Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

I 35 di Flavia

…………..

FLAVIA MARCHETTI

I 35 anni di Flavia

Dedica

Frida, la protagonista, è chiaramente un nome di fantasia caratterizzato da un aspetto di sensuale esotismo.

Taglio corto. Frida non la conosco. Non esiste. È un nome non INVENTATO ma preso da una vecchia canzone per questa storia.

La mie storie. Tutti sanno che in esse, la fantasia è contenuta al 10/15%. Ogni storia che racconto è verosimilmente stata vissuta dalla sottoscritta che ha provveduto a quelle trasformazioni per non ingelosire mariti, compagne, compagni, madri, padri, figli, nipoti… amanti di 1°, 2° e 3° letto.

Comunque una. Frida a cui ho pensato assiduamente mentre ci sditalinavamo o leccavamo fica e buco  del culo. Tra orgasmi e gemiti. C’è!!

Ha un nome meno sensuale: Stefania. O Stefy…. quando godiamo all’unisono.

Dovrebbe avere una trentina d’anni. Ci siamo conosciute in chat. Ci siamo prese già qualche volta. Tra le coltri del virttuale sa scatenarsi e diventa vera. Di lei non ho immagini, se non un’intrigante foto con tutti i cappelli scompigliati. Come ci succede a noi belle fiche quando la diamo al top della passione. Lei, finora, me l’ha sempre leccata così O, almeno, così l’ho percepita io nonostante i chilometri che ci separano: lingua calda e ben saltellante. L’efflluvio della sua gagliarda fica: gustoso… Eccitante. L’ideale per un buon 69.

Grazie Stefania. Questo racconto te lo dedico con tutto il cuore  Quando trovate scritto Frida… Leggete Stefania… È a lei che ho ensato.

(Spero ti piaccia e ti dia piacere e gioia. FLAVIA MARCHETTI)

Frida e l’anno trascorso

Oltre al ricordo della piacevole Festa per i miei 34 anni, ci .era rimasta l’amicizia di FRIDA. Che sempre più passava le notti da noi. Con tutti i suoi vizi che aveva scoperto di avere, proprio alla mia festa.

Appena arrivava dichiarava subito da chi voleva essere presa quella notte:.

<Stasera sono qui per essere tua, Flavia.>.

Una mano sotto la gonna e sfilava le mutandine che sfilava e metteva nello zainetto Cinque minuti dopo si aggiungeva la c compagnia di un reggiseno taglia 1. Frida era tettuta quanto un manovale da muratore.

Io e Simona ci si organizzava. Quella notte una di noi due avrebbe dormito nella stanzetta degli ospiti.

Avevamo  provato a proporre notti di sesso a tre:.

<A noi quando ce lo propongono, lo facciamo molto volentieri. Con tutta la passione che ci va>.

Non aveva abboccato:..

<A me fare la lesbica piace … e non v oglio fare diversamente … è un percorso che mi impegna tanto. Preferisco, che  quel breve momento che fa scoppiare l’orgasmo, di condividerlo intimamente con chi a quell’oblio mi ha portata. Se vi piacciono i giochi a tre, possiamo farli di giorno. Così non si possono mescolare ai sogni.>.

Essendo Lei, figlia dei proprietari di una rinomata trattoria di Bologna Centro in cui per un paio d’anni era stata impegnata come aiuto cuoca, non era mancata volta che si fosse ,offerta di preparar gustose cenette con quel che avrebbe trovato nel frigorifero…

Cenato tutte tre assieme, avevamo sempre scaramanticamente brindato alle nostree fighe che ci mantenevano godute ed appagate.

Ancora un dito di cognac per digerire e un giro di lingue in bocca per sottolineare che quello era un convivio erotico/sessuale

È una delle sere che il fighino di Frida tocca a me.

Simona si ritira… Io e Frida ci avviamo amorevolmente su pper gli 11 scalini, verso l’agognato lettone.

Te la lecco prima io?

<Te la lecco prima io?>.

<Fai tu. Per me è indifferente>.

Certo c he con un 69 non ci sarebbe neppure da chiederselo >.

Una gran figata

Intanto ci siamo messe nude. Sdraiate in modalità 69.

Sttanno la clitoride che in Frida è ben pronunciata. La stuzzico a colpi di lingua e quando la sento solida e dritta, la raggiungo c on le labbra e la spompino  :.

<È proprio questo che volevo. Mi hai riempita di brividi. È una gran figata!>.

Mi sussurra, leccandomela a mitraglietta.

<Stai cercando di farmi venire… Porcellina!>

Siamo molto gentili e ben disposte con i vizi delle nostre virtù.

Stasera  non mi tira né mi palpita un po’

<Quando godi ti trasformi. Diventi più bella e mi dici cose infuocate e mjmeravigliose. Certo voglio farti venire a gusto… Se no che amica lesbica sarei?>.

<Sai cosa c’è, Amore?. Che a me, stasera, tira meno dell’ultima volta che siam state assieme. Se vuoi, sei in tempo a sostituirmi con Simona. Sono sicura che se le dici che stasera non ti eccito e che tu invece sei surriscaldata dalla voglia. Ti prende a cosce aperte. Comunque non lasciarmi così a metà. Un orgasmino, regalamelo. Poi puoi far quello che vuoi>.

<Tranquilla Flà, Oltre che un’amica sei anche piena di saggezza. Quando non c’è lo stimolo della carne. Fingere diventa una vera porcheria. Però non temere che l’orgasmino non si farà attendere.>.

Molla la posizione rovesciata del 69 ed è tra le mie cosce come per leccarmela romanticamente. Non cambia di molto la mia situazione. Sempre la lingua affonda nella parte alta della mia figa, mentre tre delle sue dita mi penetrano per scivolare nel canale dell’amore.

Al pattuito orgasmino seguono ondate di coccole che a lungo ci trattengono nell’oblio, in uno stato di beatitudine.

