il mio cuore lo metto già a tua disposizione… e anche se sono un po’ troia per natura, farò il possibile per non darti dispiaceri. Ci tengo troppo al tuo amore. Vedrai che staremo molto bene assieme.>
Seppur breve, la chiacchierata ha distolto i loro sensi dai piaceri delle dita nella figa. Decidono, allora, di far onore ai manicaretti che le aspettano in cucina e di concludere la ricerca del piacere dopo la cenetta.
Omelette di fiori di zucca, asparagi e roast beef
Omelette di fiori di zucca, asparagi e roast beef, fanno maturare ancora di più il sentimento che Mary prova per Rosalba. Il fresco vinello scioglie le loro lingue. Mary racconta all’amica come il giorno prima la zia le ha fatto provare tutte gli artifici della propria libidine. Confessione per confessione, anche Rosalba le racconta di avere pure lei stessa provato quanto zia Mafalda fosse portata all’erotismo: una vera figomane.
<Torniamo alle nostre fighe, Tesoro! Ti farò volare con un mio 69.>
A squarciagola
La riporta sul letto. La sdraia, le va sopra a rovescio. Subito la lingua della ragazzina si fa strada nella sua fessura. Rosalba si allarga tutta, mentre la propria è alla ricerca della clitoride.
La trova e prende a stuzzicargliela a gran velocità. Mary gioisce di piacere. Si agita… Contrae ogni muscolo.
Anche lei si dedica alla clitoride. La succhia. Gliela spompina come fosse un piccolo cazzo. Di tanto in tanto Mary solleva la bocca dalla figa per poter gemere a squarciagola il proprio piacere.
Come si sono prefisse vengono assieme:
Lo squirt battezza il loro fidanzamento.
Rosalba:
<Madonna che roba!>…
<Ti lavo il volto di squirt>
Mary:
<Mi sembra di impazzire.>…
<Dio, se è bello!>…
<Mi spiace, non riesco a trattenermi.… Debbo sborrarti in bocca.>
Un lungo bacio con i sapori delle loro fighe sancisce che da quel momento loro sono fidanzate…
Saranno fedeli e innamorate. Se lo sono giurato.
Mary:
<Mi fai dormire con te questa notte?>
E’ quasi l’una quando le ragazze, sfinite dal loro amore pensano bene di rigenerarsi sotto la doccia e addormentarsi serenamente.
Sono quasi le 11 ed è domenica. Oggi il bar resta chiuso. Le Tre Grazie oggi possono tranquillamente poltrire.
Rosalba sta finendo di farlo. Sta svegliandosi.
Nonostante i frequenti break al rum che si erano concesse, ha perfettamente ricordato come è andata la notte conclusasi con quella pazza sforbiciata che le ha consegnate sfinite al sonno rigeneratore.
Vorrebbe sapere dalla sua partner se anche dopo il risveglio… Lontana dai fumi del sesso e dell’alcool, si ritiene impegnata nel loro fidanzamento.
La cerca, allungando la mano nel letto che scopre vuoto, accanto a lei. Si siede sul letto… La chiama.… Ecco, Mary si affaccia alla porta del bagno: bella nuda, con quei suoi capezzolini protesi innanzi… memori delle succhiate che hanno ricevuto durante la notte.
“Nu Babà!” Avrebbe esclamato un verace partenopeo.
Mary, sta bestemmiando:
<Cazzo! Potevo ben mettere nella borsetta lo spazzolino da denti. Ho messo un paiodi mutande… Per quel che mi servono>
Risata.
<Ho la bocca che è un disastro. Ho ancora il buon sapore della tua figa sul palato. Non è un problema. Però col passare delle ore, anche i buoni aromi si guastano.>
Rosalba avrebbe subito la soluzione:
<Se mi dai il tempo di pisciare te lo rinnovo con il sapore della figa domenicale….>
Le si avvicina e l’abbraccia…
Le piace strusciare i propri capezzolini sulle taglia 2 large della fidanzata che… Porca più che mai… Ne approfitta subito e si mette ad accarezzarla tra le cosce.
