Le porkeriole di Flavia

diario e fantasie di una scrittrice di bella presenza

Festival Unità Mare Nostrum

Dalle pagine del 2, 3 e 4 settembre 2022 nel Diario Intimo di Flavia

L’Autrice

FLAVIA MARCHETTI

Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København

©La FlaviaMarchetti 2022

A Bologna il. Festival dell’Unità e la Madonna di San. Luca vanno di pari passo.

Sul finire dell’estate, nella prima periferia bolognese, al Parco Nord, si celebra il tradizionale raduno del popolo della Sinistra. A volte è solo una festa locale. Ma spesso assume l’importanza di evento nazionale.

Nello stesso periodo la tradizione celebra la discesa della Vergine di San Luca dal Colle della Guardia. E sono processioni e riti in cattedrale e nelle basiliche.

In tutto questo la presenza del. Sindaco è più che auspicata.

Per me e mamma, che curiamo l’ufficio stampa del primo cittadino è un periodo di intenso lavoro.

Così nel pomeriggio di ieri mi giunge una telefonata dalla Segreteria del Sindaco:

<Stasera al Festival c’è la prima del film di Athos Gollini… noto combattente locale per i diritti e la dignità del popolo LGBT… Il Capo ci sarà e vuole chiudere con una conferenza stampa. Abbiamo già l’adesione di 15 testate. Voi ci riuscite a organizzare tutto anche se ve lo diciamo ora?>

“Certo che ci riusciremo. È così ogni volta”.

Mamma urla al telefono ordini e istruzioni a tutti i collaboratori, poi si avvia dall’estetista. Mamma quando sa che ci saranno telecamere in giro non capisce più niente

Io vado a casa a farmi una doccia restauratrice.

Qui c’è Simona che esplode di gioia nel sapere che sarò attiva in un consesso LGBT:

<Fortunata te che per qualche ora sarai al centro di femmine che, come a noi due, piace leccare la fica. Quanto ti invidio!>.

Simona è molto più attiva di me nelle iniziative per tutelare la dignità e l’espressione gay. Io le condivido quali agevolazioni alle mie esigenze sessuali. Lei ci aggiunge la correttezza costituzionale e democratica. E questo ne fa una persona tanto desiderabile. E a me comincia già…:.

<Se adesso vieni a lavarmi la schiena, come sai fare solo tu, ti inserisco nella troupe dei nostri collaboratori per stasera.>.

Da dietro mi sta strizzando i capezzoli. Mi mette subito nella condizione di chiedere di più.

Tre sue dita si infilano già fra le grandi labbra e prende a scoparmi dopo avermi appoggiata a una delle vitree pareti del box e infilatami la sua lingua in bocca.

Dentro-fuori… Dentro-fuori… Dentro-fuori… Ancora… Ancora. E ancora… Ancora.

Mhmhmhmhmh!!

È meravigliosa! Godo platealmente. Come sanno godere le pivelle.

Simo mi succhia il collo. Continua a menarmi la fica. Sempre più veloce.

Le sussurro:..

<Di più… Di più… Per favore. Di più>.

<Troia!>.

Si siede a terra col volto tra le mie cosce. Scatena la lingua sulla mia clitoride.

“Dio… che fremiti!”.

Uno dopo l’altro… Schizzano dalla fica per esplodere sul buco del culo.

Un godimento immane!

Le tengo la testa ferma sulla mia fica spalancata. Spingo il mio corpo contro quella sua proboscide del piacere.

Lei. Femmina meravigliosa… comprende il mio stato… infila il pollice nel buco del culo. Spinge. Gira il dito

<Waw>

Schizzo. Abbracciata a lei mi lascio prendere dall’orgasmo.

Le sue coccole continuano anche in auto mentre ci rechiamo al Parco Nord… Ha sempre una mano fra le mie cosce. Poi una sua idea:

<Pensi che ci saranno fighe interessanti per noi stasera?>.

<Vuoi dire… in vena di far le porche con noi?>.

<Credo di sì. Forse se ci dimostriamo vogliose,. qualcuna può darsi che si lasci andare. Mica stiamo andando in un convento di suore…>

Sarà meglio, però, che fra di noi… io e te… dobbiamo essere d’accordo di sospendere per stanotte ogni vincolo o restrizione coniugale – Avendo già la mano in loco mi stringe con vigore la figa – Quindi per stanotte nessun atto di gelosia deve fermarci.>

<Che poi c racconteremo tutto domattina durante il ditalino incrociato del Buongiorno>.