Baci, carezze, palpate colme di passione scorrono sui nostri corpi come un fiume in piena. L’orgasmino si replica in me con una copiosa scarica di sborra. Frida è pronta a metterci la bocca per ripulire la parte. Lasciando il suo marchio di piacere.

Un bacio alla figa con prolungato ciuciotto.

La calamita

Qualche rumore nel bagno. Sono le 22:30.

Dico a Fruda:.

<Simona ha chiuso con la lettura. Si sciacqua la figa per affidarsi al sonno>.

<Caspita. Vado a vedere se le serve un po’ di figa per traghettare la notte tra le braccia di Morfeo, che in questo caso al sogno la porterei io. Non hai idea, Flà di che voglia ho tra le gambe e nella lingua.. doopo il nostro apperitivo. Guarda… Pur di arrivare a domatttina con un bel corpo come quello della tua Simona sono disponibile a prendere anche una strapponata nel mio culetto vergine. Per me, Simona ,è una grande calamita… mi attira e me la fa tirare>.

Dichiara Frida. Incaminandosi verso il bagno. Sicura che vi avrebbe trovata la sua grande calamita: la figa di Simona.

Ma il risultato è ben diverso.

Sicuramente nessun tira-tira tra le due ragazze.

Parole non gridate ma neppure armoniose. Il chiudersi rumoroso della porta del bagno mi avevano portato una Simona incazzata che raccoglieva le varie parti  del proprio abbigliamento disseminate.

<Esci?>.

<Vado a dormire dai miei. Almeno lì non ho lesbiche opprimenti tra i piedi. Se me ne venisse anche voglia, avrei il cazzo di mio fratello Tito che mi rincorre da quando avevo 12 anni.

Scende nella cameretta… 5 minuti dopo, la porta di casa si richiude con un tonfo.

Ricompare Frida. quasi piange. Raccconta:.

<Era allo specchio. Si palpava le tette, strizzando i capezzoli. Mi son detta: “Qui di voglia ce n’è da stancarsi.”. Le sono arrivata dietro. Zittta e cheta. Un bacio tra le scapole e due dita tra le chiappe. Con uno sono riuscita a titillarle il buco del culo.

<Troia!>.

assieme a una montagna di insulti e insolenze.

<Siete delle malefiche lesbicastre che non capite che la fica è bella… ma una femmina avrà sempre bisogno di cazzo E io ne ho tanto bisogno!!… Poi era uscita sbattendo la porta. Ci sono proprio rimasta male>.

<Adesso capisco. Sono alcuni giorni che mi rifiuta. Le è tornata quella voglia lì. Pensa che… un’altra volta. mi aveva convinta che, scientificamente non può ripetersi che una volta sola. Invece, in 4 anni è già la terza volta che succede. Lei, senza ombra di dubbio, ha spesso  bisogno di cazzo!>.

<Scusa Flà. Mi è venuto un impellente tira-tira. Debbo leccartela!

 allargo le cosce. Lei, subito appoggia le labbra sul mio Monte di Venere, dicendo:.

<Che bello. Si sente il duro dei nuovi peli che vogliono mettere fuori la testa. Devi essere stupenda col pelo. Stai serena che io te la leccherei lo stesso. Anzi… di più!>.

Un rito pagano: Orgasmi susseguenti…

<Tesoro, se continui ti ritroverai tra le cosce d’un cadavere. Non vedrai mai spuntare il pelo.>.

Sono stata sgarbata? Ti sei pentita d’avermela data quando nnon ne mnsenti il desiderioo? Ti prego non mmortificarmi. Come stasera non ci ho mai messo tanta passione. È che stasera ho capito che pur condivvidendomi con la tua coinquilina tu mi ami. Io, stasera te l’ho leccata/succhiata come credo si debba fare con chi si ama>.

La tiro su dalla figa. Mi sorride.

La bacio come si bacia una ,che ti ha appena detto che ti ama.

Ha buon sapore in bocca, anche se prevale l’odore della mia fica. Glielo dico.

<Io appena lo percepisco, godo. Se sono vestita, mi bagno.>.

<Perché sei la mia cucciola. E prima mi hai regalato sei orgasmi consecutivi. Uno dentro all’altro. Se non c’era questo break, sarei impazzita godendo. >.

La stringo forte a me con lei che mi incita:.

<Stringimi a te! Fa che questo bel corpo diventi un tutt’uno con quel catorcio di corpo che mi porto dietro. Spingi la figa contro la mia, forte. Fai come per penetrarmi con il tuo Monte di Venere. Mordimi dove vuoi. Voglio  il corpo segnato dalle orme dei tuoi denti. Però se vuoi fare felice la tua verginella, dimmi, almeno una volta ‘ti amo’.>.

Faccio la gnorri:.

<Come… Non te l’ho ancora detto?>

Te l’ho data nove volte e ho rifiutato le avances di tre belle signore da quando ti ho conosciuta. Dalla tua compagna, che tanto mi piace, mi son lasciata prendere 2 volte in meno che da te. Da te tanti godimenti ma mai uno, seppur striminzito, complimento sentimentale.>

È fra le mie braccia e mi sorride. Non mi resta che serrare le braccia. Stringerla ancora più forte:.

<Intanto, stanotte ti obbligo a dormire con me. Domani stiamo assieme tutta domani e quest’altra settimana stiamo a vedere quel che succede:.

<In parole povere stai sostituendo Simona con me cercando che nessuno se ne accorga>.

Probabilmente è proprio così

<Dovesse mancare un’espressione sentimentale che la qualifichi, posso dirti che oggi mi hai dimostrato quanto mi vuoi bene. Che corrisponde a quanto te ne voglio io.>.

Ecco ero riuscita ad esternare quello che cominciavo a provare per la mia verginella priva di tette.

Le dico che la considero la mia nuova fidanzata e lei sbiella dalla gioia:.

