“Che brutta Figa, sei!” Baruffa di gelosia
L’Autrice
Vincitrice del Premio Saffo Terzo Millennio, XIX edizione, 2019, Flavia Marchetti dal 2005 pubblica con l’editore Enstooghard Ltd – København
©La FlaviaMarchetti 2022
Decisamente il cattivo tempo ha impazzato per tutta la notte. Notte difficile per me. Come lo sono tutte quelle in cui Simona è in turno notturno. È il prezzo da pagare per una compagna cardiologa-anestesista.
Non ho ancora fatto l’abitudine al turno notturno che comporta la presenza di Loredana, la caposala bisex che non vede l’ora di succhiarla alla mia Simoncina.
Questo… detto proprio da Simona… succede, nel cuore della notte, appena il reparto si addormenta.
Per la mia Lei è una reazione naturale:
“Quando cala la tensione, l’eccitazione fa da trait d’union alla normalità.… La tua è solo banale gelosia.”
“Gelosia …- un cazzo! Non so a chi stia bene che lecchino la figa alla propria compagna… Io non mi sono adeguata ma sopporto senza eccessive lamentele. Tanto, di tanto in tanto, qualche altra Figa l-a lecco anch’io.”
Ogni volta si apre per me una notte di struggenti piccole vendette. Tra cui quella di andare a leccarla alla vicina di pianerottolo.
Ieri sera, però, Anghela… è tedesca… non c’era.
Che rabbia, Avevo già abolito le mutande!
Cerco stimoli in chat. Qualche troia che mi ecciti. Al di là dei soliti:
“ciao, che fai?” …… “Cos’hai addosso? Sei sola?”
Sara, che mi fa spesso arrappare con le sue dolci finzioni, non risponde. Dovrò provvedere con le mie sole risorse.
Torno sotto le coperte.
Mi Strizzo un po’ le tette… Giocherello con i capezzoli… Mi accarezzo il ventre…
Sento già il piacere fare capolino… Mi lecco le dita. Sono già dietro a scalare il monte di Venere.. Un fremito
La figa è perfettamente reattiva: si sta inumidendo. Allargo il solco.
Le dita penetrano in basso. Esplorano il canale dell’amore. Già ben bagnato
Le dita vanno alla ricerca della clitoride che sempre si nasconde.
Eccola!
Ora ci vorrebbero due brave labbra e una buona lingua per farmi volare. Ma forse quelle che potrebbero essere qui sono impegnate su altre clitoridi.
Un moto di stizza… Uso l’altro pollice per ficcarmelo nel culo.… Sospiro profondamente.
L’incrocio delle mani inizia a produrre il suo effetto:
Godo!!
Se vado avanti così nel giro di pochi minuti avrò l’orgasmo, ma la notte è appena cominciata. Aggiungo un dito ai due che già mi stanno scopando.
Il solitario ditalino comincia a piacermi assai.… Vado dritta alla meta.
Sonnolenza e dolcezza nei movimenti… Ogni tanto sospendo per leccarmi le dita… Ma riprendo subito a menarmela. Le dita sono decise.
Gli splash della figa sono il leitmotiv che cullano la mia malinconia.
Mi risovviene Simona. La interpreto tra le cosce della sua caposala. Con il volto lercio degli umori di questa.
Mi incazzo. Ora voglio l’orgasmo.
Voglio che il piacere mi ubriachi. Mi faccia scordare quanto ho immaginato.
Aggiungo spinta alle dita. Mi scopo veloce… Più veloce… Sempre più veloce… Ecco… Così… Si… Si… Si.
Vengo!
Ah… Ah… Ah… Ah… Proprio un bel ditalino!
Sono sfinita. Mi lascio andare. Mi addormento.
Il temporale non si è arrestatoò. Lampi e tuoni hanno cullato il mio riposare.
È solo la presenza di una terza persona che da vicino mi sta guardando turba il mio sognare.
“Cazzo, ma che ore sono?” Socchiudo gli occhi. Grondante della pioggia, Simona mi sta guardando con un affettuoso sorriso sulla bocca:
<Tesoro, sono io… È già giorno. Ora tocca a te lavorare.>
Nei due anni in cui viviamo assieme, è divenuta un’abitudine quella che, quando Simona smonta dal lavoro della notte, mi svegli.… Mi faccia compagnia in bagno mentre faccio la prima pisciata… Poi via, assieme sotto la doccia, dove i nostri corpi riprenderanno la gioia di eccitarsi, abbracciandosi… Sfregandosi l’un contro l’altro. Sarà sempre il nostro giaciglio, tramite i nostri gemiti a testimoniare il primo godimento del giorno: col ditalino incrociato che ci aspetta.
Oggi non sarà così. Non lo sarà perché la pioggia ha trasformato l’immagine di Simona in quella di una femmina inzuppata dal temporale e grondante. Annullando tutte le sue dolci espressioni del viso.
Non lo sarà perché i pensieri della notte mi hanno riportato in sogno le sue evoluzioni erotiche con l’amante. La sua lingua che spavalda furoreggiava tra figa, perineo e buco del culo della caposala.
Non lo sarà perché ho deciso di fare la sostenuta.
Simona ha intuito il mio stato d’animo e l’intenzione di rinunciare al godimento del buongiorno.
Avendo avuto un marito, in baruffe d’amore è molto più scaltra dI me. Mette in campo l’essere bagnata fradicia di pioggia e infreddolita:
<Sono orrenda vero? E comincio anche a sentire freddo. Bisogna che mi cambi d’abito e cerchi di riscaldarmi.>
Cado nel tranello e le dico spontaneamente quello che mi passa per la mente.