< Adesso che siamo fidanzate, vorrei stare con te più tempo possibile… Potresti vivere qui, assieme a me. Quando avrai trovato un lavoro potrai contribuire alle spese per il mantenimento della casa.>
Il bacio che scocca sembrerebbe non dover finire mai. Il buongiorno si vede dal mattino
<Mi stai offrendo la vita, amore mio. Accetto eccome. Cosa posso fare per iniziare a sdebitarmi?> <Innanzitutto, dirlo subito a tua zia. Portare qui tutte le tue cose che hai da lei. L’ho detto. Sono gelosa. Non voglio che tu resti sola con lei. Finirebbe sicuramente in una leccata mega-galattica. Se poi vuoi farmi un bel regalo subito… Devi sapere che da quando vivo qui, ogni mattina ho l’abitudine di prepararmi ad affrontare la giornata con un buon ditalino. Mi mette di buon umore. Stamattina che già sono gioiosa, potresti farmelo tu.>
<Mi sembra l’idea giusta per iniziare bene la giornata. Se non hai problemi mi accodo… potremmo farcene uno incrociato, tanto da suscitare una giornata radiosa per tutte e due.>
Sedute sul letto, contrapposte, danno vita al loro rito propiziatorio. Agili e sottili le dita di Mary prima accarezzano, poi penetrano nella figa di Rosalba. Il pollice dell’altra mano si concentra a massaggiare la Clitoride. Contemporaneamente, Mary, si apre tutta per agevolare il piacere a dilagare in lei.
Sei meravigliosa – sussurra Rosalba alla fanciulla che tanto la sta facendo godere. – Con te ci metto un attimo a venire… Ecco… Così… Così… Ancora un poco… Ci sono… Amoooreeeee!>
Mary:
<Ti seguo… Tesoro… Dai… Sbrodolami sulle mani… Ahhh!>
Tutti assieme in famiglia
Rosalba ha in bocca uno dei minuscoli capezzoli di Mary, quando le viene in mente che deve saper dire a mamma se sarà a pranzo con loro. Provvede immediatamente con il telefono.
<E così mi lasci da sola al primo pranzo del nostro fidanzamento.>
<Noo! Allora hai sempre fatto sul serio e per davvero! E io che ho anche pensato che il tuo fosse solo un gioco perché mettessi la lingua nella tua figa.>Si fa seria Rosalba:
< Sei convinta o no di essere fidanzata con me?>
La risposta di Mary è con le lacrime agli occhi:
< Scusa Amore. Con l’eccitazione a cui mi hai finora sottoposta, riuscivo solo ad emozionarmi per il godimento. Senza valutare la cosa nella sua complessità…. Adesso sì che riesco a dirlo. “Ti amo, Rosalba!”>
Mamma Carmen ha apparecchiato con i più raffinati oggetti della sua credenza. Addirittura ha messo in tavola le posate d’argento e i bicchieri di cristallo di Boemia.
Babbo Arturo, dalla cantina, ha estratto due bottiglie di Amarone e una di champagne, per il brindisi all’aperitivo.
Rosalba e Mary, spaccano l’orologio. Sono puntualissime alle 12:30. Prima, sono passate dal fioraio… Mary, porta a mamma Carmen, un colorato bouquet di fiori. Mamma Carmen bacia tutt’e due, con grande affetto.
<Sempre per farsi la vita più difficile. Vero?>
Babbo Arturo ragiona a voce alta nell’abbracciare la nuova venuta.
Le altre due sorelle che già hanno avuto modo di conoscere Mary e che hanno trafficato tra di loro qualche penitenza a cui sottoporre la sorellina. Stanno molto misurate nell’allegria della tavola.
Le tagliatelle al ragù, sono veramente un piccolo capolavoro di mamma Carmen. Come già la chiama Mary.
È proprio lei a volerle dedicare l’onore di un brindisi:
<A mamma Carmen, la mia mamma di Bologna.>
Mamma con gli occhi umidi:
<Siete tutte quante mie figlie alla stessa maniera. Anche se non v’ho fatte io.>
Le tre sorelle, tutte assieme, contemporaneamente, baciano Mary. Rosy, ne approfitta per stringerle una chiappa.