<Tu sei invece il mio immenso amore che aspettavo da tanto. Posso già giurarti, per sempre, il mio amore. La mia fedeltà.>.

<Mi sa che stiamo celebrando il nostro matrimonio>.

Tu non puoi. Devi ancora divorziare da Simona >.

<Dai. Mettiamoci avanti con le ipotesi. Sono curiosa di capire come verrebbe.>.

<Comunque, stasera non abbiamo né la sacerdotessa, né una degna rappresentante del Sindaco per celebrare>.

La cucciola se la ride…

C’è poco da ridere! Se stasera completiamo il rito, domani andiamo al convento delle suore Farlottine, dove la superiora è una mia zia e ci facciamo benedire da lei.>

Il gioco prosegue.

Vado a mettermi un abito adeguato>.

Giro su mé stessa e sono a torso nudo.

Frida non resiste. Anche stavolta si tuffa sulle mie poppe. Le slingua di santa ragione.

Nel lettone per qualcosa di fatto meglio

Sono invasa da fremiti di piacere. La freno solo con una mano tra le cosce, accarezzandole la figa sopra gli slip.

Mezzo giro su sé stessa. Me la ritrovo innanzi in tutta la bellezza del suo fighino e culetto.

Lingua nel fighino già bagnato… Succhio! 2 dita in culo per un’inculata profonda.

Tutti  dentro. La mano spinge. La lingua ha ripreso ad offrire tremuli brividi ai sensi della dolce Frida. Ora Lei. è ben intenta ad accarezzarsi i suoi capezzoli senza tette.

Un suo profondo sospiro:.

<Quanto mi piace sentire le tue dita nel profondo del mio culo. Amore! È sempre un’emozione forte>.

Vuole essere stretta e baciata:.

<Mi sta colando la figa. Sto per sborrare! Tienimi Amore!  Stringimi! Sono tua. Tua! Solo Tua!>

Piange.

Le asciugo le lacrime con la lingua.

<Vieni su nel lettone che facciamo qualcosa di fatto meglio>.

<Se pianterai Simona e mi vorrai acanto a te, ti chiederò di cambiare il lettone. Leccartela sullo stesso letto in cui per anni te la leccava un’altra mi turba>.

<A questo ti risponderò domani. Perché domani compirò 35 anni e sarò più saggia>.

<In effetti oggi la follia la stai dimostrando tutta>.

E andiamo avanti così.

Il rito

<Frida Baldrati vuoi tu avere il permesso esclusivo di sditalinare la qui presente Flavia Marchetti che se lo vorrà dovrà sfilare gli slip ed accostare l’ignuda fica alla mano fornicatrice.>.

Riesco ad essere ancora più osservante dell’ipotetica liturgia. pretendendo di ben leccare le dita che avrei poi sentito penetrarmi.

Riprendendo la parte di ministro del culto:.

<Care amiche lesbo, potete procedere alla vostra autenticazione al culto del lesbismo con amore e passione.>.

Mi abbraccio spasmodicamente a Frida e inizio a sfregare la fica contro la sua, ben calda e bavosa. Lei, molto eccitata. Si stringe sempre più forte a me, slinguandomi il collo. Poi la richiesta:.

<Se mi dilati il buco del culo, ti faccio godere come una vera troia. Aprimelo. Per favore!… Ne ho tanta voglia!>.

Senza ragione glielo nego. Poi il compromesso:

<Il culo te lo do ma solo se lo mettiamo al centro di un appassionato 69.>.

Assumiamo più precise posizioni. Già sento il suo caldo alitare tra le chiappe e il forte effluvio della figa.

<Aspetta a dare la prima slinguata. Questo 69 è un rito importante e vorrei cominciarlo con il primo dei 12 tocchi di Palazzo. Non è per superstizione, ma domani per me è un giorno importante. Dopo, con le coccole ti spiego tutto.>.

Dentro e fuori dal mio buco del culo

Completati i tocchi della torre campanaria, entro nel nuovo giorno assieme all’evoluzioni della lingua di Frida ai bordi e dentro al buco del culo. Che vibra tutto con spasmodiche palpitazioni.

Nella meravigliosa comunanza del 69, io mi sono fermata a dialogare, in punta di lingua, con il perineo: Sensibile separatore fra la Fica-Zone e la Culo-Zone di Frida.

Il risultato, sono pirotecnici sobbalzi del suo bacino, contorsioni.

Il canto d’amore di Frida riempie l’ambiente:

<Così. Così. Sì. sì. Ti amo… Ti amo… Ti amo… Ti aamooo!!>.

Tutto questo ipotizza due orgasmi di qualità superiore.

<Mi sta colando la figa!>.

Il mio lamento finale.

<Mi par d’impazzire.. Veeengoooo!>.

Quello di Frida.

Assieme, all’unisono.

<Sborriamoooo!!!!>.

Ci lasciamo andare inerti sulle coltri, lasciando colare le nostre sborrature.

<Questo lo racconterai alla tua zia suora, domani? Non vedo l’ora di conoscerla. Com’è?>.

Zia Licia in arte, suor Carmela

ha 43 anni. È dolce e affettuosa. È una bella donna. Si potrebbe dire… una bella figa.

Io e lei abbiamo sempre avuto molta confidenza. È a lei che a 12 anni dissi di aver leccato il fighino di Ambra.  Allora lei non era suora…>.

<Cosa ti disse?>.

<Che, se Ambra l’aveva voluto anche lei ed era piaciuto a tutte e due non c’era niente da dire. Qualche giorno dopo aveva detto a mamma che ero una ragazza troppo sensibile. Nulla di più.

Dimenticavo. Finché Zia Licia è stata una bella ragazza ha vissuto da lesbica. Aveva una ragazza che l’amava. Maddalena. Non vivevano assieme. Quando questa decise di seguire il corso della natura e di sposarsi. Lei si fece suora.>.