La serata è di grande successo. Il messaggio che informava dell’evento è stato recepito e un folto gruppo LGBT scorrazza per gli stand del Festival.

Le mani dell’estetista hanno tolto parecchi anni di dosso a mamma. Sembra più una mia sorella maggiore piuttosto che mia madre

Il tecnico ha concluso il check. I microfoni rispondono alla perfezione… il personale ha disposto le poltroncine per oratori e ospiti. È il mio turno:

<Ringrazio questo folto pubblico per essere intervenuto così numeroso a questa serata tutta nostra… e mi ci metto anch’io. Sono. Flavia Marchetti che, oltre ad aver vinto l’importante premio letterario Saffo XIX, per le mie storie prevalentemente lesbo, convivo ormai da tre anni con una bella femmina che è lì tra di voi a caccia di qualche pollastrella che voglia trascorrere momenti di incanto. Posso solo assicurarvi che è una femmina straordinariamente vera… >.

Questa sorta di coming out pubblico riscuote un caloroso applauso. Dopodiché presento gli altri ospiti. Infine do la parola al Sindaco.

Per la serata il mio compito è finito. Ho una sete tremenda. Mi accosto al bar dell’Arena.

La ragazza del bar è gentile e graziosa. Mi versa la birra e mi fa:.

<È da quando ti ho vista arrivare che mi son detta “questa è sicuramente lesbica. Poi ho sentito che l’hai detto al microfono. Ho fatto tre salti di gioia.>

<Cosa ti ha fatto supporre che sono lesbica?>.

<Perché sei bellissima. E quelle che io battezzo bellissime va sempre a finire che sono lesbiche. E che vorrebbero conquistarmi.>.

<Tu invece sei etero?>.

<Un po’ sono lesbo anch’io. Ho anche la tessera del Cassero. Ho un fidanzato che ha una sorella bellissima…>.

<Lesbica e che ha cercato di concupirti…>.

No. Mi ha concupito. A lei l’ho data e ci prendiamo anche spesso. Se lei dovese smettere di leccarmela, io pianto suo fratello.>.

Arrivano altri assetati e lei si dedica ai nuovi avventori. Io me la scruto attentamente. Ha tutti gli attributi in formato vamp, ma sul volto e nei movimenti, la grazia gentile delle femmine troppo femmine.

Appena può torna da me. Ma la debbo salutare. Oramai il film è finito e forse è bene che stia con gli altri dell’Agenzia:

<Come ti chiami, Gioia? Ti lascio per un po’ ma quando vado via, vengo a salutarti.>.

<Io sono Carla. Ti aspetto dopo>

Congratulazioni, strette di mano, pacche sulle spalle. È stata una gradevole serata, coronata dalla rilevante presenza di quel pubblico a cui è diretto il messaggio di questo film.

Il signor Sindaco gongola e si spertica in ringraziamenti per la nostra azione pubblicitaria. Trova anche di ottimo gusto il mio disinvolto coming out untassello fuori dal comune che pone la nuova. Giunta quale punto di riferimento per una Città, veramente aperta.

<Grazie di tutto e quando avrete le foto, le aspetto golosamente.>. Per dimostrare di essere libero da antichi pregiudizi verso gli omosessuali mi bacia innanzi a un po’ di fotografi che non vedono l’ora di pormi qualche domanda sull’improvvisato coming out.

Sto per consegnarmi alla curiosità dei colleghi e noto che a fianco di me è sbucata Carla, la ragazzina del bar.

<Andato via il pubblico del vostro film, la Responsabile ha deciso di chiudere, così ho pensato di venire io a salutarti.>.

<Sei arrivata al momento giusto. Se tu stai qui vicino a me domani saremo su tutti i giornali di Bologna>.

Così inizio presentando Carla come il mio talismano che volendo posso anche baciare. Carla mi lancia un’occhiata interrogativa. Io proseguo nella mia improvvisazione. Innanzi a una decina di camere, stampo un fiocco sulle labbra della ragazzina che sembra contenta d esserne protagonista.

Qualche botta e risposta con i colleghi della stampa bolognese e chiedo a Carla se le và un giro di locali in Città

Simona, mi ha detto mamma, se n’è andata con una coppia di sue ex d’università.

