Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

La Cremina di Mamma

la Musa

CHIARA

L’Autrice

FLAVIA MARCHETTI

Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København

©La FlaviaMarchetti 2022

Dalle pagine del 23 luglio 2022 nel Diario Intimo di Flavia

L’arrivederci di Simona

<E cerca di divertirti!>

E’ questo l’unico commento che la mia Lei proferisce, partendo per l’annuale incontro di cardiologia che da sempre si tiene  a Francoforte.

Lei, quando si immerge nell’arte medica internazionale, non capisce nient’altro.

Mi lascia sola con i miei istinti che sono sempre più trasgressivi, proprio in un momento in cui la nostra convivenza non è più rose e fiori.

Cercasi compagnia

Rimasta sola esulto. Cominciando a pensare a chi rivolgere la mia richiesta di compagnia per questi tre giorni.

Salto Milly e la Rosy che son sicura accoglierebbero con entusiasmo l’invito… Focalizzo l’attenzione sulle relazioni che ho chattando.

Lì non ho dubbi. Colei che più mi sta prendendo è sicuramente Chiara.

Verifico. Accendo il note-book e ripasso profilo… foto e le conversazioni che ci hanno eccitate a centinaia di kilometri di distanza. Il post tutto maiuscolo con cui mi ha sempre partecipato l’orgasmo che le stavano dando le dita che eccitava leggendo le fantasie erotiche che le ho inviate:.

<Veeenngooooooo!>.

Un grido che voleva essere sempre più vero. Desideroso di divenire realtà… Se non quotidianità

Di foto del volto ne posseggo una sola: una graziosa biondina che si vezzeggia con una treccia accuratamente annodata. Il tutto su di un corpo longilineo elegante e ben proporzionato. Quello però che più colpisce è la vivacità che i suoi occhi diramano e il sensuale disegno della bocca:

“Da baciare… baciare. baciare”.

Invio!

Esteticamente non vedo rivali in campo.

Per trovare la formula giusta all’invito, mi carico con un robusto Martini cocktail. La distanza fa scudo all’alito che rivelerebbe l’uso strumentale dell’alcol.

L’euforia che mi viene da quel cocktail fa sì che scriva il più folle invito che si possa immaginare. Per scaramanzia non rileggo… Invio.

Trascorre sì e no un’ora e ricevo:

<Dammi indirizzo e tuo telefono. Alle 12:00 di domani, il treno sarà in Stazione Centrale. Binario 1. Rimandami anche una tua foto. Non vorrei seguire qualche malintenzionata.>

Stazione Centrale

Sul marciapiede del binario 1:

<Che bello, ritrovarsi nella realtà!>

Le effusioni le limitiamo a quelle ferroviarie: abbraccio e baci sulle gote. Il lingue in bocca, di cui sentiamo il richiamo, lo riserviamo all’abitacolo del taxi. Con l’autista che balbetta nel chiedere dove vogliamo andare.

Lei ne approfitta per sbaciucchiarmi anche il collo. Io per palparle una tetta: taglia terza granitica.

Semplici cose che eccitano tanto

La casa le piace e si ambienta subito. Si tuffa sul letto per saggiarne il confort.

Il vestito scopre le cosce. Io penso che sia una provocazione erotica. Mi getto su di lei stringo decisamente il triangolino degli slip. Lei rilascia un sussurro di piacere.

Il gioco continua.

Solleva il bacino. Sfilo la mutandina. Raggiante mi si presenta la Fica.

Una bella fichetta. Con tutti i pregi della sua giovane età.

A me sembra deliziosa. La bacio. Assaporo una fragranza orientale con un leggero retrogusto di arachidi tostate. Glielo dico. Lei si schernisce:

<Ma no. Sono in viaggio dalle sei di questa mattina. Sono tutta sudata. Dovrei anche pisciare!>

Il nostro break erotico si ferma qui.

L’accompagno al bagno. Vuole che resti con lei mentre la fa. La mia mano impertinente si infila fra le sue cosce per farsi pisciare fra le dita.

“Una semplice cosa che mi eccita veramente tanto.”

Mi lecco le dita. Guadagno un suo appassionato bacio:

<Adesso possiamo dirci che ci conosciamo già un po’ di più>

Il suo commento, riaggiustandosi addosso lo slip.

Tagliatelle al ragù bolognese

Il resto ce lo diremo quando torneremo dalla trattoria. Voglio farle conoscere il più buon piatto di pasta del mondo: le tagliatelle al ragù bolognese.

Nonostante il fascino che suscitano le tagliatelle, i nostri discorsi a tavola non si spostano dall’argomento che ci unisce: le nostre fiche. Di cui ci raccontiamo vita trascorsa, attuale e ipoteticamente futura.

… una certa eccitazione ci avvolge.

Sotto al tavolo qualcosa si muove

Sento che sotto al tavolo qualcosa si muove… Il piede di Chiara, liberatosi dal sandalo, sta percorrendo deciso le mie cosce. L’alluce sta già premendo sulla stoffa, in corrispondenza del Monte di Venere. Un brivido mi fa palpitare fica e culo. Percorre tutta la colonna vertebrale. Fino a scaricarsi sui capezzoli

Rimpiango di non essere uscita senza slip.

Chiara, che ha intercettato i miei pensieri mi sorride. Arrossisco:

<Se vuoi andare alla toilette a toglierle, io il gioco lo posso sempre rifare.>

<Penso che la cosa migliore sia di fare è di tornarcene preto in casa>

Per diminuire l’eccitazione che ci sta prendendo cambio argomento. Le parlo di mamma mia: che da bella cinquantenne, ben tenuta si diverte a puttaneggiare con maschi e femmine senza mai andare fino in fondo. La sciando tutta  l’eccityazionme all’orgasmo con papà.

Intanto è arrivato il digestivo. Si fa l’ultimo brindisi con quello. Inaspettatamente Chiara mi fa:

<Riesci, in questi due giorni che resto, a farmi conoscere mamma tua? Mi piacerebbe un suo parere sul fascino che potrei suscitarle io.>

Et voila… mamma

Fermo l’ascensore un piano sotto. Premo il campanello:

<Et voila… mamma.>.

<A Chiara ho parlato di te. Vuole conoscerti.>

<Che care. Venite che vi faccio il caffè… Chissà cosa le avrai detto di me?>.

<Ovviamente che sei una troia…>.

Mamma mi toglie la parola per specificare:

<Come tutte le femmine della nostra famiglia. A partire dalla nonna. Mia madre>.

Dall’intensità dello sguardo che dedica a Chiara, capisco che le piace. La sta spogliando con gli occhi.