<Tu, hai mai fatto l’amore con lei?>.

La cuccioletta sta incuriosendosi alla Zia

<l’amore no, ma un bacio che pareva non dovesse finire mai, sì. Proprio qui sulla terrazza. Allora era già una Superiora. L’avevo invitata a pranzo. Dovevo scrivere un articolo sui patrimoni delle confraternite. Quando se n’era andata m’erano rimaste cinque pagine di appunti su come convincere una novizia a cavarsi nuda>.

<Se è una bella donna come la nipote, perché no?>

L’altro quesito è relativo al suo interesse ad assaporarla:.

<Da una monaca, sarebbe proprio un’emozione grande! Sempre che tu lo desideri>.

<Vi lascerei leccare prima voi. Così leccando lei, mi approprierei del sapore di tutte e due assieme. Il sapore di una ninfetta vergine, con quello di una santa donna.>

<Dio. quanto mi eccita la prospettiva!>.

Frida è qui, nuda, innanzi a me, che. Un po’ per vizio. Un po’ per desiderio si stuzzica la fighetta aprendola. Mostrando, ora sì… ora no. I suoi cromatismi più intimi.

E qualcosa arriva.

<Dovrei essere imbalsamata per lasciar passare la danza delle tue dita sulla figa.>

La spingo sul lettone per tuffarmi con la bocca sul fighino. Ora ben aperto e disponibile:.

<Dai. Dopo che siam venute, telefoni alla zia. La inviti a pranzo. Vi preparo io un pranzetto coi fiocchi.

<Ricevuto?>

<Ricevuto!>

Dentro … fuori

 <Ora  concentrati che si vola>.

Bocca sulla parte di figa che cela la tana della clitoride. Slinguo con passione. Due mie dita scivolano per il canale dell’amore:

dentro … fuori… spingo … giù giù … sono tutta dentro di lei… giro le dita.

<Woa!>.

Sussurra al colmo del piacere.

<Solleva il bacino e porta le cosce indietro che ho qualcosa anche per il tuo buco del culo… Visto che ti piace tanto>.

Frida esegue. Io ho ancora inutilizzato il pollice sinistro.

Glielo spingo  con decisione nel culo. girandolo più volte su sé stesso.

È la miccia che sparge l’incendio.

<Ecco! È la cosa che più mi piace. Quando mi penetri il buchetto. Quando poi me lo sslingui!>.

<Lo vuoi. Ora?>.

Godere di culo

<C’è forse qualcosa di quel che mi proponi a cui abbia detto di no? – Una fulminea interruzione a nuove prospettive – Dio mio, mi sta colando la figa! È pazzesco. Sono una fontana inarrestabile. Eppure non riesco a venire.

Aiutami tu, Tesoro. Così, poi mi fai godere di Culo che mi piace tanto.>

“”È proprio  una notte di intenso piacere sessuale. Come si faceva con Simona fino a qualche mese fa. Poi quel suo ritorno ai piaceri del cazzo. Di cui non ha mai voluto spiegarmi la proppria metamorfosi. Amante maschio? Un’altra femmina? Mie carenze affettive? Di tutto questo ne avremmo parlato. Era già capitato.

O come dice mamma:.

<Per Simona, hai esaurito la carica esotica. Che tanto l’affascina>.

“”Comunque, domani non deve aver modo di rovinarmi il 35° compleanno che voglio celebrare fra la gioventù di Frida, la santità di Zia Licia e lo sfrenato desiderio che sempre pervade il mio corpo.

Le telefonerò per dirle che domani deve tenersi lontana da questa casa ””.

Sette i tocchi che mi è parso di udire nel mio dormiveglia. Con la mano cerco di capire chi dovrebbe aver dormito accanto a me.

<Sono ancora qui, Amore. Non ho alcuna inattenzione di sparire proprio il giorno che mi farai conoscere la tua zia suora. Esattamente un anno dopo a quando me l’hai leccata la prima volta. Il giorno del tuo compleanno. Esattamente 8 ore dopo i 5 orgasmi consecutivi e concatenati che mi hai regalato per addormentarmi. Ti amo più che ieri!>.

<Hai idea di come sarà la giornata?>.

Se non sapessi che è una ragazza a  tette ‘0’ gliele avrei già succhiate. Ma così, ricorro a una carezza al suo Monte di Venere

Non l’avessi mai fatto:.

Una sana pisciata in culo

<Sei matta! Vuoi che ti allaghi il lettone?>

<Guarda che a pisciare puoi sempre andare>.

<A me piace farlo con qualcuno che mi guarda>.

<Dai che ti guardo io>.

A gambe aperte sul bidet, tiene ben aperte con le mani il bel fighino per mostrare tutto il vigore del suo getto.

Indubbiamente uno spettacolo eccitante! Che mi sviluppa un’idea da metter in pratica subito.

<Che ne dici, bel fighino, di una goduta dal culo in una maniera del tutto insolita, ma efficace>.

<Ho capito. Non mi vuoi dire come succede, ma vuoi che succeda… Sai che mi piace questa cosa misteriosa. Ci sto! Cosa debbo fare? >.

La introduco nel box doccia. La faccio mettere ad angolo retto. Controllo le altezze. Siamo più o meno alte uguali. Tant’è che il mio Monte di Venere è prospicente al suo buco del culo. Glielo spingo contro tenenndole ben aperte le natiche. Sento che i 2 pertugi sguazzano mello strofinarsi:.

<Mmmmm!!>.

Frida. Percependo la ventata di piacere:.

<Mi masturbo a tutto spiano la clitoride.>

Frida esegue con moto circolatorio veloce.

Aggiusto la mia posizione dietro di lei. La tengo avvinta a me pper il ventre. La mia fessura  combacia al suo buco del culo. Mordendole un orecchio, le dico:.

<Frida, Ti amo>.