<Basta che ti togli gli abiti bagnati e vieni sotto le coperte per un po’ e vedrai ti riprenderai.>
È quello che sperava e va ben oltre alla necessità: Simona si spoglia completamente. Ora è Nuda:
<Mi hai dato una buona idea, Tesoro.>
Tenta di abbracciarmi. Sono nuda anch’io. Mi irrigidisco. Mi nego.
Sento il suo freddo: È gelata. Sono io che le asciugo i capelli e la stringo a me per darle il calore del mio corpo.
Le mie tette contro le sue sciolgono ogni mia animosità. Mi stringo forte a lei baciandola sul collo. La mia ritrosia nei suoi confronti si allenta: anzi, resto in attesa di sue mosse che compensino il mio slancio.
Al contatto con il mio corpo, il suo si è immediatamente riscaldato recependo subito, tutto il calore del mio desiderio.
La sua epidermide struscia sulla mia lasciando fremiti appetitosi. Muove spasmodicamente il bacino fintanto che non riesce ad intrufolare una gamba tra le mie cosce.
Ora le fighe sono una di fronte all’altra. Mi par di vederle che guardandosi prendono a distillare i loro umori più intimi: sbavano!
La mia contro la sua. Spingo forte. Simona recepisce il messaggio. Contraccambia. Il nettare di ognuna si mixa a quello dell’altra. Dal piacere passiamo al godimento vero e proprio. Contraiamo i muscoli. Le fighe si sfregano rilasciando brividi aI reciproci corpi. Le bocche si aprono… Le labbra si mordono… Le lingue si uniscono nella loro sensuale danza.
Bestemmio!
Simona è scatenata. La sua figa balla sulla mia una danza a grandi labbra completamente aperte.
Non resisto.… Non riesco più a trattenermi. Mollo i freni. Mi concedo completamente all’orgasmo urlando:
< Sei una Troia… Ma ti amo tanto!>
Sborro!
Resto a cosce aperte, completamente rilassata, mentre la bocca di Simona ripulisce tra le cosce dal nettare del mio godimento. La sua è libidine pura.
Tra me e me:
“Sentirà il bisogno di farsi perdonare tanto”
in me, intanto, è cresciuta la voglia di non far finire qui, il nostro slancio. Senonché ci si mette di mezzo la fisiologia corporea:
<Simo, debbo pisciare.>
Lei mi accompagna a pisciare. Siamo assieme: io sul water, lei, accanto, sul bidet.
La sua mano sguazza giocherellando con il mio getto di piscia.
Interpreto questo gioco come un piacevole atto d’amore.
La mia mente ha ormai rimosso ogni rigurgito di gelosia e il progetto di vendetta. Prendo la sua mano gocciolante e mi porto alcune sue dita in bocca.
Le lecco. Ci baciamo. Sempre sedute sui reciproci sedili di porcellana.
Io: <Dai… Facciamoci una bella doccia bollente…Ho ancora voglia di avere il tuo corpo nudo, innanzi agli occhi.… Le tue belle poppe… Il tuo Monte di Venere… Tutte quelle cose che mi fanno venire voglia di continuare a godere con te.… Se penso che solo ieri sera volevo mandarti a culo e non vederti mai più.… Anche stamattina quando aprendo gli occhi ti ho trovata lì, fradicia, ho pensato tra me “Guarda che brutta figa è. Se me ne libero non perdo molto.”>
<Anch’io avevo qualcosa da dirti stamattina.>
<Se era una cosa importante prima, lo rimane pure ora. Puoi dirmela anche adesso.>
<Sì. Penso che ti interessi sapere che stanotte con la mia caposala c’è stato solo un… chiassoso litigio. Quando le ho comunicato che la mia richiesta di suo trasferimento in un altro reparto era stata accolta dalla direzione.>
<Wow! Così non te la leccherà più ogni volta che siete in turno assieme.>
<Non me la leccherà più. E basta! …L’ho fatto soprattutto pensando a te. Sinceramente, debbo dire che un pò mi dispiace: brava sul lavoro… Ben porca con la lingua.>
<Oh, Amore… Dobbiamo festeggiare… Sotto la doccia voglio che tu mi pisci in bocca… Che ti piace tanto. Io poi mi piegherò a 90° così tu potrai pisciarmi in culo. Che piace tanto a me.>
<Poi?>
<Poi ci asciughiamo… Torniamo sul letto… Con un sincero 69, chiudiamo l’argomento>
il progetto sta bene a tutte e due… Mano nella mano… Ci avviamo al box della doccia per l’ultimo paragrafo.
Urla di godimento Simona, mentre io, a bocca aperta, sotto di lei, fra le sue cosce, accolgo il getto della sua pisciata. È calda e ha qualche punto di salato. Non sgradevole. Ne ingoio la prima parte. Quello che resta lo passerò a lei appena verrà a baciarmi.
È il mio momento.
Mi piega in avanti… Con le mani mi tengo larghe le natiche… Aspetto fiduciosa.
In quel piccolo box di vetro c’è una grande eccitazione: io sento pulsare spasmodicamente, il bordo del buco del culo. Simona, per meglio concentrarsi ha preso a trastullarsi la clitoride gemendo ad alta voce.
In attesa sto facendo la stessa, identica cosa. È un avvincente suspence.
Finalmente il getto arriva. Centra perfettamente l’obiettivo e si unisce all’orgasmo in cui mi ha portato lo sgrillettamento.
… Mano nella mano ci avviamo a consumare quello che dovrà essere un grande… Grande 69.