Avrà già percepito che:

Sotto la T-shirt, c’è una terza di seno che sta emanando l’odore del proprio desiderio di essere concupita da un’abile lingua.

che, ha cosce polpose da mordicchiare mentre la bocca sale all’inguine

che, ha dita affusolate e agili che tanto sanno donare anche in un semplice ditalino.

Le gira attorno per slumarle il culo.

Sul suo viso si può leggere l’espressione….:

“Proprio un bel culetto”.

Ci fa accomodare sul divano del salotto e va a preparare il caffè.

Non riusciamo più a trattenerci. Un attimo e ci succhiamo le lingue. Mamma è tornata ma non ha detto alcunché.

Placato il desiderio sorbiamo il caffè di mamma. Noto che lei ha approfittato del caffè per cambiarsi di abito. Non più la semplice veste da casalinga, ma uno spezzato da milfona (micro gonna con cosce scoperte, camicetta con due bottoni slacciati. Niente reggiseno e suppongo…:. neppure lo slip).

Qualche chiacchiera

<Mamma noi andiamo su. Chiara sta qui solo due giorni, vorremmo passarli il più assieme possibile. Abbiamo tante cose da dirci.>

Mamma sa del difficile momento che sta passando la mia unione con la Simo. Ha anche capito che con Chiara non è solo una grande amicizia. Con decisione entra nell’argomento:

<È sempre in ordine pure la camera degli ospiti. Se volete scoparvi potete farlo tranquillamente qui. Così riuscirei a non sentirmi sola. Che tu ben sai quanto mi rattristi – si ferma. Ci pensa. Trova il coraggio di dire quanto cova nel cuore. – Se vi va possiamo anche farlo in tre.>

Chiara apprezza l’idea

Chiara che ha apprezzato e condiviso gli sguardi penetranti di mamma, risponde lei all’offerta:

<Sai Ines che la tua proposta è un’ottima idea. Questa cementerebbe ancora di più la mia amicizia con Flà>

Tanto perché si capisca la sua intenzione, si sfila la t shirt.

Belle le sue poppe!

Troneggiano in quel salotto. Vuole sfilare anche la mia. Per poi strusciare le sue contro le mie. Stuzzicare i miei capezzoli con i suoi. Riempirmi dei suoi fremiti e fare esplodere i miei brividi.

Mamma ci guarda entusiasta ma senza fare alcunché. È Chiara a richiamarla alla sua bella idea:

<Ines cosa aspetti? Ti sei già pentita. Noi siamo calde bollenti>.

Mamma Non perde un attimo. Si cava tutto quello che può. Ci abbraccia. Con tanta gentilezza, come solo può fare una madre innamorata della propria figlia.

Ci spinge alla camera degli ospiti.

Intanto mi sgrilletto

Chiara si è attaccata ai capezzoli di mamma, lecca e succhia. Mamma le accarezza i capelli, contorcendosi e, tenendola ben stretta a sé, va gemendo:

<Dio… che lingua… che bocca! Che bella porchetta, sei!>.

Io, sdraiata tutta aperta sul letto, attendo Chiara, per concederci quel 69 intenso che abbiamo vagheggiato tra una forchettata di tagliatelle e un trancio di cotoletta alla bolognese.

All’attesa… il dovuto pettinng.

La cosa non sfugge a mamma che incita Chiara a staccare la bocca dal proprio corpo e colmare i desideri della sua bambina.

<Alla mia età posso fare per un po’ la guardona…. Però dopo ce le lecchiamo tra di noi… Altrimenti mi scoppia.>.

Solo il grande amore di una madre può fare questi ragionamenti!

Non avrei mai creduto di poter godere tanto. Il 69 di Chiara è entusiasmante. Inizia pacatamente e cresce man mano. Mettendo assieme dita e lingua, figa e culo.

Sto comodamente beandomi del petting con mamma quando, Chiara, a rovescio plana su di me. Le fiche contro le nostre bocche. Un tutt’uno fatto di effluvi, aromi. Sapori.

È un suo dito a introdurmi al suo piacere. Mi esplora il canale dell’amore, prima di metterci anche il secondo dito. Spinge forte. Stringe. Mi scopa, aggiungendo il terzo dito. Sarei già pronta a venire.

Le farfalle del ventre si levano in volo. Spingo di più il volto nella sua fica. Inarco la schiena. Lecco. Succhio. Riesco a trattenermi.

Lei cambia modalità. È la lingua ora ad agire. Lo fa sulla clitoride facendomi perdere il lume della ragione.

Ciuccio l’ambrosia del suo piacere che è tanta. Mamma, seduta sulla sponda del letto, non perde nessuno dei nostri sospiri, e… si masturba alacremente.

In me e in Chiara le farfalle riprendono a volare. Lingua, capezzoli, culo e figa palpitano.

La prima che smolla è lei:

<Ci sono. Teso. Godo>

Squirta due schizzi:.

Viene con alcuni sobbalzi ma sempre senza farmi mancare la sua lingua nella Fica.

Non sono da meno. Doppio il suo godimento:

<Sì… Così. Sì… Tuaaa!>.

Si gira al volo. Ha la bocca sulla mia con tutti i miei più intimi odori. Il bacio è veramente una gran cosa. Quando questo si esaurisce ricomincia a tre, con la lingua di mamma che ha coronato con l’orgasmo il suo desiderio di veder godere.:…

“Quella troia della propria figlia”.

Vado a pisciare e a rinfrescarmi.

Guardona di Mamma e Chiara

Torno e c’è già Chiara che la sta leccando a mamma. Le accarezzo i capelli.

Mamma:

<Guai a te se me la distogli da qui… È bravissima!>.

Poi mamma torna nel Nirvana che le sta cucendo addosso Chiara.

Non ho certo queste intenzioni ma ora sono io ad essere la guardona del siparietto erotico.

Le evoluzioni del volto della mia amica, fra le cosce di mamma, sono molto espressive. L’erotismo che impegna le protagoniste. Assoluto.

Chiara affonda la lingua fra le grandi labbra di mamy. La scopa a gran velocità. Mamy l’invoca… L’incita. Le dice cose assurde. Geme. Sobbalza. Sembra voglia sfuggire da quella lingua che sta dandole il godimento:

<Sto per schizzare. Bimbaaa. Togliti. Ti lavooo!>.

E mamma viene.

Una rivelazione

Io e Chiara ci prodighiamo con baci e coccole perché il suo volo orgasmico abbia un rientro morbido. Mamy sta controllando i propri bollenti spiriti ma continua a tessere lodi sulla capacità di Chiara a portarla all’orgasmo:

<Uno sguazzino della Madonna, vè! Brava… Mò brava fuori misura… – e qui una piccola rivelazione – Brava anche la sua Simo, ma Chiara, posso dire che abbia una marcia in più.>.