Mamma arrangia un passaggio da un collega e lascia a me la sua BMW super accessoriata. Una sorta di garçonière a 4 ruote… sedili confortevoli come un materasso del letto che con un clic, un letto lo diviene davvero.

Carla si dimostra emozionata, ma poi si siede lasciando che la gonna scopra e lasci scoperte le floride cosce. Questo mi eccita assai. Abbasso lo schienale alla funzione letto. Clicco. Mi rotolo nella parte di lei. abbraccio il suo caldo corpo:

<Sei d’accordo, vero, che fra di noi non può restare solo quel bacio sulle labbra ad uso dei paparazzi?>.

<A me è piaciuto anche quello>.

Chiude l’abbraccio… allarga le braccia… schiude le labbra.

Il lingua in bocca impazza!

Una mia mano è già fra le sue cosce con sensuali carezze.

Carla le incoraggia con sussurrati gemiti che diventano incitazioni, appena le accarezzo lo slip, lì, dove copre la bocca dell’amore.

Sposto lo slip. Lei solleva il bacino. Glieli sfilo:

<Sta venendo così bene… Facciamolo al massimo. Sii gentile con lei… È una fighetta di soli 18 anni.>.

Penso che farò con la lingua. scendo con la bocca. Gliela bacio. Si schiude. Do una lenta leccata a lingua distesa.

Mi accarezza i capelli. Mi dice:

Stasera ho voglia di sole dita. Non ridere ma così mi sento meno fedifraga con Silvia. Poi hai una mano con dita così affusolate… e belle nocche evidenti. È tutta sera che ci faccio pensierini sopra.

Mi prende la mano e la porta alla bocca. Ne lecca due dita.

Il messaggio mi sembra eloquente

La penetro con tanta dolcezza. È già ben lubrificata. Le dita scivolano per il canale dell’’amore. Carla mi fa capire che le farfalle del piacere stanno già svolazzando in lei.

<Mi scopi un po’>.

Reclama.

Dentro-Fuori… Dentro-Fuori… Dentro-Fuori. Spingo forte con la mano… Dentro-Fuori… Dentro-Fuori … Dentro-Fuori. Giro la mano. Giro le dita:

<Ci sono. Amore. Sto venendo. Sì. Sì. Così. Ancora. Dai.>

Qualche sobbalzo del bacino. Un grido:

<Madonna, che roba!>.

Si lascia prendere dal vortice orgasmico. Lo percorre tutto fra gemiti. frasi sconclusionate. Promesse. Per lasciarsi poi andare, con un bocca a bocca, alle mie coccole:

<Sei un po’ in là con gli anni ma con il ditalino sei più brava della mia Silvia – Prende una profonda boccata d’aria… – Se lo sapesse lei cosa sto facendo e dicendo… Mi accompagni a casa?>.

<Non ti va più di andare da qualche parte?>.

<Scusa… Da brava troia. Quello che volevo l’ho avuto. Ora non mi resta che il letto in cui meditare se sono solo una troia o che mi sto per innamorare di nuovo. Se mi telefoni domattina dopo le dieci… il responso lo dò anche a te.>.

<Io domattina vado al mare, dove ho un bell’appartamento con vista mare e torno domenica. Se vuoi venire con me. Per ora non l’ho detto che a te.>.

<Sai che ti dico? Che il responso te lo do già ora… Sono solo una troia che se mi vuoi vengo due giorni al mare con te. Così puoi farmi provare le tue menate di lingua e se troviamo il giusto feeling te le lascio fare anche sul mio buchetto del culo.>

A casa Simona non è rientrata. Mi faccio la doccia e mi dedico alla lettura. Quando spengo la luce, mi metto a pensare alla giovane barista che sarà con me per due giorni a Cervia. A quello che potrà succedere tra di noi. Il che mi rasserena. Mi addormento.

Nel cuore della notte mi sveglia il tonfo di un corpo che cade sulla scala di legno che porta alla stanza da letto.

Sono le due ed è Simona che è rientrata un po’ brilla e s’è inciampata cadendo.

Ha bestemmiato urlando. Mi ha svegliata. Ora siede sugli scalini guardandosi attorno smarrita.

La raggiungo ma non s’è fatta alcunché. Se non questa fastidiosa sbronza che provo a far regredire con i sistemi della tradizione: caffè forte, doccia fredda. Già il caffè ha il suo effetto benefico che la convince ad andare sotto lo scroscio freddo della doccia.

