Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

Giochi di Figa

Dalle pagine del 6 e 7 agosto 2022 nel Diario Intimo di Flavia

L’Autrice

FLAVIA MARCHETTI

Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København

©La FlaviaMarchetti 2022

Ieri sera ha suonato alla porta la Puccy Sassoni. Abita due piani sotto:

<Ho saputo che la tua troia se n’è andata. Sono venuta a propormi.>

La Puccy, oltre che far le pulizie nel bar sotto casa, è scrittrice pure lei ma è lanciata sul Fantasy.

Non ci facciamo concorrenza.

Appena etra si esprime sollevando la gonna, mostrando che non ha indossato l’intimo. Chiede che mi mostri anch’io. Che faccio ben volentieri:

”Appena arrivo in casa, la prima cosa che faccio è quella di togliermi gli slip”.

Alla vista della mia bernarda, non si contiene più. Si spoglia completamente.

Non posso che fare altrettanto.

Mi stringe forte a sé. Il lingua in bocca è spontaneo. Le sue tette contro le mie, le sento bollenti. Ce le sfreghiamo con libidinoso entusiasmo:

<Con che vi trastullavate, alla sera, con quella troietta?… 69?… Ditalini?>.

La sua determinazione mi turba. Rispondo quasi balbettando:

<Qua-si sem-pre ci ad-dor-menta-vamo con un sess-anta no-ve>.

<Con me si cambia genere. Sono una fanatica del ‘fica on fica’>

La sua calda mano, sta già accarezzandomela:

<Con la clitoride che mi ritrovo riesco a dare orgasmi travolgenti. Vuoi vederla?>.

Mi siedo. Lei, in faccia a me, si spalanca la figa per mostrarmi quanto sia conturbante il cazzillo che alberga oltre le sue grandi labbra.

<Quando lo sfregherò contro il tuo ti darà sensazioni inimmaginabili>.

In realtà ha forme e sembianze d’un cazzo anche se non raggiunge la lunghezza di 3 centimetri.

<Dai… fammelo sentire.>.

<Sì però prima me lo spompini un po’, così raggiunge il massimo della dimensione>.

La mia è una normo-clito, brava a trasmettermi sensazioni ma non da vantare. Non si nota nemmeno.

Vado con le labbra contro la sua figa. Penetro con la lingua. Vado a stanare l’erotico clitoride. Lo stringo tra le labbra. S’inturgidisce. Lo lecco… lo ciuccio.

La Puccy tiene ben fermo il mio volto contro la propria figa. Viene in una fantasmagoria di gemiti.

<Però, Bimba… ci sai dare di lingua! Mi tieni a letto con te?>.

<Cazzo troia, vuoi che ti scacci ora che sono a credito io?>.

<Pareggio subito, Tesoro.>.

Si sdraia sul divano. La mia fica riceve l’invito ad adagiarsi sulla sua bocca.

Lo faccio. Il turbinio della sua lingua si esprime fra le mie gonfie grandi labbra.

Mi par d’impazzire!

Non ho mai squirtato tanto come con questa leccata.

Mi rilasso lasciando la Puppy a sfogare la restante libidine sulle mie tette. Al fresco ho una buona bottiglia di spumante:

<Brindiamo?>.

<A che?>.

<Alle nostre fighe che stanotte giocheranno assieme. A te che hai restituito alla mia, la gioia dello squirtare dopo due malinconiche settimane.>.

Praticamente tutta l’operazione della mescita la compiamo abbracciate. Leviamo i calici… e:.

<Facciamo partecipare anche loro?>.

Annuisco. Mi ritrovo due sue dita che si fanno largo fra le mie grandi labbra. Lei che mi incita a far quanto mi sta facendo.

Lei di dita ne vuole tre.

Il ditalino incrociato produce i suoi piacevoli effetti. Sfiliamo le dita, lorde dei reciproci godimenti. Le sciacquiamo ognuna nella coppa dell’altra. Cin-cin, il brindisi si compie.

A questa libagione ne seguono altre fin tanto che ci sono bollicine.

Il battere della Mezzanotte ci coglie sbronze che ridiamo a crepapelle sputandoci nella figa:.

<Se penso che avevo bussato alla tua porta per godermi una sfregata di fighe con te…>.