Chiara mi trasmette un affettuoso sorriso. Io faccio orgogliose spallucce. Mamy, più o meno ancora obnubilata dalla ventata di piacere, non si rende conto della gaffe.

La crema rinfrescante

Prima che rindossiamo gli slip Mamy, insiste per massaggiarci…

<Le fichette – dice lei –Come fa sempre tuo padre dopo avermi inculata>

È una crema rinfrescante che giova sia alle fiche che ai buchi del culo.

Io e Chiara ce ne andiamo con l’inguine ben fresco.

In ascensore…

In ascensore troviamo già Monica, altra coinquilina del mio stesso piano. Trentenne sempre malinconica. E, dalla scorsa settimana, che ha cacciato fuori di casa il marito con un certo clamore… ancora di più.

Le presento Chiara…

<Una cara amica a cui sto facendo conoscere Bologna>

E nulla più.

Dagli sguardi calamita che Chiara le dedica capisco che Monica l’intriga. Tanto che al pianerottolo è proprio Chiara a trovare un appiglio e prolungare il banale discorso da ascensore fino ad accettare un ammazza-caffè da lei.

Anche Monica la vedo interessata a focalizzare certi scorci che il frettoloso rivestire dopo il caffè da mamma, lascia intuire. Tipo la taglia 3 sul torace.

<Da come ha cominciato a guardarmi, quando siamo entrate in ascensore ho capito che è lesbica anche lei…Ti dirò di più: deve avere anche discendenze dalle mie parti. Ha fatto un particolare gesto con la mano che faccio anch’io per far capire i miei gusti sessuali, quando voglio rimorchiare qualcuna. Penso che a lei sia sfuggito ma appena gliel’ho rimandato, ci ha invitate a passare da lei.>

Mi dice. Chiara mentre Monica va a prendere bicchieri e digestivo.

<Ma brava la mia Sherlock Holmes. Vuoi vedere che stasera ci facciamo qualche giro a tre?>.

Un ammazza-caffè da Monica

L’entusiasmo mi porta a ficcarle la lingua in bocca.

In quel momento torna Monica con la cristalleria e il Centerbe che ha fatto mamma sua. Ci guarda. Appoggia i bicchieri:

<Tranquille. Qui non è uno scandalo. Quel divano ne ha sorrette ben di più colorite. Poi sono della vostra partita anch’io. >

Tanto per non smentirsi si avvicina a noi, che abbiamo ancora le labbra appiccicate. Si abbraccia a noi stringendosi forte:

<Dio. Che voglie che mi prendono!>

Si stacca dal nostro abbraccio. Si aggiusta i capelli. Chiara la segue. Le accarezza i capelli e aggiunge un affettuoso moto di labbra sulle palpebre degli occhi che intanto si sono inumiditi. Si vuota una buona razione del liquore che ingolla:

Minnie

<Scusatemi!>.

Sussurra sedendosi tra di noi.

Nel sedersi la gonna va su scoprendo le floride cosce. Chiara, presa da libidine, prende ad accarezzargliele. Monica, trema tutta e lascia fare. Le sottili dita di Chiara si avvicinano sempre più all’inguine.

L’eccitazione è tanta. I respiri si fanno affannati:

<Hai già gli slip umidi!>

Le fa Chiara con un sussurro.

<Sì, mmmhh!>.

Monica, con un sospiro.

Io mi metto in gioco. Avvicino le mie alle sue labbra… che si aprono.

<Mamy!>

Ci gela la voce squillante di una ragazzina. Svelte ci ricomponiamo.

<Minnie, Tesoro! Ho amiche. Sei presentabile?>

<Sì mamma. Abbiamo sentito che avevi gente. Mica siamo sorde… ci siamo ricomposte. Un po’ come avete fatto voi. >.

Avrà 14 a nni. Non di più… la ragazzina che viene verso di noi sorridente. “Giovane ma ben procace! Interessante”.

Chiara sta spostando sulle cosce della cucciola sguardi e flussi della propria bramosia.

<Avrebbe nome. Alberta ma tutti la chiamiamo Minnie. Fra noi c’è tanta confidenza. Io so tutti i suoi vizi e virtù. Lei i miei. – e rivolta alla figlia -. Sta qui a cena, Manuela? >

Monica, rivolta a noi:

<So che un giorno mi lascerà e non potrò più deliziare le notti con il suo corpo. Così pieno… sodo e ridondante. Ho una figlia entusiasmante!>.

È uno sfogo sincero, che anima Chiara a fare una proposta:

<Perché stasera non stiamo assieme così, magari finiamo il ragionamento che si stava facendo>.

Con una smorfia malinconica Monica accetta l’invito. L’aver fatto centro spinge. Chiara ad esibirsi in un’ipotesi di danza, culminati con un bacetto sulle labbra di Minnie che la sta osservando divertita e che…:

<Dì la verità che avere Mamy a cena ti eccita… Hai le labbra bollenti. Chissà se è così anche per la tua amica?>

e mi si fa contro con il viso. Le labbra schiuse.

Apro le mie. La sua lingua saetta dentro, cercando la mia. La trova. La succhia.

Il fiocco si esprime in ogni suo slinguamento. In lei c’è già tanto godimento.

La stringo forte a me, schiacciando le sue adolescenti poppe contro la mia taglia 3.

La cucciola è tutta un tremito

Ci si vede alle 8. Il gelato lo portiamo noi

La sua mamma si sta beando fra le labbra di Chiara.

<Verresti anche tu. Vero?>.

<Wow! Vado subito a dire a Manuela che stasera la pianterò in asso per una riunione di condominio.>

Ride a crepapelle mentre va alla cameretta dove ha lasciato la morosa.

<Mi fa piacere poter avere con me la mia Minnie. Io e lei siamo una cosa sola. Vorrei anche dirvi che lei è ancora vergine. Io con lei sono sempre molto delicata. Ci si vede alle 8. Il gelato lo portiamo noi.>.

Ci dice mentre ce ne andiamo.

La cena ce la facciam preparare dal ristorante sotto casa. La tavola la apparecchiamo in terrazza. Una cena sotto le stelle ha sempre il suo fascino.

Ci rimane il tempo per una buona doccia. L’improvvisato programma ci sta prendendo. Siamo cariche come poche. Sotto lo scroscio della doccia, la vicinanza fra i nostri corpi nudi, non può che portarci a uno scambio di masturbazione. Sento le dita della sua mano armeggiare nel solco fra le chiappe. È una delizia.