Dirà poi ad Alba:
<Le ho dato due o tre palpate, Non ha fatto una piega. Ha un culetto sodo che è una meraviglia. Chissà se le piace godere anche per di lì. Bisogna proprio che ce la facciamo.>
Un fidanzamento di cui il mondo deve sapere
Il fidanzamento impatta forte nella vita di Rosalba. Quando è con Mary la presenta con entusiasmo a tutti dicendo, “la mia fidanzata”. Anche se non si nasconde che un minuto dopo, costoro diranno: “Sé… la fidanzata… I en po’ sénper dal plocca pépp ch’i s plocchen” [n.d.A. dal dialetto bolognese: sì la fidanzata… Sono poi sempre delle lecca-fighe che se la leccano].
Al traguardo dei tre mesi il fidanzamento sembra reggere benissimo. Mary è diventata una brava casalinga: tiene ben ordinato e pulito il loro nido d’amore. Rifornito il frigorifero. Si azzarda anche a tentare la preparazione di qualche piatto per le loro cenette in casa. Fuori si vedono sempre assieme e le notti, finora sono sempre trascorse nel loro grande letto.
Le allegre serate con le amiche nel nido dell’amore
Ricevono qualche amica. Tutte che apprezzano il loro trasgressivo stare assieme:
<… voi che avete trovato la forza di farlo…>
Qualche sera fa sono arrivate anche le due sorelle maggiori. Con loro… laute scorpacciate di pizza. Si rimembra i bei tempi in cui le tre sorelle dormivano nella stessa stanza e soprattutto che non si dormiva solo. Mary viene così a conoscere gran parte dei trenini che hanno allietato la loro adolescenza. Quella sera Mary, già nuda, in procinto di infilarsi sotto le coperte ad accendere la miccia del desiderio nella sua compagna, le chiede:
<Non sarebbe bello ripristinare tra di voi questi bei giochi a cui potrei partecipare anch’io.>
<Potrebbe essere un’idea – aveva convenuto Rosalba – Si. Queste cose finché restano in famiglia sono accettabili, ma se vanno fuori sono un disastro. Possiamo parlarne anche con loro, alla prossima sludrata di pizza. Chi mi dice poi che le mie sorelle desiderino ancora deliziare le loro fighe come si faceva un tempo?>
< Io penso proprio di sì. Se mi permetti, io che sono molto più troia di te e che qualche orgetta lesbo l’ho anche fatta, ho colto il loro entusiasmo, mentre raccontavano. Espressioni nostalgiche molto marcate. Soprattutto citando episodi con te.>
Mary parla a ragion veduta. La sera in cui c’erano loro, il telefono di Rosalba è squillato… facendola ritirare in stanza per parlare serenamente. Rosy ha cominciato a palparla in ogni dove, procurandole una forte emozione. Insomma, Mary aveva gradito. Non aveva protestato. Tenendo tutto per sé. Anche perché: la seconda large è una fantastica taglia da avere nel proprio reggiseno… Rosy ce l’ha.
<Alba, credimi! La nostra cognatina ha un corpo così ben fatto e così adolescente che è uno sballo metterci le mani. Figurati se ci mettessimo la bocca o la lingua… Wow!>
Rosy, la maggiorata delle tre, sbava per la sensualità che prorompe da Mary. Tant’è che cerca di farsi raccontare da Rosalba come è articolato il loro ménage sessuale. Forse per vedere se c’è qualche spazio… qualche buco, tramite il quale inserirsi nelle attività erotiche della coppia. La precisione con cui Rosalba le descrive il loro trend non lascia a Rosy né prospettive, né speranze:
<All’infuori delle giornate che ci prende il ciclo non saltiamo neppure un giorno. Ogni notte sono due, anche tre e di più, gli orgasmi che ci consegnano al sonno.>
Rosy pensa, allora, di fare perno direttamente sulla ragazzina, per portare di nuovo tutte e due, le ragazze, sulle carrozze dei loro fantastici trenini. Quelle furtive palpate che erano sembrate gradite a Mary le aprono nuove ipotesi di strategia.
Il lavoro di Rosalba al Bar
Le mattinate non vedono mai Rosalba al bar. Lei, però, è impegnata a svolgere tutto il lavoro che serve al bar per essere funzionante: rapporti con il commercialista, con la banca, acquisti, rifornimenti. Ogni giorno esce presto di casa. Una puntata al bar per raccogliere le ultime commissioni da svolgere. Si organizza, e via, a sbrigare tutte quelle faccende.