Il dramma è quando viene a letto che vuole riscaldarsi abbracciandomi.

È qui che mi racconta la sua folle serata. L’incontro casuale al Festival con. Federica e Corina… una coppia che ha fatto l’unione civile.

<Mica come me e te che diciamo sempre di farla ma uscite da dagli orgasmi del momento, non ci pensiamo più >

Con Simona erano amiche già dall’università:

<Allora con loro non c’era mai stato niente. Stasera, invece, hanno voluto farmi vedere il loro nido d’amore. Abbiamo fatto un brindisi con champagne. Erano anni che non ci si trovava! Così ci siamo un po’ raccontate… Io le ho parlato di te. Del nostro menage. A questo punto si sono eccitate. Hanno tirato fuori dei loro video molto intimi e hanno chiesto se volevo vedere le stesse performance innanzi. Dire no mi è sembrato scortese. Tra loro è partito un 69 molto vivace che mi ha eccitata e mi son lasciata prendere in mezzo. Da lì, non fai fatica a immaginare dove ho sentito leccare le loro lingue… Due lingue poderose. Sempre all’unisono nel leccare. Ho goduto come una matta!
Quando ho detto che sarei rincasata, hanno voluto… una sulla figa… l’altra sul buco del culo… farmi venire ancora. Ancora qualche giro di champagne: “Chissà quando ci ritroveremo?”… Mi han portato fin qui con la loro auto.>.

Ben conoscendola so che raccontandomi la sua inaspettata avventura. Simo si è sicuramente eccitata. Mi accarezza il ventre…. Mi lecca e sniffa le ascelle. Così tanto per stare alla pari, le dico di Carla, che porterò con me al mare.

<Io sarò al lavoro, se no ti chiederei se ci sarebbe un po’ di lingua anche per me.>

I racconti… le carezze al ventre e altre moine di Simona hanno riacceso l’eccitazione in me:

<Di lingua per una troia come te ne avrò sempre per uno dei nostri 69. Anche alle tre di notte, come adesso.>

Tiro via il lenzuolo. Mi apro tutta.

<Data l’ora, per non fare la figura della ninfomane, non osavo chiedertelo.>.

Già la sua lingua sta stuzzicandomi la clitoride mentre assaporo l’intenso effluvio delle sue grandi labbra.

Io e Simona abbiamo affinato una sincronizzazione che con rallentamenti pause e uso delle dita produce una maggiore intensità di godimenti. Sempre lo squirt preannuncia l’orgasmo. Che, questo si concatena in un secondo momento di frenesia pura che coinvolge i recettori erotici di figa, perineo e culo.

Questa è la notte in cui la ricerca del massimo godimento vuole riscattare i nostri più recenti tradimenti.

La lingua che mi propone la dolce Simo è calda e distesa che ora struscia con minimi spostamenti sul perineo.

Questa sua pacatezza mi fa impazzire. Reagisco in punta di lingua, stuzzicandole l’irrequieta clitoride:

<Dio mio. Madonna! – Si lascia sfuggire – Quanto sei troia ragazza mia>.

Lo squirt, pioggia d’amore, s’abbatte sul mio volto.

Gli orgasmi sono due: il primo fatto di grida, sospiri profondi, frasi irreali. Il secondo sono tutte contorsioni, sobbalzi, contrazioni muscolari.

Io non fermo un attimo il mio leccare.

Al suo s’attacca il mio. Finito l’incantesimo ci ritroviamo sfinite una a fianco dell’altra. Senza voglie di dirci più nulla ci addormentiamo.

Sono le 7. Simona si alza… si doccia… si fa il caffè… sta per andare al lavoro.

Torna sui suoi passi mi bacia… poi mi bacia le tette… l’ombelico… la figa.

<Lo so che non si consuma ma fai che ne resti sempre quel po’ per me, per assolvere le nostre malefatte in un 69 come quello di stanotte.>

Mi ridà un bacio sul Monte di Venere. Mi ripassa la lingua in bocca. Ha gli occhi umidi.

<Ti vedo preoccupata. Amore.>

<Fin qui fra noi ci siam sempre cornificate alla pari. Stavolta ho un infelice presentimento: che t’innamori e mi sostituirai>.

<Non potrei mai. Tesoro. Anche se me la fò leccare qua e là, io ti amo. Poi la Cicci che rimorchio è iper fidanzata.>.