Il suo gesto è talmente delicato che non mi accorgo neppure quando mi penetra. Sento nel ventre il volo delle farfalle del piacere. Mi stringo forte a lei.

L’acqua ci rinfresca. Ugualmente ci riaccaloriamo. Incastro le mie cosce fra le sue. I Monti di Venere combaciano. Le fiche aperte pare vogliano divorarsi. Niente di più falso. Stanno spartendosi la medesima eccitazione. I virgulti clitoridi si accarezzano per trovare il loro equilibrio di piacere.

Danziamo. Una avvinta all’altra ce le sfreghiamo con grande passione: prima in tutta leggerezza ma è tanta la piacevolezza che ci porta ad aumentare il ritmo fino a scatenare un forte godimento che si completa con un indiavolato orgasmo a squirti e sborrate si uniscono le nostre grida.

Dopo essere uscite dal vortice orgasmico ci guardiamo: “Siamo meravigliose”. Occhi picccoli. Languidi. Il volto rilassato. Zigomi porpora.

Abbiamo raggiunto un vero stato di beatitudine.

Ce lo diciamo:

<Dio… se sto bene !>.

<È così anche per me>

Chiara, però, vuole specificare che il massimo del benessere lo raggiungerà quando con la lingua stuzzicherà la clitoride di Minnie:

<Quanto sei troia. Amore!>.

Monica si è messa al top per la serata: una veste corta e larga con un ampio davanzale sulle tette.

Minnie è andata oltre: solo un succinto due pezzi. Nell’ombelico, incastonata, una gemma piena di verdi riflessi.

Se Chiara slingua allegramente con Monica, la lingua di Minnie impazza a lungo nella mia bocca.

Una rapida visita alla casa e ci si accomoda a tavola.

Vino… brindisi. Il racconto

Se Chiara allieta la cena, raccontando i momenti più intimi con la sua amica del cuore… Non è così per Monica che la vediamo emozionarsi rendendoci partecipi del perché si sia liberata del marito, cacciandolo da casa:

<Nei miei 35 anni non ho molte cose di cui andare fiera. Ma aver cacciato quel porco da casa mia, mi rende veramente orgogliosa. Soprattutto perché non l’ho fatto solo per me. Ma per la mia piccola e per il suo futuro.>

Quando Monica comincia a raccontare è il momento in cui io e Chiara stiamo per levare il calice per il primo brindisi della serata. Rimaniamo in sospensione in attesa di conoscere tutta quella storia. Che già al primo accenno ci sembra ben nutrita di scorci trasgressivi.

In fondo il nostro vivere avviene in situazioni che tanti censurano. Poi, diciamocelo: la curiosità è la virtù delle femmine… e, io e Chiara, femmine lo siamo tanto.

Chiara:

<Per cui il primo brindisi lo dedichiamo al coraggio che ti ha liberata>.

<Che cara, sei! E che buono il vino!>.

<Sì, tanto buono. – Anche. Minnie ne è entusiasta ->Posso averne un altro po’. Vorrei chiamare un brindisi a Flà… la mia nuova amica.>

Di nuovo i bicchieri si riempiono e si vuotano.

Monica va con il suo racconto.

<Il vero disagio con Giulio è iniziato la sera in cui Minnie ci ha fatto sapere di essere innamorata di Manuela che è femmina al 100%.>

<200%. Soprattutto a letto>.

Precisa la ragazzina con l’aria da donna vissuta. Mamma sua riprende la narrazione:

<Con lui non ci son mai stati falò di passione ma gli ho sempre dato un normale menage matrimoniale pur se non avevo i suoi gusti sessuali. Lui godeva… io fingevo e recuperavo con qualche amica, discretamente, il giorno dopo. In 15 anni non gli ho mai dichiarato un mal di testa.

Quella sera quanto mi aveva raccontato Minnie dei suoi incontri con la sua morosina mi avevano caricata tanto. Pensando alla mia bimba che stava imparando a godere proprio come piace a me, mi sentivo di voler godere a tutti i costi. Sì… anche contro i miei gusti… Anche con un maschio.

Così, a letto, mi sono fatta audace. Gliel’ho preso in mano. Me lo son portato in bocca. Ho fatto tutto quello che s’ha da fare… Scappellato… Leccato la nuda cappella… Succhiato…

Giulio non ha fatto una piega. Il cazzo gli è rimasto moscio. Ed ha cominciato ad inveire che ero una madre sciagurata… Che avevo tirato su una figlia lesbica. Forse mi avrebbe lasciato andare qualche manrovescio. Senonché il litigio ha fatto venire Minnie che mi ha portato in camera sua.

Quella notte… ad essere sincera… io e Minnie… per la prima volta… ci siamo addormentate menandoci un ditalino, abbracciate.>

Minnie:

<È stata una delle più belle notti della mia vita>

<Il giorno dopo Giulio è andato per tre giorni a trovare i suoi vecchi. Tornato in famiglia, tutto è ricominciato normalmente. Tranne il sesso coniugale… sospeso completamente>

Intanto Minnie mi aveva portato a conoscere Manuela. Mi era piaciuta.

Ogni giorno me la trovavo lì. Le ragazze si rinchiudevano nella stanza di Minnie per tutto il pomeriggio. Le vedevo così serene che non mi preoccupavo>.

Minnie precisa:

<Preparavamo gli esami mamy>

<Giulio Resta nel suo studio fino alle 8 di sera. per cui nulla sapeva di quella frequentazione assidua di sua figlia.

Se non che, una decina di giorni fa, vado dall’estetista lasciando in casa le ragazze, come al solito rinchiuse nella cameretta.>

Ora è Minnie a raccontare:

<Io e Manuela si faceva all’amore serenamente. Si apre l’uscio della camera e c’è papà che comincia ad urlare dicendo che siamo troie fottute come nostra madre. Poi si calma. Con un ghigno satanico. Apre le braghe. Si siede in poltrona. Tira fuori l’uccello e ordina: adesso fate giocare un po’ anche lui. Vi mettete sul letto a leccarvela come fate sempre. Io e sto cazzo ci passeremo il tempo guardandovi.

Sul tavolo c’è un bicchiere di Coca Cola. Glielo butto in faccia. È la mossa improvvisata che ci consente di uscire dalla stanza e dall’appartamento.

Lo sentiamo bestemmiare.

Alla vicina. Chiediamo aiuto senza raccontare troppo di quel che ci è successo. Da lì possiamo raccontare tutto a mamma. La chiamo al telefono.>

È Monica a completare la narrazione:

<Quanto mi dice Minnie mi sconvolge. Sono al centro di un piacevole massaggio dalle abili mani di Giusy. Interrompo e mi attacco al telefono.