Smollo!:.

<Ma è una meraviglia, Tesoro! Dio, che fortuna averti conosciuta! Mi stai facendo godere tutto l’intestino!>

Ora il getto  ha perso la spinta iniziale. Ora la mia piscia si mixa con la colatura dell’orgasmo che s’è procurata menandosi la clitoride.

La tentazione è tanta.

Cedo!

Così quando apro i rubinetti per nettarci dai nostri più intimi humus, sono in ginocchio fra le sue cosce a ciucciare tutto quel ben di Dio dalla sua figa.

Frida è frastornata:.

<Non credevo tanto forte la potenza dell’orgasmo>

Qualche coccola ben assestata e Frida insiste per preparare lei una sostanziosa colazione che compiamo nude ma indifferenti al nostro stato. L’inculata di piscia ha smaltito ogni residuo desiderio.

Sono le 8 quando chiamo al telefono Simona:.

<Sarò lì verso le 11 con una mia cugina. Mi riprenderò i miei intimi, qualche mio libro e oggetto. Ti renderò le chiavi. Credo che faremo tutto da buone amiche. A più tardi>

Con Frida siamo sedute sul lettone. Per tutta la telefonata lei mi accarezza la figa:.

<Sei tanto bella quando godi che non ti riconosco più quando t’incazzi. L’ho fatto per tenerti in buonumore>.

La lisciata di figa continua anche nella successiva telefonata che è a zia Licia.

È contenta dell’invito proprio nel giorno del mio compleanno. È anche contenta che la ricorrenza voglia festeggiarla con la nuova fidanzata e una stagionata monaca:.

<Alle 18 sarò da voi con un piccolo regalo per te e la formula in testa della benedizione per voi… Vengo prima, così si chiacchiera e ci si conosce un po’>:.

Concluso gli adempimenti ci vestiamo con l’accortezza di indossare gli ,slip una dell’altra… Una vecchia superstizione lesbo.

Visto che ci siamo, facciamo anchee un po’ di maquillage al viso. Tanto perché i suoi occhi diventino irresistibili.

Il grande specchio ci dà la giusta valutazione: ‘Belle Fighe’.

BelLe fighe in Città

Si gironzola sotto i portici,  tenendoci pper mano. Di tanto in tanto un gesto d’affetto: una carezza al volto, un bacio sulle gote.

Del duo, chi fa la parte della leonessa è Frida. un po’ per la giovane età. L’elegante silhouette longilinea del corpo. La travolgente microgonna che mette in mostra le cosce dall’inguine in giù: belle… Polpose … Sensuali. Soprattutto per il triangolino rosso dello slip sottostante che si coglie a slumarla attentamente dal davanti.

Voglio essere a casa quando  arriverà Simona.

Puntuale  alle 11 sono lì . Ma lei è già in casa. Ne sentiamo i rumori

Apro la porta e…:.

<Merde!>

Sul divano della sala. Su cui, io e Lei, abbiamo lasciato pozzanghere di nostre sborrate. Sta, carponi, Simona, nuda. Dietro  di lei, un  buffo essere. Dotato ddi un seno di taglia 3. Sta sfilando il proprio uccello da quel pertugio che tante volte ho leccato:

<Dai, Elisa sborrami tutta che io ho già provveduto di mio.>

Elisa riaffonda il cazzo in quel morbido paradiso.

La bella Simo è tutta scossa da inequivocabili fremiti. Segno che il cazzo di Elisa ha colto nel segno:.

<L’inculata, tout court, è sicuramente la preferita di questa bella Signora. Forse la mia migliore cliente!>

Mi racconta il prezzolato trans mentre asciuga la cappella nel prezioso slip di pizzo di Simona che, incazzata le grida dietro:.

<Cosa fai, scema?… Proprio non hai idea di quanto valgono le mie mutandine, se ogni volta me ne insozzi una, che poi io non metterò più.

Le  strappa dalle mani l’indumento per gettarlo con disgusto a terra.

Elisa da seria professionista quale è ripone i 200 euro che. Simona le allunga nel portafogli. Se ne và.

<L’antico piacere del cazzo è sempre una cosa grande. Riscoprirlo a  35 anni non è cosa da poco… Ho studiato questa sceneggiata sperando di convincerti almeno a un tuo ritorno al bisex che ci fece incontrare. Che ci ha anche dato qualche magico momento con maschietti in figa e in culo… Leggo ora dalla smorfia di disgusto che aleggia sul tuo volto. Come su quello di chi ora vuoi essere leccata una sola ipotesi: “Figa. Figa. Figa! Che a me non basta più.>.

Mi vien da pensare

Tento con un gesto di affetto… Un abbraccio con qualche bacio sul collo … ad avvicinare le posizioni.

Ora che ho Simona qui con  me… che ho risentito quel suo particolare  e intimo odore che per cinque anni mi ha sempre fatto impazzire, sono a un passo dall’ingordigia: avere a disposizione bocca, figa e culo di Simona e Frida.

Non sarà così

<Date troppa importanza,si fa per dire,, che nel cazzo stia tutto il male con la violenza della deflorazione. Nella fica, la dolcezza dei suoi humus che si possono pur succhiare>.

<Credo che fra di noi, non ci siano più buone ragioni per vivere assieme.

<Queste sono le chiavi di questa casa.>.

Se ne va.

Frida che non si è mai mossa dal mio fianco, ha percepito tutto il turbamento che mi ha procurato quell’addio:.

<Eri stupenda anche nella sofferenza. Ho dovuto trattenermi … Non sarebbe prprio stato il momento giusto … ma ti avrei baciata per farti sentire che anch’io ti amo.>.

<Se vuoi puoi farlo ora che rischio di affogare in quel che provo per te>.

Siamo in piedi una di fronte all’altra. Gli occhi di Frida dardeggiano. La mia mano aspetta il giusto impulso. Un’occhiata alle appetitose cosce.

