La Punizione
L’Autrice
KATIA VERDI, qualcosa su di lei
L’amica Katya mi manda questo testo. Che voglio pubblicare in quanto ricco di fragrante erotismo e magistrali colpi di scena.
Un’autrice da seguire!
Era da tanto tempo che il mio compagno aveva iniziato a parlarmi di sue fantasie dire particolari su di me. All’inizio solo di volgarità..sussurrate nell’eccitazione dell’ampleso:
<voglio vederti fare la troia> …. <quanto ti vorrei vedere circondata da cazzi>.
Un po’ per volta, queste fantasie avevano travalicato i confini del momento di eccitazione. Erano diventate confidenze sussurrate la sera prima di addormentarci:
<sai amore…credo davvero che vederti persa nella lussuria mi ecciterebbe come non mai. Ma a te l’idea di farlo con un altro uomo insieme a me, eccita?>
Inutile dire che all’inizio ne fui scioccata e divertita allo stesso tempo. Il sesso con lui era fantastico. Ne ero davvero innamorata. Tanto che il solo pensiero di essere sfiorata da un altro uomo mi faceva ribrezzo.
La sua insistenza si fece sempre più pressante, tale da diventare una vera e propria ossessione. Nel tentativo di assecondarlo accettai la sua proposta di conoscere “virtualmente” altri uomini iniziando ad intrattenere conversazioni sui social con uomini che non facevano mistero del loro interesse nei miei confronti. Non perdendo occasione per inondarmi il telefono di foto dei loro membri in erezione.
Non so come mi convinse a ricambiare tali accortezze spingendomi a mostrare il mio corpo nudo attraverso foto che lui stesso mi faceva inducendomi a condividerle.
All’inizio provavo vergogna ma leggendo ed ascoltando i commenti che suscitavo la vergogna lasciò presto il posto ad un divertito imbarazzo, divenendo in breve un trasgressivo piacere.
È tramite una di queste chat che conobbi Alex, ragazzo distinto ed elegante che seppe creare un dialogo intriso di mistero, gioco, passione.
Non nascosi nulla al mio uomo. La nostra fiducia reciproca non permetteva che ci fossero segreti tra noi.
Lui non si mostrò contrariato. Anzi, mi spronava a continuare avvertendo l’eccitazione palpabile che cresceva in me ed approfittandone indecentemente ogni volta che poteva.
Quando però il piacere di scrivere con Alex divenne quasi un’esigenza, il mio compagno cambiò atteggiamento. Il corpo poteva essere condiviso ma non doveva esserci spazio per nessun altro nella mia mente. Con incomprensibile fatica, promisi di non sentirlo più.
Alex però continuò a scrivermi per giorni.
Una sera non ce la feci più a resistere e gli risposi. Parlammo a lungo e gli spiegai perché quella sarebbe stata l’ultima volta.
Alex sembrava disperato, le provò tutte. Arrivò persino a supplicarmi. Fui irremovibile.
Il giorno dopo, al risveglio, non trovai nel letto il mio compagno. Al suo posto un biglietto:
<ho letto il tuo telefono. Oggi non cercarmi. Ti verrò a prendere alle 19.00>. Fui presa dal panico. Lo chiamai insistentemente tutto il giorno. Non mi rispose. Avevo trasgredito ad una nostra regola. Adesso temevo le conseguenze.
Alle 19.00 passò a prendermi. Avevo cercato di farmi più bella e seducente che potevo. Immaginavo fosse infuriato e avrei fatto qualsiasi cosa per farmi perdonare.
Scesi ed entrai in macchina. Non disse una parola. Nemmeno mi guardò. Avevo paura che qualsiasi cosa dicessi avrebbe potuto scatenare la sua reazione. Così non dissi nulla.
Guidò per parecchio, diretto fuori città. Quando non ne potei più di quella tensione chiesi:
<dove stiamo andando?>.
Prima non rispose. Poi:
<vedo che hai messo la gonna>.
Con la mano mi tirò su il vestito mettendo in evidenza le autoreggenti. Continuò a non parlare.
Arrivati vicino ad una pineta (ormai eravamo fuori città) girò per una strada sterrata che s’insinuava in un boschetto. Quando ne fummo all’interno spense il motore.
Era la fine di aprile. Fuori c’era ancora molta luce.
<Senti…>.
Provai a dire.
<mettiti in ginocchio sul sedile>.
Fu la sua secca risposta.