Chiamo Roberto… il fratello, illustre avvocato… che mi consiglia di riportare le ragazze nella stanzetta, in compagnia di una pattuglia di poliziotti:

<Fai che siano le ragazze a raccontare loro l’accaduto… che venga verbalizzato. Poi me ne dai copia. Ora dimmi cosa vuoi farne di quel bastardo di marito che hai. Al resto ci pensa il mio studio

“Cosa voglio farne? Non vedermelo più attorno!”

Chiamo il 113. Coloro,e raggiungo le ragazze.

Minnie è precisa e dettagliata. L’ispettrice, raccoglie la denuncia. Annota e me ne consegna copia:

“Bene… Andiamo a sentire cosa ha da dirci questo signore.”

Questo Signore è incollato alla tv a guardarsi qualche clip sado-maso. Non si aspettava certo il ritorno delle ragazze supportate dalla forza pubblica che poi sarà invitato a seguire.

Le ragazze tornano nella loro tana, chiudendo la porta. Io chiamo un tecnico per cambiare la serratura.

Con Giulio è decisamente finita.>.

Il racconto di Monica è stato pregnante. Tra noi è calato il silenzio. Solo Minnie è in fregola. È venuta a sedersi sulle mie ginocchia… Un po’ mi sbaciucchia il collo… Un po’ beve nel mio bicchiere… Un po’ mi infila in bocca porzioni del cibo con le mani per indugiare poi nella bocca con le dita, per farsele succhiare.

Trovo che sia molto sensuale!

Non mi trattengo: mano dietro la nuca spingo il suo volto verso il mio.

Ci arriva a labbra socchiuse. Il lingua in bocca è dovuto. Si protrae per un buon po’ ad occhi socchiusi.

Quando riapro gli occhi, di fronte a me sta succedendo la stessa cosa. Con la differenza che Monica sta gemendo di piacere.

Minnie:

<Senti, mamy come sta godendo… Fà sempre così… Vuol dire che Chiara le sta strizzando un capezzolo. Le piace da matti… Io glieli strizzo sempre.>

Una mossa… Io, tirando il laccetto faccio cadere la parte superiore del due-pezzi di Minnie.

Innanzi a bocca e naso il bollente aroma del desiderio di questa fanciulla alle prese con il prologo di un atteso godimento.

Ha tette grosse la ragazza. Il mio volto affonda con foga fra queste:.

Lecco… lecco le aureole… succhio i capezzoli… li stringo con le labbra.

Minnie non geme. Urla! Poi un sussurro:

<Scopami Flà… La lingua… La tua lingua… Ti prego… Esplodo!>.

Mi prende un braccio per portare la mano fra le sue cosce. Stringendola fra di esse. Spingendovi contro il proprio Monte di Venere.

Rilevo:

<Hai il costume fradicio>.

<Me lo tolgo subito>.

Si scioglie dall’abbraccio. Sfila la parte inferiore del costume e torna a culo nudo sulle mie ginocchia, sbrodolando.

un dito fra le grandi labbra per sentirla in tutta la bellezza del suo convulso orgasmo:

<Poi me lo rifai con la lingua. Vero tesoro?>.

È talmente forte il desiderio che ci pervade che tutto quanto abbiamo attorno diventa, nel nostro immaginifico, un comodo talamo su cui scopare. Non vedendone a tiro, spingo la ragazza a varcare la soglia con la stanza da letto.

Alla vista del letto, Minnie si tuffa su questo, proponendomi la sua fighetta dal retro.

Una piccola prugna che mi fa l’occhiolino da sotto le chiappe.

È una visione sublime!

Mi avvicino con la bocca allo spacchetto che ha preso a sbavare. In punta di lingua glielo ripulisco. Divarica ancor più le cosce. La sento fremere. Infilo la lingua. La percorro tutta… dal basso all’alto.

Sopra… il buchetto del suo culo.

Glielo lambisco con la lingua. Sussulta:

<Vuoi fare la troia? – Si spiega meglio – Leccamelo da vera troia>.

E si posiziona sollevando il bacino. Con le natiche tenute larghe dalle sue mani.

Lo dice quasi balbettando.

L’accontento.

La penetro con la lingua.

Le piace. Contrae ogni muscolo. Geme. Gode.

Io… dentro-fuori di lingua.

Una mano sotto… le accarezzo la figa… che mi sbava sulla mano.

Sottrae il culo alla mia lingua. si gira:.

<Sditalinami… Leccamela!>.

Si stringe forte a me:

<Sono tua!>.

Sono con la bocca fra i suoi inguini… lecco con passione.

La sua tenera fighetta mi entusiasma. Lecco e ciuccio tutto quanto sbrodola nel venire a gusto.

Non smetto di leccarla per tutta la durata dell’orgasmo. Che lei colorisce con gemiti altosonanti.

“Cosa mai sta succedendo alla mia piccola?”.

I gemiti fanno accorrere Monica e Chiara a cui Minnie, con tutto l’entusiasmo degli adolescenti, racconta:

<Mi ha fatto provare emozioni da vera troia. Bellissime! Vieni. Mamy che le faccio provare anche a te>.

È Chiara a fare una proposta a assennata.

<Le vere troie, visto che siamo in 4 farebbero un’orgetta.>

<Che sarebbe…?>

<Che ognuna gode e fa godere tutte le altre.>.

Le spiega mamma

<E noi, qui adesso, possiamo farla? Mi piacerebbe tanto, con voi!>.

È Chiara a spiegarglielo dopo aver avuto da me e Monica un impercettibile consenso:.

<Certo che si potrebbe fare. Si può fare la catenella lesbica>

<Ce la spieghi?>

la catenella lesbica

<Io la lecco a Flà. Lei a Mamma tua, che la lecca a te. Tu a me. La catenella si chiude con te. Tesoro. Tutte assieme. Con la voglia di venire a gusto nello stesso momento.>

Minnie:

<Possiam cominciare anche subito?>.

Restiamo immobili. Sfinite. Nella stessa posizione che abbiamo occupato nella catenella lesbo, proposta da Chiara.

Come auspicato, siamo tutte venute assieme.

Uno sballo!

Apprezzato da tutte. Tanto che si decide di rincatenarci per un secondo orgasmo.

Minnie ne aggiunge un terzo suscitato dalle proprie dita in solitario ditalino. Sotto lo sguardo di tutte.

È notte fonda quando l’allegra combriccola decide di ritirarsi a dormire.