<Sei un’imbrogliona abilissima. Mi hai già fatto sentir meglio… Però domani quando ci ritroveremo mi racconterai ogni momento con tutti i dettagli del caso>.

Se ne va un pò più serena.

Mi riaddormento per destarmi alle 9

“Wow!”

Il look da mare di Carla è quanto più di succinto potrebbe essere: il variopinto ‘pezzo sopra’ di un due pezzi coperto da una micro gonna che copre solo fino a 4 dita oltre il triangolo degli slip.

Le apro e lei blocca ogni mia affettuosità:

<Non mi baciare qui. Tutti mi conoscono. E ci abitano anche i miei due fidanzati: Omar e Silvia >.

<Ma io sono femmina. Sono una signora. Potrei essere una zia che è venuta da lontano a trovarti>.

<Con quello sguardo da marpiona e io con il reggipoppe che copre a malapena le punte d’asparago. Chi può credere alla storia della zia?>

Intanto è salita. Mi dirigo all’autostrada. Non c’è molto traffico. Appena mi stabilizzo sulla corsia centrale ai 130 dò un’occhiata libidinosa alla mia passeggera che pare sonnecchiare. Per me le cosce scoperte sono una calamita. Gliele accarezzo.

Carla sghignazza. Questo mi mette una pulce nell’orecchio. Sollevo un lembo del minuscolo abito. Lo spacco della sua figa mi sorride.

Carla, sempre sghignazzando, va sotto la mia leggera veste. Allargo. Mi stringe forte la figa.

Sobbalzo.

Per un attimo perdo il controllo dell’auto.

<Cazzo!>.

Sono quasi in culo a un suv. Mi attacco al freno. La corsia di sinistra è libera. Scarto il suv. Tutto si aggiusta così. Sulla destra la nostra uscita.

Carla vuol per prima cosa sentir il profumo del mare. Si và in spiaggia. Ci prendiamo per mano. Nell’altra mano, le scarpe. Passeggiamo sul bagnasciuga. Quasi da innamorate. Carla canticchia una canzone. L’osservo e non vedo l’ora di averla fra le braccia. La spiaggia è gremita di gente. Qualcuno sghignazza al nostro mano nella mano:.

<Se andiamo a casa, ci mettiamo in costume. Scendiamo e possiamo farci una nuotata. Poi ti porto a pranzo in un romantico ristorantino in riva al mare. Sei mia ospite.>

Carla esordisce con una battuta adeguata:

<Grazie zia!>.

Rido divertita. Porto la sua mano alla bocca e gliela bacio. lei si scioglie dalla mia e infila due dita in bocca:

<Succhiale! È con queste che ti farò impazzire… In questi due giorni farò di tutto per essere la tua puttana.>

Ci guardiamo intensamente… Decisamente, in mezzo a un orda di mamme, pensionati e bambini vocianti… non è il caso di eseguire un desiderato lingua in bocca.

<Ma non è un appartamentino vista mare… È una reggia…Guarda qui che terrazza! >.

Carla del costume ne porta già il pezzo superiore. Si toglie la gonna per indossare il pezzo inferiore: lo slip. Rimanendo così a fica e culo nudi.

Per cui, mentre esprime tutto il suo entusiasmo per la gradevolezza della casa:

<È una reggia!… È una reggia!>.

Mi saltella attorno facendo crescere in me il tasso di libidine. Che lei intercetta:

<Flà… Sono troppo felice di essere qui con te. Spogliati che voglio scoparti.>.

<Ormai sarebbe ora di andare a pranzo.>.

Provo a fare la borghese per bene. Lei insiste:

<Dai. Non fare la verginella. Te lo sta chiedendo la tua puttana>.

La leggera veste che indosso è lunga e larga e si regge con due nastri colorati alle spalle. Faccio un po’ la troia ritrosa. Le giro le spalle… Carla capisce e sta al gioco. Prima uno, poi l’altro, sciolgo i nodi ai nastri. La veste si affloscia a terra. Tranne che per quel  piccolo triangolo che copre la figa, il mio corpo è pari al suo… nudo.

Roteo il culo, che fa sempre un bel effetto. Mi giro verso di lei con sussiego. Abbraccio e lingua in bocca scattano immediatamente.

Carla è un fuoco. Le fighe si strusciano. Il piacere inizia ad irrompere in noi:.