Normalmente, verso mezzogiorno dovrebbe essere di nuovo al bar per comunicare l’esito su quanto è intervenuta.
Spesso, a quell’ora, lì la raggiunge Mary. Con Mary consumano un paio di toast e birre. È il loro pranzo. Tornate alla loro casetta, Rosalba resta fino alle 16, quando si insedia alla cassa del Bar.
Un’ipotesi di lavoro per Mary
Rosy, si è data da fare a cercare un posto di lavoro per Mary. Avrebbe potuto così sentirsi più autonoma da Rosalba… Al momento è lei a provvedere a tutte le sue piccole necessità. C’è poi un giorno in cui, Mary… già lì al bar, riceve sul telefonino un WhatsApp da Rosalba: non la raggiungerà al bar. Si vedranno direttamente a casa sulle 14:30. Fino a quell’ora, Rosalba, sarà impegnata con il direttore della banca a cui la loro azienda si appoggia.
Mary si fa preparare il solito toast. Dice alla sorella quanto le ha detto Rosalba al telefono.
È allora che Rosy, interpreta che il momento è quanto mai propizio per tentare di concupire la fidanzatina della sorella:
<Mary, vieni un attimo nello spogliatoio che debbo dirti una cosa.>
Mary la segue. anche se:
<Scusa Rosy… Se mi devi dire dell’agenzia turistica che aveva bisogno di un’impiegata… Ho già fatto il colloquio ieri. Mi hanno detto che probabilmente sarò io ad occupare quel posto. Mi diranno tutto lunedì prossimo. Mi hanno anche detto che è stato molto importante il tuo intervento. Per loro è una garanzia. Volevo farti una sorpresa con una cenetta da noi a fine settimana. L’ho già detto a Rosalba che mi sta dando alcune dritte sui tuoi gusti alimentari.>
Lo spogliatoio… fuori dagli occhi del mondo
Stanno per entrare nello spogliatoio. Per Rosy è un cazzotto nello stomaco. Ha perso la scusa che giustificava l’intorto. Apre comunque la porta dello spogliatoio. Mary la segue.
<Beh… Dovresti trovarti bene. È un’agenzia turistica molto importante. I proprietari sono nostri clienti. Persone molto corrette ed educate. Magari stasera se passano di qui come fanno spesso, te li faccio conoscere.>
<Rosy sei veramente un’amica. Non so come ringraziarti.>
<Guarda, c’è una cosa che farebbe piacere sia a me che ad Alba. Dovresti fare pressioni sul Rosalba perché salga di nuovo sulle carrozze del trenino. E stavolta dovrebbe portare anche te.>
Tutto qui… Ma è niente al confronto… Con Rosalba ho già iniziato a dirle che mi piacerebbe tanto provarlo – abbassa lo sguardo e aggiunge – anche perché sono emozioni che ho provato e mi erano piaciute tanto>
<Davvero? Raccontami qualcosa.>
<No. Non ce la faccio, a freddo, a parlarti di quello che ho fatto a culo nudo.>
La seconda extra-large di Rosy
<Se non ce la fai… Va bene così.… Sia chiaro che di quello che ci diciamo adesso non dirò niente a mia sorellina.… Visto che siamo della stessa pasta, almeno diamoci un bacio.>
E qui Mary fa una mossa che Rosy non si aspetta. ma che le apre tante porte
<Dove vuoi che ti dia il bacio?>
Rosy ha capito quel che Mary le invidia. E così:
<Se me lo dai sul capezzolo di sinistra che è il mio punto erogeno più sensibile, fai scoccare in me alcuni fremiti intensissimi. A quel punto dovresti darmene uno sul destro e mi faresti veramente felice.>
<Se tu le tiri fuori tutt’e due, io te le lecco fin che vuoi.>
Un attimo e tutta la taglia due-large di Rosy è sotto il viso di Mary.
<Quanto sono belle! Lasciami sognare tra i loro profumi e sapori.>
Trasognata, si mette a leccare: prima la sinistra… Un po’ la destra… e ancora la sinistra e così via… Capezzoli pronunciati, più che eccitati si gonfiano assumendo un colore particolare. Attorno, le aureole sembrano preziosi ricami. Veramente due belle tette!