Con Chiara che viene rimorchiata da Monica. Minnie che resta nel mio letto.

Una notte impegnativa

Una notte con un’adolescente che studia da troia, per una nonnetta come me, è sicuramente un impegno.

La ragazzina è eccitata al massimo. Vuole soprattutto leccarmi lei. Per strapparmi un giudizio sulle sue qualità di troia LSB.

Con l’energia che dispone per la sua giovane età, mi è alquanto faticoso assecondarla. Ma lascio che lo faccia. Un voto?:

<6 più>.

<Mi lascerai riprovare? Punto alla lode>.

L’orgasmo comunque arriva. È solo un ditalino. Lo amplifico con più gemiti e contorsioni… L’incoraggio:

<È già tutta un’altra cosa. Migliori a vista d’occhio>.

Ci addormentiamo abbracciate.

Al risveglio la porto con me in bagno. Come si fa con Simo. Ce le laviamo l’un l’altra e le rinfreschiamo con la cremina che mi ha dato Mamma

<Di stanotte non lo dirò a Manuela… È così gelosa! Tu?>.

<Neppure io con Simo che non è gelosa. Ma fra noi s’è rotto qualcosa. Non so se le va di tornare.>.

<Wow! Potrò così dar di lingua con Manuela. Mamy e anche con te>.

Ancora un bacio.

Non credo ci sia bisogno di litigare io e te

Qualche minuto e torna Chiara:

<Madonna… non mi era ancora capitata una femmina tanto vogliosa. Figa, culo. Una dopo l’altro. Sempre angosciata che le possa sfuggire qualche godimento. Mai fatta una slinguata così di figa. Ho le ganasce provate!>

La stringo a me baciandola sul collo:

<Mi dispiace. Ti ho fatto venire per stare con me e t’ho buttato tra le cosce di tutte quelle che mi son passate accanto>.

<Di questo ti ringrazio. Mi hai passato un’amante eccezionale. Quella che mi è mancata è stata la sua frugoletta. Questa me l’ha fatta bagnare dal momento che l’ho vista… Poi tu, te ne sei appropriata…>

<Non credo ci sia bisogno di litigare io e te. La piccola sta cercando di aggiudicarsi il diploma da troia. Per cui se le propongo un’altra occasione per ottenere un voto… Sono sicura che arriverà come un fulmine già senza mutande.>.

<Dai telefonale. Così metto il cuore in pace… Mi interessa sapere se alla mia età ho ancora dello charme da poter spendere con le nuove generazioni.>

Eseguo il suo desiderio.

Scene da non perdere!

Non passano 10 minuti da quando chiudo la telefonata che la Cucciola è già lì, vispa e pimpante:

<Non dirmi che ne hai ancora voglia?>

Quasi mi redarguisce per averla distolta da un ditalino che stava praticando a mamma sua.

Chiara, intanto, si è ritirata nella cucinetta. Si è spogliata, riappare all’improvviso completamente nuda:

<Se la voglia riguardasse me, farebbe differenza per te? >.

<Meglio ancora. Mamy mi ha appena detto che una lingua come la tua non l’aveva mai trovata. Secondo lei puoi contare su quattro velocità. Stanotte l’hai fatta impazzire.>.

<Vorrei dare anche a te le medesime emozioni. Se ti va… ovviamente.>.

Minnie sta già togliendosi di dosso le poche cose che porta.

Vedo Chiara molto eccitata da quell’apparizione: la fighetta… il procace culo

Chiara le si avvicina ma è la piccola a prendere l’iniziativa: la spinge contro la parete per inginocchiarsi innanzi.

Chiara allarga le gambe. Con le mani si apre la figa. Vi infila due dita. Si dà alcune decise sgrillettate. Si contorce per il piacere. Le sfila per passarle fra le labbra di Minnie. Lei apre la bocca. Le accoglie. Gliele succhia avidamente.

Chiara è raggiante. Ha gli zigomi imporporati… gli occhi languidi e sognanti. Abbraccia il capo della piccola. La guida alle proprie grandi labbra. Minnie si aggancia con le mani alle natiche di Chiara. Immerge la bocca nella figa. Lecca!

È una scena che mi spinge al ditalino sfrenato.

Godo immediatamente. È il momento in cui la Cucciola prende fiato e pone all’amante il cruccio che la tormenta:

<Ti son piaciuta. Tesoro? Che voto potresti darmi?>.

<Se continui e mi finisci anche nove e mezzo.>.

<Io cerco la lode. Amore>.

<Di quella se ne potrà parlare solo dopo un perfetto 69 e qualche altro giochetto>

<E allora cosa aspettiamo?>

Minnie che già conosce la strada prende Chiara per mano. Assieme salgono gli 11 scalini che le porteranno al grande letto.

Le seguo. Sono scene da non perdere!

Un 69 vissuto

Per chi conosce. Chiara come la conosco io, sa che il suo 69 non ha eguali. Questo nel virtuale. Nella realtà l’Eros è amplificato al massimo.

Chiara si pone sempre sopra per danzare sul corpo della partner. Riesce a relazionare con la figa di chi le sta sotto, ogni parte di sé stessa: dalla lingua alle dita. Dai capezzoli, agli alluci dei piedi. Mobilita tutto ciò per dare piacere alla fortunata che ha accettato di congiungersi con lei.

Minnie, ancora verginella, regge alla prima ondata di assalti. La lingua. Il dito indice che la esplora. Accoglie benevola anche il piacere che viene a darle uno dei capezzoli che va ad eccitarle la clitoride. Gode. Lecca lei stessa appassionatamente. Uno dei pollici di Chiara si fa strada nel suo buco del culo. È un’emozione che non aveva ancora provato. Chiara, addirittura, lo mette e lo toglie ritmicamente. Un dentro-fuori che l’avvicina sempre più all’apice del godimento. Chiara, allo stesso tempo le ciuccia dolcemente la fighetta.

D’ora in poi mi puoi chiamare zia

La fanciulla… Perché a 14 anni siamo ancora tutte delle fanciulle… è fuori di testa. Non si sarebbe mai sognata di avere contemporaneamente voli di farfalle nella figa e nel culo. È il momento in cui decide il grande passo:

“Basta con la verginità!”.

Chiara è colei che le ha fatto provare sensazioni inimmaginabili… Fremiti ineguagliabili. È giusto dare a lei l’onore della deflorazione.

Minnie ferma il suo ciucciare alla clitoride di Chiara. Prende fiato e le esterna il proposito:

<Sei sicura di volerlo fare con me. Non sarebbe meglio con la tua morosa? Così verrà anche a sapere che l’hai tradita…>.

