DANY D.D. Il Camper
GLI AUTORI
Anche questo breve flash narrativo nasce dalla collaborazione tra Flavia Marchetti e Dany D.D. Ognuno ci ha messo del suo
Dal 20005 Flavia pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København
Con le restrizioni della pandemia le giornate si assomigliano un po’ tutte.
Si esce di casa solo per andare al lavoro. Qui, si organizzano le merci sugli scaffali. Distanziati, si ascoltano le richieste dei pochi acquirenti. Con i colleghi ci si incontra tra una pausa e l’altra per qualche lagna… Una battuta, poi via, di nuovo al lavoro. Non mancano le rotture di scatole dei curiosi sacenti, sempre pronti a criticare e a creare difficoltà, pure in un momento come questo, tutt’altro che facile per chiunque.
Da un po’ di tempo, però, andare al lavoro mi sembra più piacevole.
Soprattutto se, in turno c’è Nadia: la collega del reparto casalinghi. La sola sua presenza mi rende meno noiosa la giornata.
Arriva sempre con un sorriso smagliante. I capelli raccolti a coda di cavallo e quel suo fisico slanciato, con le rotondità della giusta misura, poste dove devono stare.
Sono proprio questi particolari a mettere il sale sulla mia giornata.
Il mio sguardo, ogni volta che riesce ad appoggiarcisi sopra, fatica assai ad abbandonarla.
È un personaggio estremamente gioviale. Ama cominciare ogni giornata con qualche battuta simpatica che poi mi frulla per la testa per ore, così come vedo lei frullare avanti e indietro in quei leggings neri, che le evidenziano alla perfezione il culo. Un landscape irresistibile.
Inutile dire che, quel culo che mi pappo con gli occhi, mi fa andare ben oltre il normale desiderio platonico… Mi viene subito duro.
Nadia sa bene cosa ci vuole per riuscire intrigante: oltre ai leggings neri, veste spesso una maglietta stretta che le cinge il seno, mettendo le belle poppe in primo piano. Un invito a sognare. Di appoggiarci in mezzo il cazzo… e godere di una strepitosa spagnola
Forse, ogni volta che la guardavo sognando di poterla avere tutta per me, si notava quello che mi passava per la mente. Ma dovevo poi constatare che il cerchio non si chiudeva mai, come avrebbe dovuto. Dovevo allora ammettere che, in dirittura d’arrivo, mi mancava il giusto slancio finale per una conclusione così come la immaginavo io.
Oggi, però, ho idea di essere in un giorno speciale: l’aria… il sole della primavera appena installata… con l’ora legale sì e no recepita, generano una sorta di bioritmo collettivo per il quale pare che ognuno di noi sia sotto euforizzanti.
Io, ho un maggior dinamismo nelle azioni: sono più spigliato e preciso nel dirigere il reparto.
Nadia stessa è arrivata come portata da una follata di vento: i suoi solti leggings neri, scarpe da ginnastica rosa e una magliettina aderente, quasi trasparente:
Un mix esplosivo… Sotto, sicuramente, ha messo un perizoma che le modella il culo in una forma compatta che lo presenta in maniera sfacciata e generosa. Nel momento in cui mi accorgo di quanto sia sexy, vedo che mi sorride con un approccio malizioso.
Ci salutiamo. Qualche battuta, scelta tra le più piccanti ci potessero venire in mente. Sorrisi.
Ho la vaga impressione che, questa mattina possa succedere quanto mi piacerebbe tanto succedesse. Mi carico e, avvicinatomi a lei, scherzosamente, le do una pacca sul sedere: il suono restituisce la conferma di natiche ben sode. Si mette a ridere improvvisando una pantomima sull’argomento:
<Proprio come i vecchi maniaci> ma al tempo stesso allunga una mano alla patta dei calzoni alla ricerca di precise informazioni:
<Ah, però… in tiro e pronto, solo per una palpata di chiappa!>. Una strepitosa risata. Per poi, prendendomi per mano e spingermi in un camerino di servizio:
<Dai… fammi felice… voglio godere>
<Per ore, Tesoro> e lascio libera la lingua di raggiungere la sua.
Le mani di lei, con impazienza, cercano di esplorare la più vasta parte possibile del corpo a cui si abbraccia.
Tutta la nostra voglia si può misurare nei respiri accentuati dalla passione che ci pervade e ci domina.
Le abbasso leggings e perizoma. Lei provvede a maglietta e reggiseno.