Mary è appoggiata al muro. Rosy, un po’ più alta, è sopra e contro di lei. Occhi semichiusi. Espressione sognante. Le sue mani accarezzano i capelli di questa ragazzina che sta dandole tanto piacere.
Galeotto… lo scatolone dei tovagliolini
Quando Mary si stacca, Rosy la tira a sè.
Il loro sguardo dice tutto… Le bocche non possono che unirsi. Le lingue inseguirsi. Una mano di Rosy è già tra le cosce di Mary:
<Sei fradicia sotto, cucciola.>
<Scopami Rosy!>
<Sei la fidanzata di mia sorella…>
<Sì, lo sono. La amo.… Ma adesso tu me ne hai fatto venire una voglia matta… Ti voglio… Scopami Rosy!> Tolta la gonna… Si appoggia a uno scatolone di tovaglioli di carta. A Rosy porge figa e culo da dietro .Rosy sa quel che deve fare. Due dita nella figa. Spinge forte. Il terzo dito è per farla venire.
<Leccamela adesso. Rosy, ti prego.… Dopo leccherò la tua… Ti voglio, Rosy>
Rosy è di pasta buona… Da sempre si commuove alle voglie altrui. Si china, Tiene larghe le cosce della ragazzina… Le lecca… Sbiella di gioia nel vedersi schiudere il buchetto del culo. Lo scopa di lingua… Proprio lì, le struscia la lingua.
Mary trema tutta. Agita talmente il boffice che non è semplice mantenervi la bocca appiccicata.
Rosy non si perde d’animo, le infila due dita nel culo e la scopa anche lì. Mary ripete l’orgasmo e si lascia andare sfinita sullo scatolone.
Rosy si rimette in sesto e torna al lavoro. Alma, la sorella n°1, curiosa, le si fa incontro per avere qualche anticipazione su come è andato l’assalto.
Rosy è lapidaria nel responso:
<Avevo proprio visto bene. È una gran vacca!>
Mary, sfinita, barcollando leggermente… di soppiatto esce dal bar.
Nella danza delle dita: tu a me-io a te.
Sono le 13:30 tra un’ora Rosalba sarà di nuovo con lei. Ha tutto il tempo per rimettersi in sesto e accogliere il suo Amore… Di voglia in lei, ce n’è sicuramente ancora tanta.
Quanto avvenuto con Rosy, è stato solo un episodio accidentale. Il suo amore per Rosalba è solido e stabile. Ne è pienamente convinta.
C’è chi invece pensa di avere a che fare con un’insaziabile vogliosa. Ne è pienamente convinta Rosy che confessa ad Alba, durante il loro ditalino della buona notte:
<Sono curiosa di vedere a che punto arriva il suo troieggiare. E stavolta tu vieni con me. Ho una bell’idea.>
Non aveva aggiunto altro. Di nuovo si era tuffata, nella danza delle dita: tu a me-io a te.
Esplode la gelosia
Non è facile trovare Mary senza la beneamata vicino. Così passano le settimane. Rosy si è intestardita a voler riassaporare la dolce porcaggine della quasi-cognata. E ne spia le mosse.
L’occasione gliela dà una lite fra le due amanti, per gelosia. Ed è anche domenica. Il bar è chiuso.
La famiglia Vivarelli: madre padre e le due sorelle ancora in casa… si vedono arrivare la cucciola della muta, incazzata come raramente l’avevano vista:
<Vi dispiace se mangio qualcosa assieme a voi?… A vedere se mi passa.… Poi vado al mare.… Domattina vengo direttamente al bar.… Vado con Alessandra che ha un appartamentino a Milano Marittima.… Torno domattina che mi sarà già passata…. Alessandra è molto brava a tirarmi su di morale. Ma per me è già conclusa qui>
Tutti la coccolano. La più interessata è Rosy che ha capito che può essere l’occasione per approfittare delle deliziose grazie di Mary.