La fanciulla è irremovibile:

<Devo farlo con te. È soprattutto una questione scaramantica. Sono sicura che se sarai tu a sverginarmi, il mio futuro sessuale sarà di grandi godimenti. Ti prego. Sono tua.>

E tanta la convinzione di aver scelto la persona giusta che se l’ipotesi non si concretizzasse, dagli occhi il dispiacere si farebbe lacrima.

Chiara non vuole deluderla. Si guarda le dita della mano destra. Ne unisce tre. Se le porta alla bocca e le succhia. Le fa succhiare anche a Minnie. Che le si sdraia innanzi tutta aperta.

Un colpo solo. Deciso. Preciso. Le dita di Chiara scivolano nella figa di Minnie.

Uno schizzetto rossastro. Il leggero gemito della ragazzina. Un suo successivo incitamento:

<Ecco Chiara… Adesso… Non fermarti… Ti prego… Voglio godere come godono le troie. Dai. Dai…>.

Chiara non può che assecondarla. Poche spinte della mano. Le cosce che gliela stringono. I sobbalzi del bacino. Il canto d’amore della Cucciola.

Chiara chiude elegantemente l’episodio con:

<D’ora in poi mi puoi chiamare zia.>.

Chiara mi raggiunge sulla poltrona Frau da dove ho curiosato quel sensuale match tormentandomi la clitoride. Strapazzandomi le tette.

Entusiasta Minnie chiama al telefono la sua. Manù per raccontarle le novità della giornata:.

<Sono tutte e due sui trent’anni ma sono due gran fiche. Con un’energia inesauribile, soprattutto nei giochi d’amore. Se ti va, sono sicura che passeremo una serata indimenticabile. Ora glielo chiedo e ti richiamo>

Abbiamo captato quanto stanno per proporci le due ragazzine. Mi rendo anche conto che al di là della debolezza delle nostre carni non credo si ripeterà così frequentemente di venire rimorchiate da due quattordicenni che studiano da troia.

<Pensi che prima che io parta, io e te riusciremo a godere come vorrebbero godere due vecchie amanti.>.

Anche se chi ne soffrirà sarà la nostra intenzione di stare assieme per approfondire la reciproca conoscenza, alla proposta di Minnie non possiamo che rispondere:

<Non può che farci piacere passare la serata con voi. Vi aspettiamo qui verso le otto per cenare assieme>

<Però nude>.

Aggiungo io.

<È d’accordo anche. Manù… Tra troie… ci si può incontrare solo così. Vado a raccontare tutto a Mamy che sarà contenta>.

Gonnellina larga e corta… T-shirt leggerissime, trasparenti.

È questo l’abbigliamento essenziale con cui Minnie e Manù si presentano. Sono rigorosamente acqua e sapone,  treccine sbarazzine. Ci tengono tanto a sollevare la gonna per mostrare figa e culetto liberi da mutandine.

Tanto per farci capire che sono lì con un intento ben preciso: godere… si esibiscono in uno struggente lingua in bocca. Tanto recepito da Chiara, che si  precipita su di loro ad accarezzarle i capelli.

Manù, gradisce, gira il volto. Aggancia la bocca di Chiara. Si abbraccia a lei con corpo e anima.

Minnie si ritrova sola al centro della stanza.

Grida:

<. Troia!>.

Io metto in gioco la lingua. gliela struscio sul collo. Nel padiglione auricolare. Nel sottogola. Le succhio il mento. Lei freme. Mi stringe le poppe e mi dice con mio disappunto:.

<A te, stasera non la do. Solo Chiara potrà farmi godere.>.

Si stacca da me per andare verso di lei che ormai ha denudato Manù e le sta praticando uno dei ditalini di cui è maestra.

Manù sta andando a gusto. Chiara l’ha stesa sul tappeto… Si agita. Sobbalza. La mano di Chiara non la molla. Non smette un attimo di zomparla.

La sua voce rotta dal piacere:

<. Sìii… Amoooreeeee. Vengooooo!>.

Stretta a Chiara ha le ultime contorsioni prima di cedere al dolce sfinimento.

Chiara ha sfilato le dita. Sono ricoperte dalla sborra di Manù. Libidinosamente se le succhia.

Quando ha finito nota… lì accanto Minnie.

Non ha un attimo di esitazione. La trae a sé. Le dita passano nella sua bocca. Che esclama:

<. Che buono il sapore del mio Amore!>.

A Chiara è sceso il trip del ditalino. Tre dita nella fighetta di Minnie… la sta facendo impazzire. Ad ogni fondata un gemito della Cucciola. Con la sinistra prova a dar piacere a sé stessa.

Non posso che fiondarmi con la lingua tra le sue cosce. Schiude le grandi labbra. Mi accoglie come una salvatrice.

Lecco… lecco. Lecco.

<Ti voglio bene. Flà. E non solo per questa bella leccata>.

Mi dice spasimando nel godimento.

Di fianco a noi, le cucciolotte stanno smaltendo i piaceri di un improvvisato 69:

Minnie sta scrutando il quadrante dell’orologio che porta al polso:

<È la seconda volta che lo facciamo. L’orgasmo in 7 minuti netti… Sai quanti ce ne potremo dare in una vita assieme!>.

Ho preparato una cena fredda in terrazza con tanta birra ghiacciata.

Tra noi un’allegra armonia.

Dopo il gelato Minnie emette grida per parteciparci le pulsioni della sua fica.

Manù si leva e lì, appoggiata alla balaustra della terrazza, la placa smenandole un veloce ditalino.

Chiara ritiene di doverla assecondare di più. le si inginocchia innanzi ed è la sua lingua a subentrare nel gioco del piacere. L’impatto è notevole. Gli spasmi e le contorsioni del suo corpo lo descrivono perfettamente.

Manù, messa da parte. Mi si avvicina un po’ malinconica:

<Siamo rimaste io e te. – Mi dice – Che si fa?>.

La prendo per mano e la conduco nella stanza.

È una bella ragazza, Manù. Corpo longilineo. Poppe già ben forate ma non strabordanti. Sul Monte di Venere lo spacchetto propone una fighetta appetitosa. Con tutto il fascino che può avere una figa di quell’età. Gliela accarezzo. Agevola il percorso della mano. Si apre tutta. Già vedo schiumare lo spacchetto.

<Scopami. Flà! Ne ho una voglia matta e la mia troietta è con la lingua della tua troia dentro. Chissà quando tornerà in sé.>.