Rasata e calda è la sua figa. Già ben bagnata, si apre alla mia lingua. Non mi svela nulla il suo <Dai!> È a gambe aperte, sdraiata su un improvvisato giaciglio.
Sono già intento a leccarla.
Nadia geme cercando di trattenere gridolini. Le piace. Si contorce. Sussulta.
Nel pollice con cui le stuzzico il buco del culo, legge che siamo solo all’entrée di un pasto che sarà ben più goloso. Come la sua voglia reclama.
Alcuni affondi di lingua e succhiate alla clitoride la portano a venire ben presto.
Sui quell’improbabile letto d’amore la bella Nadia si lascia andare. Nel suo rilassamento si bea dei fremiti del godimento. Noto di tanto in tanto piccoli sussulti del bacino.
La guardo. La trovo incantevole: ha il volto acceso. Gli occhi mandano lampi di gioia: <Ci sai fare con la bocca – e confessa – Meglio anche di Evelina. La mia amica lesbica> Ride vedendo in me un moto di sorpresa.
Visto che mi ha elevato a miglior lecca-figa del suo giro, mi vien vogli di darle un bacio lì, dove comincia lo spacchetto. Dove si affaccia la clitoride. Glielo dico. Mi sorride e si raccomanda che sia uno solo e che… <Gli altri li voglio tutti qui> e mi mostra la lingua tra le labbra. Con un guizzo faccio la spola tra figa e bocca dove le lingue riprendono il dialogo interrotto prima. Lei mi tiene il volto contro la propria bocca. Quando è sazia di scambiare saliva con me, mi lascia la bocca e io sposto la mia sul collo Bacio e lo percorro. Struscio la lingua e scendo. Sento che Lei è di nuovo sul fremito.
È sempre Lei che mi prende il capo per portarlo sui seni. Debbo difendere la nomea che s’è conquistata la mia lingua e bisogna che anche in zona tette si esprima al meglio.
Intano, con mossa lesta, tiro fuori l’uccello. Quasi di soppiatto, glielo appoggio sul ventre. Lo sente ben caldo e duro quale è.
Lei mi distoglie il volto dalla tetta che sto leccando. Radiosa, mi guarda dritto negli occhi. Con la mano scende, lo stringe… lo scappella. Mi sollevo e l’agevolo ad averlo a portata di bocca.
È bello il mio cazzo, con la vermiglia cappella sguainata tra le sue labbra!
Una lieve passata di lingua su quella parte del mio corpo, tanto sensibile, mi manda in visibilio. Non aspetto altro che Lei allarghi le labbra per spingere l’eccitato glande in quella bocca. Abbandonandolo ai capricci della sua lingua.
Sono un grande estimatore del sesso orale e non mi dispiacerebbe che questa femmina tanto desiderata mi delizi, anche in questo modo sublime.
<Scopami, Dany! – con un sussurro Nadia mi fa conoscere il suo desiderio, anche in maniera dettagliata – Vieni, tesoro… Stenditi qui, di fianco a me… Voglio cavalcarti … Ce l’hai così bello duro … Mmmmm!!>
Un attimo ed è sopra di me. Con una buona pratica fa scivolare in lei l’uccello e prende a cavalcarmi svolgendo una sensuale danza.
Sbatte le chiappe sul mio ventre, ballonzolandomi il seno sopra il naso.
Accalorata e rossa in volto, galoppa sempre più con foga, stringendo ogni muscolo che ha in loco. Sento il cazzo avvolto e stretto in una deliziosa morsa.
Con il bacino, replico le sue movenze. In breve, ci ritroviamo con lo stesso ritmo a voliare assieme verso l’orgasmo.
Lei ne è già alle soglie. Rompe con il ritmo che avevamo preso assieme. Gode visibilmente… Si contorce spasmodicamente sopra di me… Masturba sapientemente il seno: come sanno fare le grandi femmine quando orgasmano.
Nel camerino l’eccitazione ci avvolge. I testicoli sono al lavoro per irrorare quella generosa figa con la sborra in fase di produzione. Mi viene un’idea…
Con le gaudenti contorsioni, Nadia stacca le natiche dal mio corpo. È gioco forza che quelle polpose chiappe… io, le accarezzi. Il dito pollice si fa strada verso il culo. Ne percorra il bordo. Lo penetra. Salutato da un profondo sospiro, con seguito di gemiti e incitamenti: <Sì, sì… così, così… di più!>
Non è il caso di riflettere cosa intenda quell’esortazione. Mi trovo davanti il suo bel culo e lei, sensualmente, ad angolo retto. Appoggiata ad un tavolinetto.