Così, appena Rosalba se ne va. Rosy telefona a Mary:
<Mi ha trattato da puttana, senza alcun motivo. Appena ho detto che oggi avrei visto la zia che sarei andata a trovarla. Se ne è andata gridando che quando sarebbe tornata, mi avrebbe cacciata di casa. Aiutami. Rosy! Non voglio perderla!>
È talmente struggente la sua richiesta d’aiuto che Rosy non può che…
<Vengo a trovarti assieme ad Alba. Vedrai che qualche buona idea ci salterà fuori.>
Mary, pare contrariata che Rosy non vada sola ma non può che accettare. Rosy alla sorella/amante:
<Fiche nostre, fatevi capanna! Oggi si cresce di qualità e, soprattutto in quantità. Alba mia…. Se non ci fosse quella gran porca della tua Rosy, saresti ancora alla banalità del semplice ditalino.>
La loro complicità si suggella in un abbraccio e qualche slinguettamento sui reciproci colli.
La missione delle sorelle, porcelle
Per Mary, aspettare Rosy, è già motivo di eccitazione, che esterna tenendo slacciato qualche bottone della camicetta. In più ha indossato la mini più ridotta. Tra gli spiragli della camicetta si può scorgere i piccoli capezzoli e il ventre con al centro l’ombelico. Una messa in scena per stimolare l’erotica reazione delle sue visitatrici. Ciò nonostante, accoglie le sue visitatrici con lacrime agli occhi, ripetendo le minacce e gli insulti che la sua amata le ha indirizzato nello sbattere la porta. Rosy dimostra di comprendere e subito traduce in un partecipato lingua in bocca. Non disatteso da Alba che non manca di aggiungere la propria lingua nella bocca della ragazzina.
L’atmosfera si presenta immediatamente ben calda.
<Non siamo qui per consigliarti ma per consolarti. Nel caso tu avessi delle voglie non realizzate… Siamo venute qui per aiutarti a sfogarle.>
Rosy le appoggia le mani sulla camicetta, proprio lì dove si vedono i capezzoli premere contro il leggero tessuto. Mary socchiude gli occhi.
Sul suo volto… una smorfia di un grande gradimento. Protende la bocca innanzi, facendo capire di aspettarsi qualcosa.
Ancora l’eccitata lingua di Rosy, penetra la sua bocca.
Le mani di Alba si appoggiano alle sue natiche. Si stringe a lei, mentre le labbra impazzano sul suo collo. Il gioco è fatto.
Mary dà evidenti segnali che il godimento è in atto. Dà spunti per andare ben oltre quegli abbracci, lì, in piedi nel salottino:
<Sul letto, bimbe… Si fa molto meglio.>
Sarà una posa erotica complessa quella che le vedrà godere su quel letto.
Al 69 su di un fianco di Rosy e Mary, si colloca Alba con il volto tra le natiche della ragazzina.
Con il loro inconfondibile rumore di bagnato, le tre lingue iniziano a profondere i loro benefici.
Lingua in figa e in culo per Mary. Solo in figa per Rosy. Un paio di proprie dita in figa, giusto per stare al gioco.… Per Alba. È una situazione indiavolata.
Ci son tutti i rumori dei più scatenati amplessi libidinosi. Compresi triviali insulti, languidi sospiri, incitamenti… Gemiti di grande trivialità. In particolare quelli riferiti al buco del culo di Mary che lei espone spalancato in tutta le sue volgarità.
Tre salve di squirti all’unisono, confermano che gli orgasmi si sono concretizzati nel migliore dei modi. Mary sembra rifiorita e vuole dare ad Alba quanto non ha potuto ricevere da quel groviglio di corpi, appena conclusosi. Le lecca intensamente figa e buco del culo. Orgasmo.
Il commento di Alba:
<… mai provato così…. Madonna… Che bella troia, sei!> Parole che riempiono il cuore di Mary, che per ringraziarla la trattiene in un coinvolgente 69.
L’entusiasmo della ragazzina è tale che va ben oltre quello che si sentirebbe di dire:
<Dovessi rimettermi assieme a Rosalba, tu dovrai continuare a darmi questi sprazzi di grande godimento.>
Alba, promette.
Alessandra… l’amica delle scuole superiori
Di Alessandra, Rosalba è stata compagna di classe all’Istituto. Assieme hanno preparato l’esame per il diploma. Hanno trascorso pomeriggi sui libri e tra le cosce, una dell’altra. Poco il sesso orale… Tante le sforbiciate… Di cui Alessandra è raffinata cultrice.
