il Ricongiungimento
Flavia dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard, del dr.Hans Stortoghårdt – København
©Flavia Marchetti 2021
<A me, La sforbiciata piace quando si è eccitatissime e le fighe sbavano… si attaccano.>
Flà e Gioia si erano date appuntamento per un aperitivo dopo tanto tempo che non si trovavano. Si erano allontanate per un banale diverbio su come andava gestito il sesso orale con un maschietto.
Per Gioia era il classico pompino con ampia libertà di esecuzione, purché fosse ben dentro alla bocca e che prevedesse l’ingoio.
Per Flà, ferma ai dettami della tradizione bolognese -quella tramandatagli dalla sua mamma al compimento del quindicesimo anno- aveva regole a cui, secondo, lei non si doveva derogare. Tra cui: l’utilizzo delle mani per stimolare il piacere.
<A no! Se lo spugnetti con le mani non è più il classico bocchino alla bolognese. Rimane una mezza sega!>
Ne era nata un’appassionata discussi, one purtroppo trasformatasi in baruffa. Si era conclusa con frasi pesanti e anche offensive… del genere:
<lingua moscia!>
<Figa slabbrata!>
Da qui, la sofferta decisione di non incontrarsi più. Giusto per non rovinare un passato tanto ricco di sensuali ricordi.
Passano così tra i lunghi mesi in cui Flà soffre moltissimo di questo distacco. Soprattutto quando vuole darsi una ventata di esotico piacere, infilandosi una riga di Gheisha–ball. È il momento in cui più le manca la lussuriosa mano di Gioia che, con sapienza, gliele infila, una dopo l’altra, nella figa.
Sa come agire sul cordoncino: fa muovere le sfere dentro di lei in una demoniaca danza. È un godimento incommensurabile: Flà saltava in maniera forsennata, tra le braccia dell’amica. Il godimento si ampliava quando Gioia estraeva la lubrica collana. Era tutto uno scalpitare, mugugni e gemiti di piacere.
Non finiva mai così. Il godimento proseguiva sul culo con il medesimo copione.
Gli orgasmi non si contavano mai.
Era poi Flà a deliziare l’amica dello stesso trattamento:
Pomeriggi di intenso piacere!
Quella mancanza in Flà aveva creato un vuoto. Così la settimana precedente con la scusa di restituirle un libro prestato, le aveva telefonato.
Appuntamento alla domenica successiva per un drink da Gioia
Per Gioia lo stato d’animo era analogo. Le mancavano tutte le piccole cose che facevano insostituibile quell’amicizia.
Lei, aveva finito per parlarne anche con Roland, il marito. Che, solidarizzando aveva consigliato di ricucire. Ne avevano parlato a lungo. Roland aveva imparato della bisessualità di sua moglie e, che se ne potesse pensare, l’aveva trovata una risorsa per il loro ménage matrimoniale. Tant’è che il loro ragionare, si era trasferito dalla sala da pranzo al salotto. Qui il divano si era reso partecipe di un appassionato abbraccio. A cui non poteva non seguire una focosa scopata.
È il momento delle coccole. Di qualche bacio alla figa ancora in estasi. Saranno queste manifestazioni di affetto a far promettere a Gioia di farlo assistere ad una successiva manifestazione di erotismo tra lei e Flà.
Le due amiche si ritrovano con entusiasmo. Dai loro abbracci e sorrisi si capisce che della baruffa non è rimasto neppure il ricordo, forse solo quello dei tre mesi di astinenza dai loro raffinati erotismi.
La dimostrazione è che subito, scatta un lingua-in-bocca che dura assai, mentre le mani riprendono la piacevolezza di palpare i reciproci seni. Si torna alle vecchie e collaudate abitudini: calano slip e perizoma. Le mani si intrufolano tra le cosce.
Intrecci di grande. Carezze. Baci.
Pure se Gioia ha apparecchiato il tavolo del salotto con il più raffinato servizio da tea che già fuma nelle tazze, il salotto non è più la stanza per loro.
Sull’ampio letto i loro corpi nudi hanno più possibilità di esprimersi. Di confondersi. Di allacciarsi e divenire una cosa sola.
Il ditalino le accomuna. Le fighe sbavano. Un primo orgasmo le conquista.
È solo l’introduzione a una sfrenata galoppata ognuna sulla coscia dell’altra.