Aveva deciso che era giunto il momento del culo!
Me lo dondola innanzi provocatoriamente. Un mio fugace sguardo alla valle tra i glutei m’incanta nel vedere, sul fondo, troneggiare il buco del culo: ben aperto e dilatato.
Un irresistibile invito al cazzo a cui avevo impedito di sfogarsi nella calda sorca.
Il cazzo non potrebbe essere più erto e duro di così… Speranzoso.
È Lei stessa ad agguantarlo e ad indirizzarlo tra le chiappe con inattesa frenesia. È Lei a spingerci contro il boffice, gemendo rumorosamente all’impatto. Ed è lei ad imprimere la sincronia al dentro-fuori dell’inculata.
È un percorso delizioso quello che si ritrova il cazzo mio: vellutato. Un culo che lo coccola, viziandolo. Lo stringe amorevolmente con tutti i muscoli chiamati in opera dall’eccitazione che ha conquistato Nadia.
Non ho molte inculate nel mio palmares, ma goduta come questa non l’avevo ancora vissuta.
È Lei con il vai e vieni delle sue chiappe a stringerlo. Lascia poi allo sfintere il compito di condurre il gioco.
Nadia non geme di piacere: accompagna il vieni e vai del cazzo, con una litania di gridolini che ne fanno un gioioso motivetto musicale.
Il mio uccello è entusiasta della situazione. È ben carico. Pronto a deflagrare nel profondo di questo culo.
Il la, glielo dà l’accelerazione che Nadia imprime al suo scopare. Segno che si è infilata in un nuovo orgasmo…
Il caro cazzo esplode. Si mette a sborrare di sua iniziativa. Il mio godimento va alle stelle.
Da sotto, le branco le tette. Gliele stringo.
Lei non canta più: urla il mio nome aggiungendo: <Questo non lo lascio più andare… Adesso l’ho vinto io… è mio prigioniero.>… e lo stringe in maniera forsennata, sgocciolandolo fino all’ultima stilla.
C’è un lungo abbraccio tra di noi. Un lungo bacio. È finita che siamo completamente nudi:
<E io che avevo pensato a una, sveltina con un collega simpatico…>
In quel bugigattolo c’è un rubinetto che getta un sottile filo d’acqua. Con i fazzoletti ci rinfreschiamo alla meglio le parti più usate.
Nello sciacquarsi, Nadia apre e mette in mostra gli angoli più intimi della figa: i vari ambiti in cui la mia lingua aveva spaziato: i cromatismi. Le delicate gradazioni di rosa, che ne fanno una delle mete più ambite del genere umano
<Viva la figa> grido e con una plateale risata le strappo il consenso per un bacio affettuoso alle labbra della figa che si intuiscono sotto gli aderenti leggings… Lei viene scossa da un brivido. Il mio cazzo mi pare che qualche risorsa troverebbe ancora.
Nadia si lascia andare a parlare di sé:
<Vedi Davide, quando mi trovo bene a far l’amore divento ingorda. Non smetterei più. Solo che ora dobbiamo riprendere il lavoro…>
<Potremmo prenderci una mezza giornata di ferie… Per quello che c’è da fare qui… In macchina ho le chiavi del camper fermo al rimessaggio, qui, sulla statale>
<No caro. Avrei bisogno di tante cose per proseguire quel delizioso momento che mi hai dato>
<Lo dicevo solo per te… Così potevi saziarti fino a un completo appagamento>
<Sei un tesoro!… Ma così, stasera resta un po’ di voglia anche per Evelina…>
<Chi?> dico sorpreso, allacciandomi una scarpa
<Sì, Evelyn. È la ragazza inglese che vive con me. Ci vogliamo anche molto bene.>
Penso che stando così le cose, sia difficile che vorrà ripetere un delizioso momento, come l’ha chiamato lei, ancora con me.
Per non dar adito a pettegolezzi avevamo già stabilito di lasciare l’occasionale rifugio d’amore, separati e distanziati. Io, confuso per l’ultima rivelazione, faccio per uscire senza neppure un saluto degno di amanti.
<Davide, a te è piaciuto il delizioso momento che mi hai dato> mi blocca sull’uscio.
<Sì, tanto>
<Allora… vedi bene di lasciare il camper parcheggiato nel rimessaggio, qui, sulla statale… Potrebbe farci comodo>