Un sospiro disperato. Si sdraia. Se la tocca. Non avrei mai immaginato che mi sarei trovata di fronte la più bella ed imponente clitoride della mia vita: un cazzo di ridotte dimensioni con tanto di glande scappucciato, si affaccia nella parte superiore della fighetta.

Mi sorride con tanta dolcezza.:

< Dì la verità che così bella non te l’aspettavi. Se vuoi è tua!>.

Fra le sue cosce con il volto, sguinzaglio la lingua a stanarla tra quegli intensi aromi e sapori. “È la miniatura di un vero cazzo di belle forme”.

Me la coccolo fra le labbra… stuzzicandone la cuspide in punta di lingua.

Si inturgidisce… duro come il marmo. La succhio.

Manù si agita… Si contrae… Scalcia:

<Che porca. Sei! Non ti fermare… Continua… Sto per venire… Dai… È così… Sì. Amore.>.

Succhio. Lecco tutto intorno:

<Vengoooooo>.

E schizza come una sorgente.

La bevo.

La.  piccola è tutta un delirio:

<Baciami. Troia. Amore. Miaaaaa!>.

È stretta a me. Tutta un tremito.

È stato troppo bello farla… sentirla e vederla impazzire di godimento.

La bacio con ancora negli occhi le sue smanie del piacere:

<Ne vorresti ancora?>

<Magari!>.

Si rilassa completamente… Socchiude gli occhi. Resta in attesa…

Al bacio aggiungo coccole e carezze al seno e alla figa:

<Ecco ci sono Amore… Se vuoi farmi del bene… È il momento>.

Con due dita, le do quanto si aspetta. Con tre quello che non credeva potesse provare.

Tutto ciò me lo dice urlando di gioia.

Comunque…

La sua fighetta ha risentito di questo maggiore utilizzo in cui si è trovata coinvolta.

Anche qui la cremina di mamma mia le porta freschezza fra le cosce.

<Mi stai viziando la morosa. Quando saremo io e lei, non ce l’avrò mica la cremina per rinfrescarle la figa. – Minnie scoppia in risata nel vedere come tratto la sua amata. Poi… – Ne hai un po’ anche per la mia fighetta? Così posso darla ancora per qualche giro.>

<Da un giorno all’altro ti scopro troia più che mai – Manù in un rigurgito di gelosia – Hai snobbato il mio ditalino per fartela leccare da Chiara. Mi dici “Amore mio. Amore mio”, poi la dai alla prima che ti mostra la lingua – È tesa la ragazza. Prende fiato e… – Troia! Forsanche puttana!>.

Sono parole dure, anche se Minnie, cerca di riconquistare la fidanzatina con bacetti e moine.

<Sei incazzata anche tu con me?>.

Mi sussurra Chiara, sbaciucchiandomi il collo.

Mi volto e le nostre lingue possono danzare assieme. Ha fianchi marcati questa bella donna. Le appoggio le mani lì e la traggo contro di me. Le fighe si sfregano. È una gran bella sensazione.

Faccio compiere al bacino un movimento di rotazione. Lo sfregamento si dilata. Le sensazioni rasentano il godimento

A due passi da noi, le fanciulle stanno consumando il loro diverbio immobili, in assoluto silenzio incrociando altezzosamente gli sguardi.

Chiara ha inserito una coscia tra le mie. Ha la figa che rigurgita sulla mia i propri succhi. Compie anche lei una rotazione del bacino. Sfregamento prolungato delle fighe. Alcuni fremiti in libera uscita sono diventati consistenti. Sbava anche la mia.

<Madonna Flà. Sei calda bollente!>.

Ci stringiamo sempre più forte. Le tette si schiacciano tra loro. Grondiamo di sudore.

Uno sguardo fugace alle fanciulle. Sono avvinte in un abbraccio rappacificatorio. Minnie sta per penetrare il culo di Manù con due dita. Glielo ha chiesto proprio lei. Quale atto che porterà alla completa pacificazione. Da troia a troia. Perché è così che sono convinte di potersi definire dopo questa notte.

Chiara pratica una rotazione del bacino dietro l’altra. Ambedue siamo a livelli alti di eccitazione. Mi zompa con la figa. E con la passione che ci mette, la vedo trasformata… La trovo stupenda!

Le fanciulle si sono rappacificate completamente e sventolano il loro ritrovato sentimento amoroso in un chiassoso 69 con incitamenti riferentisi al loro recente litigio

Manù a Minnie:

<Dmmi che mi ami. Troia!>.

Minnie:

<. Sì sono una troia… ma ti amo >.

Manù:

<. Dimmi solo     Ti amo! Troia lo posso dire solo io>.

Minnie:

<Ti amo Amore! Tu, però, mi lecchi il buco del culo. Che mi piace tanto>.

Uno scatto per girarsi e metterle, aperte… le natiche… innanzi alla bocca.

Io e Chiara restiamo ad ammirare l’evolversi della situazione, baciandoci.

Con un po’ di invidia ci siamo ritirate sul lettuccio che lascio aperto in terrazza per il mantenimento della mia abbronzatura integrale.

Le apro le cosce… ho un cuscino sotto le chiappe che tengo scostate con le mani.

Gagliardo il buco del culo propone tutta la propria sensualità.

A ragion veduta, la lingua di Chiara inizia da lì.

Più che un atto sessuale il nostro è un divertissement… la scusa per trasmettere elegantemente alle focosissime adolescenti che avremmo la necessità di riavere la disponibilità del mio vasto lettone. Lo facciamo scimmiottando esplosioni orgasmiche con grida altosonanti che nel silenzio della notte è impossibile non cogliere.

Niente da fare. Solo una loro oceanica pisciata le distoglierà dalle beatitudini dei post orgasmi.

<Ci vorrebbe anche per noi la cremina della mamma di Flà>.

Reclama Manù.

L’orologio del vicino Palazzo Comunale ha già battuto i suoi 12 tocchi quando le ninfette, nude, mano nella mano, sfidando ogni norma di pubblica decenza, percorrono i 7 metri di pianerottolo che separano l’abitazione di Minnie dalla mia.

Fra le gambe il piacevole refrigerio della cremina della mamma di Flà che ha così un buon profumo.

<Se hai ancora da spendere qualche energia, potremmo far sentire questo buon profumo a mamma Monica. Può darsi che le venga qualche buona idea e ci faccia stare nel lettone con lei.>

Chiara ha deciso che starà ancora un giorno:

<Sarà il nostro giorno. Non mi sposterò da questa stanza… Da questo letto… Dialogherò solo con la tua lingua… la tua figa… Il tuo culo… Le tue tette. Faremo tutto quello che può farti piacere fare. Tanto alla fine c’è sempre la cremina di mamma tua.>

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