Ha capito. Sorride .Socchiude gli occhi. Allarga le gambe.

La spingo contro la parete. Scateno la mano che riempio con la sua figa. Gliela stringo dolcemente.

Sospira profondamente e a lungo.

Linguainbocca… La maasturbo a tre dita:.

<Sei bravissima, Amore…Capisci al volo le mie esigenze.>.

La tiro verso di me. Le penetro il culo con due dita:.

<Grazie, Tesoro. Ora inculami come sai ben fare tu. Ho bisogno di godere!>.

Dentro. Fuori. Dentro fuori. Giro dita. Dentro. Fuori. Molto più veloce!

<Ecco. Tesoro… Ci sono. Vengooo! Schizzo. Leccami! Ti preeggoooo. Ti vvogliooo! Sono tua. Amoree!!>.

La sborra mi avvolge la mano.

Libero la figa dalle mie dita che lei vuole in bocca da succhiare.

Mi chino per inserirmi fra le sue cosce.

Lecco. Rilecco. Stralecco. So che da  sotto è la leccataa che più le piace.

<Troia. Maiala. Porca mia!>.

Decisamente ho centrato l’obiettivo. Insisto. Finche le gambe la reggono. Quando  poi le cedono .si accascia su di me.

<Vestiti vacca che non sei altro. La tua sborrata mi ha mosso l’appetito. Andiamo a farci una pizza.>.

La osservo. Gote imporporate. Zigomi ingrossati. Occhi sognanti. Sto metabolizzando le sue virtù del momento. Se non fosse per la totale assenza di seno, sarebbe una meravigliosa figa.

“Cazzo! Ho scordato un passaggio di lingua ai suoi indefinibili capezzoli… A lei piace tanto”.

Andando in pizzeria le dico l’dea che mi è sorta:.

<Domani ti faccio vedere dalla mia ginecologa. Vediamo, se riesce a far crescere l’ipotesi di seno che ti ritrovi. Giusto per farti godere anche da lì>.

<Che cara che sei! Hai già così deciso che mi, tieni a vivere con te? >.

<Quello lo deciderà zia Licia quando se ne andrà>

<Posso allora star tranqquilla. Ho preparato per lei  un festival di giochi che se abbocca poi, si disfa da suora>.

<Altrimenti ti fai suora tu>.

La traggo a me e dal momento che sotto la gonna non ha rimesso lo slip, rinnovo il gioco delle dita in culo:.

Ahhh! … Tre sono proprio la giusta misura… Non credo che nel Convento di zia Licia, saprebbero infilartele con la stessa grazia.>.

Linguainbocca, succhiandoci le lingue.

Suor. Cammela  spacca il minuto.

È in abiti laici che spiega subito:.

<Quando so di andare dove alligna il peccato mi lascio un po’ andare… in fondo, peccatrice ero e peccatrice rimango. Soprattutto qui… Nella casa dell’Amore contronatura. Dove però mi lasciai andare al bacio più gioioso della mia vita. Quello con l’unica nipote.>.

Frida coglie la palla al balzo e:.

 <Se vuol ripetere l’emozione con una sconosciuta che, nonostante l’età, ha il fighino ancora vergine. Io, da una santa donna  mi lascio baciare e non solo. Sempre che il mio Amore non ne soffra.>.

<Vergine?… Non rispondermi. Ma se lo sei tutt’ora, vieni a baciarmi >

<Sì, come la Madonna: Mai alcun cazzo ha violato il mio imene>.

<Quasi più unica che rara. Dai, Ragazzina, vieni qui che voglio assaggiarti.>.

Il volto di Frida si avvicina a quello di zia Licia. Dalle di lei labbra scocca un bacio sulla fronte di Frida che lo riceve come uno stimolo all’eccitazione. In breve, le sue piccole labbra prendono a scorrazzare per tutto il volto della bella suora. Che ad ogni fremito che la trafigge, articola sommessamente a fior di labbra un:.

<Sia lodato Gesù Cristo!>.

Ormai Frida s’è piazzata in grembo a Zia. Impazza fra labbra, sopracciglia senza disdegnare collo e orecchie. Zia ha poi un guizzo:.

<Se mi baci sette volte il crocefisso che pencola sul seno apro la bocca e mi lascio baciare da te che non sei neppure parente, ma solo l’aamante di mia nipote>.

Scioglie due bottoni alla giacca. Due imponenti poppe mostrano il loro tracotante decolté.

Frida recupera il prezioso talismano, ma anziché dalle tumide labbra di Zia che l’aspettano semiaperte, scatena la propria libidine su quelle tette che a lei non sono cresciute. Un tuffo di lingua nel solco c he le separa. Con un minimo di astuzia mette in bocca il primo dei capezzoli.

<Sono una peccatrice. Sì! una peccatrice porca. Dio. perché mi fai godere tanto!>

Sobbalza in preda a eccitazione incontrollata. Scoprendo procaci cosce dove ciuffi di peli bruni spuntano da dozzinali culotte. Frida non si lascia scappare di metterci mano ed accarezzare.

Me la batto

Non ho mai amato i guardoni. Per cui con una buona scusa sparisco per una mezzoretta.

Torno con il rifornimento di vino.

La coppia sul divano ha abbandonato ogni pudore.

Soono ambedue nude.

Frida, fra le cosce di Zia, sta leccandogliela alacremente.

È il momento clou: un attimo prima che zia si metta a sborrare. I gemiti di Zia danno il senso di quel che sta provando:.

<Ancora Amore… Sei, più vergine e porca di una Novizia!… Ancora. Anche di più. Ora sì che m’hai fatto un bel regalo… Mi stai facendo sborrare.

Eeehhhhhh! Iiihhhhh! Aaahhhhh! Uuuhhhhh! Oooooohhhh! Mater veneranda perdonami e prega per me. Quanto mi mancava una buona sborrata!!!>.