Obbedii. Non me la sentivo di contraddirlo.
<Adesso tirati su la gonna>.
Lo feci. A quel punto, quando ormai mi trovavo con il sedere che riempiva lo spazio del finestrino, si slacciò i pantaloni. Aveva una erezione evidente. Mi prese la testa e me la portò tra le sue gambe con un gesto eloquente. Forse non era davvero così arrabbiato. Con questa speranza iniziai a leccarlo con tutta la passione di cui ero capace
<sei una puttana>.
Mi disse
<Si..la tua>.
Io balettando.
A quel punto sentii il rumore di un’altra auto che si avvicinava. Feci per ricompormi in fretta ma lui mi bloccò:
<No tesoro. Ora tu continuerai a succhiarmelo. Sai, quando ho letto il tuo telefono e capito che avevi scritto ancora con quel ragazzo, non mi sono limitato ad infuriarmi.. Mi hai deluso. Così ho pensato di punirti. Ho scritto io a quel tizio. E gli ho dato appuntamento qui. Direi che è arrivato”
Difficile descrivere le mie sensazioni. Vergogna. Paura, imbarazzo. Profonda eccitazione. Con Alex avevo parlato per giorni ma era sempre stato chiaro che non ci saremmo mai incontrati. Ed ora era li. Dietro di me. che gli offrivo una visione di me non di certo seducente. Sentii la sua macchina fermarsi e spegnersi. Il rumore della portiera che si apriva. Il rumore della mia portiera che si apriva. Era troppo! Provai a ribellarmi ma il mio compagno non me lo permise.
<Non fare la pudica adesso>.
Così dicendo mi infilò due dita nella fica. Il mio piacere era evidente.
<Sei bagnata fradicia>
mi disse. Era surreale.
Alex..con cui avevo parlato, riso e che mi aveva a volte eccitata, era dietro di me. Io a culo nudo …verso di lui, mentre continuavo a leccare e succhiare il cazzo del mio uomo.
Sentii Alex armeggiare con la zip dei pantaloni.
Ancora non mi ero voltata. Ancora non avevo avuto il coraggio di guardarlo. Capii che si stava masturbando. Sentivo dei leggeri e fugaci tocchi sul sedere che immaginai fosse la punta del suo pene che mi sfiorava mentre se lo menava.
Il sangue mi era arrivato alla testa. Non capivo più nulla. Dentro di me solo il fuoco ed una eccitazione come mai provata prima.
<Non su di lei>.
disse il mio compagno rivolto ad Alex.
Appena in tempo.
Avvertii un movimento veloce. Si girò un istante prima di esplodere. Non abbastanza velocemente.
Sentii qualche goccia del suo seme colpirmi e poi scivolare sulla mia gamba, impregnando le calze.
Alex non parlo mai.
Lo sentii rivestirsi rientrare in auto e partire.
A quel punto il mio uomo mi staccò dal suo membro che ormai stavo letteralmente divorandolo.
<Rimani in questa posizione>.
Scese dall’auto e me lo ritrovai alle spalle.
Senza nessun complimento iniziò a penetrarmi con foga.
<Sei solo una puttana>.
<Sìì, scopami>
quasi urlai dal desiderio.
Colpi forti e decisi. Si tirò fuori, riempiendomi il culo di sborra che sentili colare lungo la gamba. La stessa su cui era già caduto il seme di Alex. Rimanemmo per un attimo ansimanti. Non so quanti orgasmi ebbi: nessuno o cento? Non saprei dire.
Lui si staccò e rientrò in auto. Feci per prendere un fazzoletto ma mi fermò:
<tornerai a casa con lo sperma di due uomini addosso – e aggiunse – non cercare più quel Tizio. Ormai ho cancellato il suo contatto>.
La cosa, a dire il vero, non mi importava. L’unico uomo in grado di penetrare la mia mente fino ai più reconditi e depravati impulsi, era seduto accanto a me.
Mi appoggiai al suo braccio mentre tornavamo indietro. Colta da una certa euforia:
<Se queste sono le punizioni – gli dissi – Dovrò iniziare a trasgredire le regole più spesso>.
Lui sorrise.
Era la prima volta da che ero entrata nell’auto:
<Lo credo anch’io amore>.
Fu tutto quello che rispose.
Questo è il blog di FLAVIA MARCHETTI che apre volentieri a testi di buon erotismo di altre autrici.
FLAVIA, Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København
Tuttto quello che si può sapere di lei lo trovate qui