<Anche se sbronze, nessuno ci impedisce di farla… Unite nella buona e nella cattiva sorte>.

E giù a ridere.

Io, con la voce alterata dallo spumante:

<Mi metto sul letto. Fletto le gambe tutte indietro, così la figa viene in primo piano. Ti basta venirmi sopra e sfregarci la tua sopra. Sono sicura che godremo da pazze>

Ma non abbiamo fatto i conti con l’alcol che circola in noi. La Puccy prova a issarsi su di me, Ma per tre volte si ribalta sul letto. Desiste:

<Con che eravate solite addormentarvi te e quella troietta di Simona?>.

<Un buon 69>.

<Allora cosa aspettiamo? Io, però, sto sotto!>.

La. Puccy è già sdraiata di fianco a me. Giro su me stessa. La mia bocca collima con la sua figa.

Le lingue dicono la loro.

La mia si produce in un linguamento lento e inesorabile alla clitooride ricambiata da schizzi di umori che centrano la mia gola. Li deglluttisco.

La sua si prende cura del perineo che porta allo spasmo del piacere, vibrandole contro per poi trasferirrrrrsi sul bordo del buco del culo.

Sensazioni sublimi.

Colata di figa.

Respiri affannati.

Gemiti armoniosi, anche da parte del mio buco del culo che, al centro dell’orgasmo, si unisce al coro.

I lingua in bocca che seguono mixano i reciproci umori.

La Puccy, nel nostro bel dialetto:

<Và mò là ch’a sän dåu bèli malnàtti (siam proprio due belle sporcaccione)!>.

Provate ed appagate come ci ritroviamo, trasformiamo il lingua in bocca nel bacio della Buonanotte.

Abbracciate ci consegniamo ai sogni.

*  *  *  *  *

La Puccy è strutturata a vivere da amante. Per cui mi tiene una mano nella figa.

È una delizia che ormai non ricordavo più. Così come addormentarsi con due falangi che carezzevolmente si muovono fra le mie grandi labbra.

Il sole ha già riempito la stanza col suo splendore. Stropiccio le palpebre. Sono in fase di risveglio. Violento un brivido si scatena. Partendo dal collo che quella troia di Simona sta succhiando và ad esplodere sull’osso sacro facendomi vibrare il buco del culo.

“Cazzo, però. Simona non può essere… L’ho cacciata di casa più di un mese fa. Dopo che l’ho beccata in uno struggente 69 con una comune amica… No. Lei non può essere. Chi, allora?”.

Un secondo succhiotto. Una mano tra le natiche. La situazione si chiarisce da sola: La Puccy… I suoi giochi di figa.

Mi giro. Le sorrido. La incoraggio a coccolarmi. Le sue labbra volano ai capezzoli. Li prende tra le labbra. Li stringe… si irrigidiscono.

Fremo e vibro tutta.

Le labbra scendono al ventre… senonché:

<Tesoro… è meglio che pisci>

<Ti faccio compagnia>.

In grande allegria ci infiliamo in bagno.

Io sul water. Puccy sul bidet, me l’accarezza mentre mi svuoto:

<Tu non hai idea come mi piacerebbe, adesso, ancora gocciolante… leccartela.>.

Detto. Fatto. Mi alzo in fretta. Corro sul letto… Non faccio in tempo a sdraiarmi che Puccy è già lì a divaricarmi le cosce. Cinque… sei colpi decisi di lingua e figa mia si mette a gocciolare e non è il rimasuglio della pisciata mattutina.

La slinguata mi avvince. Puccy mi prospetta che mi vorrebbe leccare da dietro.

Mi giro. La sua lingua ha ora a disposizione figa e culo. È un alternarsi di godimenti… Un po’ qua… Un po’ là. Mi par d’impazzire. Mi agito. Sobbalzo. Scalcio. Puccy non molla un attimo. L’orgasmo mi afferra. Mi par di volare. Su. Su. Sempre più su.

Quando riappoggio le chiappe sul giaciglio Puccy sta coccolandomela. Vado a riprendermi il genuino sapore della mia figa dalla sua bocca. Forse oltre all’entusiasmo che le manifesto per la sua slinguata… mi sfugge una frase che vedo la rattrista:

<A Simona adesso avrei preparato la colazione. Vieni. Ce la facciamo anche noi>.