È bella questa giunonica feemmina che ho sempre visto in abito monacale.

Il rigoglioso seno declina sul ventre dominato dal cratere dell’ombelico. Da qui la coltivazione del pregevole ‘pelo di figa’.

Tra questo si può scorgere la maestosità del Monte di Venere e l’accesso agli ambienti della Santa figa. Su cui sta indugiando la smaliziata lingua di Frida che di tanto in tanto solleva il volto per liberare la bocca da qualche pelo infrattatosi tra i denti:.

<Mi stai facendo impazzire. Bambina!!>

Con un sussurro geme Zia Licia sorridendo e accarezzando il capo della sua fornicatrice.

Nell’ambiente si fanno sempre più ravvicinati gli ‘schlarp’ Dalla figa di Zia. (Onomatopeica parola che descrive l’affondo della lingua nella fica.). per tutto l’ambiente si respira un sano odore di figa vogliosa.

Mi denudo anch’io, tanto pper aggiungere qualcosa di mio. Mi tuffo sulle tette di. Zia e slinguo come un’ossessa.

Zia si mette a sborrare. Frida è al settimo cielo. Slingua e ciuccia. Zia preme sul mio capo, perché non cessi il mio slinguare. Io le do di più. Sempre di più.

Con Frida ci si scambia i ruoli.

Lei passa al ciuccio capezzoli. Io a spompinare l’augusta clitoride.

Zia, gode e ride scompigliandosi il pelo. .5 minuti di mio slinguio e, con il secondo orgasmo ricomincia a sborrare.

Ci benedice tutte e due.

Dai piaceri dello spirito passiamo a quelli della gola, che mi fa abbandonare coccole e bacetti destinati a Zia.

Applausi ai manicaretti di Frida.

Siamo a tavola ma mangiamo in un silenzio imbarazzante.

A uscirne ci prova Zia Suora con tutta la sua saggezza di Madre Superiora:.

La ragione di alcune scelte

<Certo che brava in cucina e una vampa a letto, non si capisce perché non abbia un bello e bravo fidanzato >.

<Forse perché quando avevo 14 anni, mamma, aveva un compagno che ogni volta mi vedeva tirava fuori il suo brutto arnese rincorrendomi. Non mi ha mai presa. Quando l’ha saputo mamma, nel bel mezzo di una pompa gli ha staccato il glande con un morso. C’è stato un processo dove sono stata anche interrogata. A mamma hanno dato 3 anni. È uscita a marzo. Mi è mancata tanto!…. E tu Zia?>.

<Alla tua età, ero una bella gnocca come dite voi. Infervorata dalla religione, frequentavo solo oratori, parrocchie e conventi. In qquello di San Domenico in un freddo pomeriggio di febbraio mi persi a chiacchierare con Fra De Forrc. Teologo belga che più mi reinterpretava la vita di Cristo, più pendevo dalle sue labbra. Mi ero ritrovata abbracciata a lui con la sua lingua in bocca: “Ti faccio vedere ,un testo importante nella mia cella”. Mi ero ritrovata seminuda, con figa e culo che dolevano.

Avevo imparato che il cazzo nuoce alla salute. Avevo però memorizzato la sua reinterpretazione dei Vangeli. Di questo me ne feci vanto ccon Amalia, la mia insegnante di catechismo che mi invitò a casa sua per ascoltarla. Quando la mattina dopo ci svegliammo nella sua camera, erravamo già d’accordo che sarei rimasta a vivere con Lei.

Tre  anni dopo mi  affrontò in lacrime dicendomi di aver sbagliato tutto: “Il cazzo è tutta un’altra cosa”.

Vagai per Bologna, tutta la mattina ma a mezzogiorno chiesi aiuto, al Convento che ,dirigo oggi. A sera avevo già il vestiario da novizia e una cella in cui meditare.. “La Sorella del Benvenuto” mi aveva chiesto se col tempo gliela avrei leccata. L’avevo messa tranquilla con un sincero ditalino, subito dopo il Vespro. Ebbi anche l’impressione che mi sarei trovata bene e sono ancora lì>.

Zia si scusa e va in bagno. L’attendiamo un..po’ imbarazzate. Sia io che Frida avremmo ancora voglia di trattenerla qui per giocare col suo bel corpo.

È di nuovo tra di noi:.

Scusate, ma a far la monaca si finisce per divenire vittime delle nostre regole. Noi, quando dobbiamo prendere una decisione dobbiamo essere sole e recitare una brevissima preghiera pria. Non potevo certo decidere di farlo stando con voi.

<E cos’hai poi deciso? Se è lecito sapere>.

Chiede Frida con tutta la sua curiosità di cucciola.

<Certo    che è lecito… vi riguarda… Avrei tanto piacere … Stanottte … di dormire abbracciata a voi. E, se vi verranno idee, di coinvolgermi>.

Io:

<E cosa ti hanno risposto da lassù?>.

<Di far quel che mi sento>.

Frida:.

Anche con me che non ho ancora l’età per capire?… Tanto per sapere.>.

<Succhiarti la fighetta e cominciare a slinguarti il buchetto.>.

Frida:

<Waw! facciamo che ora, comincio io con te. Tu poi mi fai a tuo comodo nel lettone>.

S’infila sotto al tavolo. Raggiunge le gambe di Zia. Lei allarga le cosce. La lingua di Frida ha di che pascersi.

Un orgasmo a tavola, ha tutto un altro aspetto. Vedo Zia contorcersi di tanto in tanto. Appoggia il bicchiere. Mugugna. Con le mani, s’arrabatta a tener ferma. La nuca della leccatrice impegnata a darle piacere.

Dalla figa, sotto trattamento ,provengono i delicati schlarp che rilascia ad ogni fondata di lingua. L’eccitazione è alta.