I successi che ha ottenuto praticando questa nobile arte, la rendono orgogliosa. Tanto che, per tutto il tragitto in automobile fino a Milano Marittima, ha snocciolato a Rosalba i punti più salienti dei suoi amplessi… figa su figa… con questa e quella. Tutte tra i 20 e i 38 anni.
Sei mia!
Ora sono lì, sul letto, nude.… Concentrate . Alessandra cerca con la concentrazione, quel raptus che la farà scattare con la figa su quella della partner.
Per Alessandra lo scatto iniziale è fondamentale al buon risultato del godimento.
Con Rosalba sta veramente impegnandosi per mettere a segno un gioco di figa che potrebbe rimanere negli annali delle grandi sforbiciate.
Hanno appena concluso una sorta di preriscaldamento delle fighe con misurati colpi di lingua. Fighe che hanno avuto modo di infradiciarsi dei propri umori. Sicuramente al punto giusto per dare il meglio di loro stesse.
Nessuna delle due ragazze dice una parola. Parlano i loro occhi che si raccontano la carica di libidine presente in quella stanza.
<Sei mia!>
È l’urlo del raptus con cui Alessandra si getta sul corpo dell’amica. Il suo Monte di Venere cerca quello di Rosalba. Quando si trovano, inizia un delicato sfregamento per mixare i rispettivi umori che le fighe prendono a distillare. I tentacoli del godimento stanno già impossessandosi delle loro volontà.
Rosalba:
<Chiavami, puttana!>
<Come tu vuoi. Sei qui per questo… No?>
L’eccitazione è veramente tanta.
Le loro clitoridi hanno intuito il messaggio.
Nella loro fisiologica timidezza, azzardano un incontro fra le proprie minuscole capocchie. I Monti di Venere premono uno contro l’altro. Il bacio tra le ragazze è ben appassionato. Eguaglia quello tra le loro fighe, che si aprono per permettere alle clitoridi di socializzare.
<Sto per venire… Troia!>…
È ancora l’urlo di Alessandra ad irrompere nel silenzio.
<Anch’io… Anch’io… Sto per…>
Alessandra aumenta il ritmo della sua galoppata sulla figa di Rosalba.
Nessuna di loro più tace. La loro scopata si colora delle frasi più assurde, più triviali. Più sensuali.
<Aaahhhh!!> è il grido dei loro orgasmi, in un abbraccio mentre si sborrano addosso.
Certo che con orgasmi così profondi, a Rosalba diventa difficile abbandonare quella situazione e tornare ad una vita da single, o anche a quella già compromessa dalla fedifraga ragazzina.
Rosalba e Alessandra si giurano eterno amore, impegnandosi a non lasciarsi
<Mai e poi mai.>
Concludendo
Praticamente il racconto di questa storia sarebbe finito qui. Potrei, serenamente chiosare il tutto con:
E vissero tutti felici e contenti
Senonché prevedo che saranno tanti ad essere incuriositi sul destino di tutti i protagonisti.
Quindi: se Rosalba si accasa con Alessandra riuscendo… col tempo… a portarla a vivere nel nido d’amore che si è costruita.
Rosy e Alba continueranno a darsi colpi di lingua nella loro camera, in casa con i genitori.
Fin tanto che non conosceranno… e, non trasalite… Manlio e Giordano. Due bei rampolli di famiglie ben piazzate nell’economia della Città. Come i due siano riusciti a farsela dare, non è dato a sapersi… Si vocifera anche che abbiano avuto in dono pure, giri turistici nei rispettivi buchi del culo…. Comunque, il matrimonio congiunto nella chiesa di San Paolo in Ravone, è uno dei fasti più raccontati nelle chiacchiere della movida.
Mary. Si è accasata da zia Mafalda. Alla bisogna, a lei la lecca in cambio dell’ospitalità.
La Zia, nota esponente del pianeta universitario cittadino, ha un nutrito giro di colleghe e assistenti con le medesime voglie. Mary sa come soddisfarle, soddisfando le proprie e intascando piccole mance. Non ha risolto il contenzioso con l’amore, ma il suo conto corrente è appetitoso per i promotori finanziari.
…………………………………………………
Vissero tutti, molto felici e molto contenti!!
Adesso sì che posso scriverlo.