<Sai cosa vorrei ora da te?>.

<Quello che vuoi Tesoro>.

<Godere da te guardando le onde del mare>.

Mi vengono in mente un episodio da me vissuto.  Peccato che centrasse un maschio e finisse con un’inculata. Ma ero molto giovane. Allora mi piacque tanto.

<Sei una gran romanticona. Ti accontento subito.>.

La faccio appoggiare alla ringhiera che guarda il mare. Questo è proprio lì sotto. Un po’ mosso. Lo sentiamo rumoreggiare. Sul bagnasciuga, la schiuma delle sue onde.

<Ti prendo dal di dietro. Ti va?>.

<Non vedo l’ora.>

Due mie dita scivolano fra le sue Grandi Labbra. Giro le dita. Carla freme dopo un sussurrato gemito di piacere

Faccio caso al rumoreggiare delle onde. Prendo quel ritmo e… dentro-fuori… dentro-fuori… dentro-fuori.

Carla freme tutta. Mi incita:

<Ancora… Ancora… Di  più… Di più.>.

Mi siedo a terra. Innanzi al mio naso, figa e buco del culo con tutti i loro intriganti odori.

Non ho dubbi. Sostituisco le dita con la lingua e lecco veloce. Velocissima…

Un po’ alla figa… un po’ al perineo… Un po’ al buco del culo.

Come un’onda marina sugli scogli. Il suo squirt si abbatte sul mio volto.

Un sussurro:

<Dio mio. Che bello!>

Carla è invasa da un intenso tremito. Le ginocchia le cedono. Si ribalta addosso a me che sto già seduta a terra, fra le sue cosce.

Ci baciamo:

Al Galeone Pirata il piatto degli. Scampi erotici è quello che più si adatta alla nostra fuga d’amore.

Carla sta già aggredendo una seconda portata dello stesso piatto.

Mi sberleffa:

<Se non ti fossi presa la briga di coinvolgere nell’orgasmo anche il buco del culo non avrei la fame che sto dimostrando ma quel tuo insistere con la lingua a percorrere 4<5 volt il periplo dell’apertura anale non si sarebbero concatenate tre venute a gusto di seguito. Come tu ben sai il godimento è un consumo di energie ed io non sto facendo altro che recuperarne>.

<Comunque hai un buco del culo meraviglioso: ben tornito. Pare fatto da un bravo artigiano orafo>.

E qui rivela tutta la sua vanità:

<Bello, eh! Me l’ha fatto la scorsa estate il mio Omar [il Lui fidanzato] e me lo rifà ogni volta che lo faccio chiavare. Mi piace tanto prenderlo lì. E lui lo sa!… Pensa che dopo la prima inculata, ho voluto vederlo aperto con uno specchio. Mi è piaciuto tanto che gli ho fatto uno selfie che ho condiviso sulle chat di gruppo a cui sono iscritta… Mi sono arrivate tanti like e commenti positivi>.

Terrazza scherziamo un po’ con le amiche della mia chat.

Sabrina ci chiede un ditalino virtuale a quattro mani. Accettiamo esci a lei che noi sguazziamo nei nostri orgasmi.

Carla vuole ripetere le stesse emozioni solo con me. Salta fuori un incrocio di dita che ci fa arrivare a gusto urlando il nostro godimento.

Ci corichiamo e sarà un avvincente 69 a consegnarci ai sogni.

<Come sarà domattina il risveglio?>

<Come vuoi tu… mia puttanella. Dita e lingua… sono a tua disposizione.>.

<A me piace iniziare la nuova giornata con un po’ di movimento… Potremmo farci una bella sforbiciata. Figa sfrega figa fino al parossismo totale>

Per la cronaca, andò poi a finire che pisciammo assieme, sotto la doccia… Ci insaponammo reciprocamente. Gli esercizi fisici si ridussero a un ditalino incrociato appoggiate alla ringhiera della terrazza guardando il mare. Salto fuori un momento molto romantico che condimmo con appassionate lingue in bocca.

La nostra breve fuga d’amore si concludeva così.

Banalmente i 75 km di autostrada li avevo percorsi con la destra fra le cosce della mia passeggera, titillandole la figa… Uno speranza che aveva coltivato non indossando nulla di intimo…

quando l’avevo lasciata sotto casa sua mi aveva sussurrato:

<È stato un viaggio fantastico.>

Leccandomi libidinosamente le dita della mano.

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