Non mi resta che stemperarla con un linguinbocca con zia stropicciandole le tette. Zia ,geme più che mai. Da sotto il tavolo, geme anche Frida che ,ora, ha aumentato il ritmo delle fondate.

Zia, sobbalzando sulla poltroncina:.

<Sto venendo… Bimbaaaaaa! Dio. Dio. Dio, che bello!!>

La sborra prende a colare sul volto di Frida che ingoia tutto quello che può. Sbuca  da sotto al tavolo e possiamo prendere atto del paciugo ch’è sul suo volto di ragazzina. Zia Licia la .,chiama a sé: l’abbraccia. La stringe. La bacia. A colpi di lingua le ripulisce ripristinafndo ,quel suo bel visino di adolescente dai rimasugli della copiosa sborrata:.

Siamo già parenti anche io e te. Zia. E… mi, sa che domattina lo saremo molto di più.

Frida prende per mano Zia:.

<Voglio farti assaggiare qualche brivido sul lettone.>.

Resto al piano di sotto a sgomberare i rimasugli della cena, mentre loro vanno a farsi la doccia e ad approcciarsi per la notte. Frida l’assiste in ogni sua richiesta. Necessità:.

<Mi ha regolato l’acqua della doccia, proprio come piace a me.>.

Mi dirà poi, Zia.

Poi ha voluto lavarmi la schiena. Insaponando i glutei mi ha voluto far sapere che ho un culo desiderabile. Per cui mi ha inculato con due dita e tanta grazia. Quando l’ho ricambiata nel lavaggio alla schiena, ha preteso un buon ditalino alla figa.

Tremava tutta e mi ha detto di fermarmi solo dopo aver cominciato a sborrare. Ci siamo leccate le dita vicendevolmente.>.

Frida, or che ha conquistato la figa di Zia, vorrebbe fare l’enplein con la mia. Mi invita brutalmente a raggiungerle:.

<Flà, troia, vieni sù che qui c’è lingua anche per te>.

Mi convinco a seguire il canto delle sirene. Salgo.

Sul grande lettone. Sfinite da un 69 appena goduto, le mie partner della giornata, stanno recupperaanddo le voglie appena profuse.

Doovevi esser qui. Flà. Per vedere la tua Zietta come ha sobbalzato ad ogni fondata della mia lingua. Mi ha graffiato tutta la schiena con le unghie – Mi dice con orgoglio… Più la sentivo gemere e raccomandarsi a Santa Maddalena… Più ho velocizzato i dentro-fuori della lingua.  Proprio  come vuoi sempre tu>.

Quei corpi ignudi, sfiniti ed appagati, riaccendono in me la voglia di godimento.

Lo dico forte, sperando che qualcuna raccolga il mio desiderio e mi faccia trascorrere una notte come Dio comanda

“”Nessuna di ste due troie, è disposta a collaborare””.

Frida ha un’idea che mi pare possa far evolvere la situazione:.

<Perché Amore non fai come faccio io quando voglio eccitare qualcuna vicina a me?>.

<Ovvero?>.

<Mi mostro mentre mi sgrilletto>.

Chi mi imita è Zia che si penetra con tre ,dita e và a stuzzicnarsi la clitoride. Mi sorride quando le mostro i movimenti che può farela mia lingua nel caso che:.

<Dai, Spompinamelo! Prospetta.>.

Un attimo e la stringo fra le labbra con tutto il suo buon odore di fica vogliosa.

Gliela slinguo e gliela ciuccio.

È tutta un fremito. Un gemito:.

<Nipotina mia. Insisti! Sei una gioia. Fammi venire a gusto!…..

Uno shizzo saporoso centra il mio palato. Fridda è venuta in mio soccnorso. Le sta ciucciando i capezzoli.

Aahhhhh. Bimbe troie. Sborro!>

Segue un variopinto momento di coccole, soprattutto dedicato alla sottoscritta che viene a ricevere lingua in figa, a fondate di lingua in culo. uno scoppiettante finale che ci porta a u  orgasmo che non può che sfociare in un sonno beato e profondo.

L’unica cosa che so è che non andrò al lavoro: è domenica. Frida resterà con me ad allietarmi la giornata. Chissà  quanti orgasmi vorrà regalarmi? È per lei che voglio essere attraente

Mi ha già chiesto se gradirei, da parte sua, un’inculata di piscia

Ho risposto:.

<Eccome! Non vedo l’ora, succeda>.

Sul bidet me la rinfresco. Una frizione c on la cremina tonificante che usa mamma e una col balsamo afrodisiaco sempre usato da mamma.

Rigenerata, esco dal bagno.

Frida s’aggira per casa nuda e assonnata.

Zia Licia, sta raccogliendo le proprie cose per andarsene:.

<Oggi avremo a pranzo in convento il Vescovo. Ci sarà un mare di cose da fare:.>

<Tornerai a trascorrere una qualche notte con noi?>.

Uno dei più bei .,compleanni della mia vita

<Con questa notte assieme, siete diventate la mia famiglia laica. Sarò qui da voi ogni qualvolta avrò bisogno di alleggerirmi della complessità del Convento che spesso rischia di prendersi la parte migliore di me. E… magari convinco Zoe seguirmi. È una delle ultime novizie che mi sta molto a cuore. Come la tua Frida non aveva seno. Ho trovato su antiche scritture pozioni di erbe che gliele hanno fatte sviluppare. Oggi la mia Zoe, veste una taglia 2. Quando  ci prendiamo èun piacere sentir sfregarle contro le mie.

Diglielo tu che la prossima volta le farò incontrare. Sono proprio delle brave bimbe. Dovrebbero anche avere la stessa età… Sono anche  convinta che qualche ora con noi, tutte assieme, ,le toglierebbe di dosso quell’aura di malinconia che si porta dietro.

Un bel giro di limgueinbocca anche con. Frida.

<sono convinta di aver vissuto uno dei più bei .,compleanni della mia vita

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