Il godimento è grande. Le fighe, come fossero bocche spandono sborra a profusione. Tra di loro tornano le parole dell’amore i: <Sempre!>…< Mai più senza e lontane!>
Intanto qualche rumore si sente dalle stanze attigue. Gioia spiega:
<È mio marito>
<Come… Roland è in casa? – e fa per agguantare qualcuno dei suoi abiti sparsi per il letto – bisogna proprio essere delle incoscienti…>
Gioia la ferma e prende a baciarle il seno. <Non ti agitare. È tutto a posto. Gli ho detto tutto di noi. Concorda anche lui che sia una cosa bella che debba continuare…… Vedrai che verrà a farci un saluto.>
<Ciao Ragazze, vi rompo? …> è già lì.
Un bacio a Gioia. Un buffetto a Flà.
La presenza del marito eccita Gioia che oltre palpeggiare vistosamente Flà, si fa dare da lei il consenso a che, lui sia spettatore delle loro effusioni.
Questo in definitiva eccita anche Flà. Difatti: pochi minuti e le ragazze sono già una sopra l’altra, in uno spettacolare 69.
Roland si è messo in una delle poltroncine e osserva con piacere le evoluzioni delle ragazze. Ogni loro mossa è, forse, più indirizzata al pubblico che alla loro libidine. Anche se le lingue stanno svolgendo alacremente il loro lavoro. Lo si coglie dai sussulti dei corpi. Dai mugugni. Dal sospirare affannato. E da tutti quei sensuali rumori che generano le bocche nelle tenzoni con le fighe.
L’erotismo che aleggia tra le luci soffuse di quella stanza, comincia a coinvolgere anche Roland. Si è tolto le scarpe e sta sfilando la camicia. In piedi osserva ogni movenza. Ascolta ogni afflato.
Ora, gli sono rimasti addosso solo i boxer.
Sotto di questi si può notare un certo movimento: la protuberanza si dimostra in attività e, spingendo contro il tessuto, è alla ricerca di un ruolo che gli si addica in quella situazione.
Roland che sicuramente fino a quel momento è riuscito a controllarsi, non riesce più a tener botta. Sfila i boxer e prende in pugno l’uccello.
Sulla sponda del letto, quei corpi avvinti nella loro bolla di piacere, si dimostrano sempre più appetitosi a saziare la libidine che lo sta invadendo.
Sempre con il cazzo stretto in pugno si avvicina alla sponda. Il naso gli si riempie di quel buon odore di godimento che fonde il sudore, con gli odori più intimi degli amanti.
“Non è possibile ignorare!”
Si trova al cospetto del bel culo di Flà che sussulta ad ogni fondata della lingua di Gioia.
Quel roteare il bacino le fa tenere le natiche ben distanziate.
In primo piano, lui si trova, ben dilatato, il buco del culo dell’amica di sua moglie.
Non ha il tempo di valutare le ripercussioni di quanto sta per fare. L’uccello gli tira da matti e lo tira verso quel culo. Lo infila tra quelle chiappe eccitate. La cappella si appoggia al buco del culo.
Chissà, forse lui ha bisogno di riflettere. Indugia.
Flà sta per entrare nei meandri dell’orgasmo. Gioia, da sotto, dopo averle leccato ogni angolo della figa, stuzzicato sapientemente la clitoride, è a pochi centimetri dalla cappella di suo marito e sta dando colpetti velocissimi al perineo di Flà. A lei piace da matti!
La figa di Flà sta profusamente spandendo il suo intimo nettare. Sente sì la cappella incastrata tra i propri glutei, ma è talmente concentrata ad acchiappare l’orgasmo che le si sta preannunciando, che sollecita la partner con un prolungato “sììì”.
Roland interpreta il sensuale monosillabo come rivolto a lui. Da un colpo di reni e il cazzo scivola lungo il culo di Flavia.
I muscoli dello sfintere della ragazza si stringono attorno a lui. È un piacere che recepisce ingrossando la cappella del cazzo. Scintilla che spinge inesorabilmente Flà nel cuore di un partecipato orgasmo di lingua e di culo. Con Roland che deciso ad appagare il proprio uccello, la sta inculando senza tentennamenti.
La sborrata di Roland è uno tsunami. Il culo di Flavia ci metterà un buon po’ a rigurgitare quanto gli è stato donato.
I coniugi si stanno sbaciucchiando gioiosi, per il trasgressivo indirizzo che ha imboccato il loro stare assieme.
Flavia, sfinita si è abbandonata sul letto. Se non fosse che Roland le ha invitate a cena in un buon ristorante, avrebbe sicuramente chiesto di restare a dormire su quel letto, dove tanto ha goduto.