Non ci diciamo null’altro. Preparo il caffè: forte, ben carico. Mi metto ad imburrare fette di pane. La Puccy mi lancia sorrisi malinconici:

<Volevi dirmi qualcosa. Puccy?>.

<Sì, ma la risposta me l’hai già data più volte>.

<Spiegati!>.

<Volevo capire se eri libera da Simona e mi accorgo che è dentro di te… totalmente. Sono certa che la richiamerai. Lei tornerà. Qui con te. Io poi… quando vi incontrerò mi dirò: “per fortuna che con i giochi di figa ho avuto modo di leccargliela. Una grande cosa!>.

Non piange ma la voce riflette la commozione che la pervade. Mi alzo. Vado a sedermi sulle sue cosce. Addosso abbiamo solo gli slip. Le bacio gli occhi umidi. Le accarezzo i capelli. Con lei ho veramente goduto tanto. Lei sorseggia il bollente caffè:

<Credimi, ieri sera, sono venuta solo per proporti giochi di figa. Poi, man mano che i nostri corpi si strofinavano è cresciuto qualcosa in me. Stamattina vedendo la gioia che hai dimostrato nello svegliarti tra le mie coccole, volevo chiederti: “Flà, ti piacerebbe che vivessi con te?” ma subito hai citato. Simona… Ho capito.>.

Il dramma è che, di tutto quanto attiene alla cacciata di Simona dalla mia vita, non ci sto proprio capendo un cazzo:

A vivere sola, non mi ci ritrovo.

Di perdonare Simona, non sono pronta.

Forse vorrei legarmi a Puccy…  ma non troppo. Anche se mi ha dato piaceri che non ho mai avuto da Simo.

“Debbo riflettere. Ho bisogno di tempo.”.

Glielo dico. Poi, lingua in bocca.

Il bacio e la prospettiva la solleva.:

Mi accarezza e succhia le tette finché non mi vede agitarmi per il piacere.

Mi manda fuori di me:

<Ora non posso dirti che vivremo assieme. Ma se ora mi lasci, questo non succederà mai più>.

<Sei forse più troia di me!>.

<Sììì. Il mio obbiettivo potrebbe essere quello di averti come mia puttana. potrei darti quanto può servirti e non dovresti più fare le pulizie e il turno del mattino presto, nel bar qui sotto>.

Nella Puccy torna quel gagliardo orgoglio che avevo sempre riscontrato in lei.

<Dobbiamo aprire una trattativa tra quello che io mi debbo aspettare da te e tu da me>.

<Tu se ti metterai di nuovo con Simona non dovrai rompere i rapporti con me. Continuare a fartela leccare anche da me. Sarebbe pure carino che tu spendessi qualche parola con Simo perché anche lei ricorresse alla mia lingua per i leccamenti extra coppia. Io posso prometterti di chiudere tutte le relazioni esclusivamente sessuali che coltivo in Città. Tu dovrai impegnarti a farmi avere almeno due orgasmi ogni settimana. Nelle settimane che comprendono il Natale, la Fine d’Anno e la Santa Pasqua, questi dovranno diventare tre… tutti da consumarsi in giorni diversi.>

<Io mi impegnerò a farti vincere il prossimo bando per le pulizie alla nuova sede della Municipalità, di cui l’azienda di mamma cura l’ufficio stampa. A tua figlia, appena avrà conseguito il diploma, proporrò l’assunzione nell’Azienda di mamma.>.

<È proprio un bell’accordo tra puttane del Terzo Millennio.>.

Il sorriso torna ad illuminare il suo bel volto di quasi quarantenne.

Le sue mani prendono ad accarezzarmi il ventre. Il mio punto debole. Se insiste dovrò chiederle di farmi venire a gusto.

Non sarà necessario. Già sento le falangi delle sue dita violare l’elastico dello slip e giocherellare fra le grandi labbra.

Le sorrido compiaciuta.                                                                                           

Lei:.

<Giochi di figa. No?>.

<Sempre e tanti.>.

<E sempre con tanto amore da parte mia>.

<Oh. Puccy. Giochi di Figa!>.

E mi abbandono a quel piccolo capolavoro che è un suo ditalino.

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